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Veleno, la matassa ingarbugliata della bassa modenese

Pablo Trincia, su Spotify, riporta a galla una storia agghiacciante, cupa e raccapricciante, la storia di Veleno.

1997. Sedici bambini allontanati dalle famiglie. L’accusa: abusi sessuali e rituali satanici. Così comincia il teaser di Veleno, podcast realizzato da Pablo Trincia, disponibile su Spotify. Veleno è anche una miniserie, per la regia di Hugo Berkeley, disponibile su Amazon Prime.

La musica di sottofondo, la voce calda eppure seria, perentoria di Pablo Tricia sono sufficienti a creare quell’atmosfera di terrore, quell’aria di sgomento, sospetto, ribrezzo che aleggia nella bassa modenese sul finire degli anni ’90.

È tra il ’97 e il ’98, infatti, che 16 bambini dagli 0 ai 12 anni, tra Mirandola e Massa Finalese, vengono sottratti alle famiglie da zelanti (forse troppo?) assistenti sociali. L’accusa è delle più infamanti: abusi sessuali e satanismo. Questi 16 bambini non faranno mai più ritorno alle loro case. Altrettante coppie di genitori non rivedranno mai più i loro figli.

Quella di Veleno è il racconto di una storia cruda, torbida e raccapricciante. Una storia i cui protagonisti sono figli che accusano i genitori di colpe atroci: figli costretti dai genitori a fare cose da adulti, a rituali satanici in cui si sgozzano gatti, si uccidono bambini, si beve sangue animale. Schiacciati dal peso della vergogna, di un’infamante verità, cinque persone perderanno la vita. Altre pagheranno con il carcere le accuse rivolte loro dai propri stessi figli.

Il caso scoppia a Massa Finalese, un paesino della bassa modenese in cui la vita scorre lenta, in cui tutti si conoscono, tutti sanno tutto di tutti. Lo scandalo è deflagrante, tanto più perché tocca famiglie note, persone rispettabili, onesti lavoratori, persino un prete, l’insospettabile prete di paese.

Tutto comincia dalla famiglia Galiero, i cui membri sono già seguiti dagli assistenti sociali per i gravi problemi economici e la condizione di deprivazione in cui vivono. Tutto parte dalle accuse di un bambino zero, Dario Galiero, tre anni, che accusa la propria famiglia, padre e fratello più precisamente, di avergli rivolto strane attenzioni, di averlo costretto a giochi troppo confidenziali, troppo intimi. In una sola parola: Dario ha subito abusi sessuali.

Questo è l’inizio di una lunga sequenza di accuse, di processi, di parecchie condanne e qualche assoluzione, di una storia processuale che macina chilometri e raggiunge e squassa anche il centro di Mirandola, distante qualche decina di chilometri da Massa Finalese.

Pablo Trincia raccoglie il filo aggrovigliato di questa matassa fatta di colpe atroci, di vittime, di carnefici, di famiglie lacerate e mai più ricomposte e cerca di venirne a capo con tre anni di indagini. Da questi tre lunghi anni di indagini esce fuori Veleno: la sintesi asciutta, densa di una storia che gela i polsi.

Fin dall’inizio il podcast ti rapisce, ti trascina di peso nella nebbia fitta di Massa Finalese, nella casa squallida dei Galiero, nelle case di ognuno dei protagonisti di questa storia, nei commissariati dove le famiglie si trovano insieme per l’ultima volta prima di essere per sempre distrutte. Sei a casa sul divano e l’attimo dopo vedi chiari davanti ai tuoi occhi il bambino che vuota il sacco, che consegna all’assistente sociale quel carico così pesante di accuse, tormenti, paure.

Sei te stesso e l’attimo dopo non puoi fare a meno di cercare in qualche modo di entrare nei panni di un genitore accusato di aver abusato di suo figlio, di un prete accusato di avere rapporti troppo stretti con il diavolo, di una madre incinta che deve fuggire per non vedersi strappato l’ennesimo figlio.

Ma più la storia si dipana, più si procede nel racconto e più la proporzione delle accuse sembra incredibile, tanto grande da sembrare inverosimile, inaccettabile per la mente umana. Ed, infatti, più di una cosa non torna, più di un dettaglio non combacia. Assistenti sociali, medici, specialisti, quelle persone che avrebbero dovuto fugare ogni dubbio cominciano piano piano a rivelare l’altra faccia della scienza. La scienza approssimativa, la manualistica vuota, il lavoro goffo e maldestro di specialisti impreparati si schianta sulle vite di decine di persone e le devasta per sempre.

Direte voi: che c’entra la scienza? Che c’entrano gli specialisti? Non avrete risposte in questo articolo. Non voglio fare spoiler, non voglio togliervi il piacere di scoprire da soli cosa non torna, cosa non è chiaro, dove e di chi sono le colpe. Insomma non voglio togliervi il gusto di godervi Veleno fino all’ultima delle sette puntate.

Veleno è su Spotify e su Amazon Prime. Non c’è altro da dire.

Valentina Siano

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Valentina Siano

Valentina Siano, classe ’88, professoressa per amore, filologa per caso. Amo la scrittura come si amano quelle cose che ti riescono al primo colpo, non sapresti dire bene come. Scrivo di cultura e spettacolo perché amo il cotone verde del mio divano e il velluto rosso dei sediolini dei teatri. Leggo classici, divoro serie, colleziono sottobicchieri. Sono solo all’inizio della mia scalata alla rubrica gossip di Vanity Fair.
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