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Che fine hanno fatto gli sceneggiatori di Game of Thrones?

Il finale di Game of Thrones, l’amatissima serie TV di fama mondiale, basata sul mondo creato da George Martin, ha sconvolto tutti, o quasi. Sono diventate virali le reazioni dei fan, tra tweet, video di spettatori sgomenti per quanto visto.

Ma… qual è il motivo di queste reazioni? Molti lo attribuiscono agli sceneggiatori, i famigerati David Benioff e D.B. Weiss. 

Per ben dieci anni, Benioff e Weiss sono stati gli sceneggiatori di Game of Thrones dal 2009, fino al 2019. Complice, forse, l’assenza di Martin dalla quinta stagione in poi nel collaborare alla sceneggiatura, GOT conosce un declino nei dialoghi e nella trattazione dei personaggi dalla quinta stagione, per poi toccare l’apice dell’incoerenza nell’ottava stagione. 

Attenzione: spoiler del finale di Game of Thrones.

Cominciamo dal primo, enorme face palm della serie: Daenerys. La Khaleesi ne passa di ogni, durante le otto stagioni: le uccidono il fratello, due draghi (i suoi figli), perde Khal Drogo, suo figlio, Missandei, il fedele Jorah Mormont. Come se non bastasse, nonostante l’enorme aiuto (fondamentale per la vittoria) fornito da Daenerys nella battaglia finale contro gli Estranei, Daenerys non riceve un briciolo di gratitudine dal Nord, impegnato ad esaltare ed ammirare l’altro Targaryen: il fu Jon Snow. 

Ora, Dany e company giungono alle porte della Fortezza Rossa, dove una sempre crudele Cersei Lannister li attende. Avviene un incontro diplomatico tra Tyrion e Qyburn, che chiedono la resa di entrambe le parti. Cersei non accetta, e fa uccidere decapitandola la rapita Missandei, davanti agli occhi di tutti, tra cui quelli della Khaleesi. Daenerys decide di distruggere Approdo del Re, facendo bruciare tutta la popolazione inerme dal suo amato Drogon, che improvvisamente ha assunto una capacità di sputare fuoco ad una gittata considerevole. 

Giunta di fronte al tanto agognato trono, Daenerys lo guarda adorante, per poi essere uccisa da Jon Snow, consapevole dello stato di pazzia della regina. Drogon brucia il trono e in una scena straziante porta il corpo di sua madre lontano, molto lontano da Westeros. 

La scelta di far impazzire Daenerys è discutibile soprattutto su un fronte: l’assenza di costruzione di essa. “I Targaryen sono tutti pazzi, perciò anche lei lo è diventata”: questa una delle giustificazioni del web. Che i Targaryen fossero quasi tutti folli è vero, ma perché non lasciare segnali e spiragli di pazzia distribuiti in più puntate? 

Ancora: Jamie Lannister. Un altro personaggio che ha subito l’improvvisa involuzione, scegliendo di morire con la sua sadica sorella Cersei sotto le rovine della città, dopo aver affermato che a lui, del popolo, non interessava nulla. A Jamie Lannister. Lo sterminatore di re. Proprio quell’uomo che scelse di macchiare la sua reputazione di Primo Cavaliere uccidendo il re Aerys il folle, quell’uomo che si è allontanato dalla relazione tossica suprema per eccellenza della serie (scegliendo di dimenticare Cersei), voltando le spalle al proprio stesso sangue per il bene comune. 

Che dire di Jon Snow, il quale avrà avuto dieci battute, di cui otto recitano “She’s my queen”. Oppure di Tyrion, che ha perso il suo mordente e le sue battute sagaci e pungenti. Anche le battaglie hanno risentito di un calo di qualità. La tanto attesa battaglia con gli Estranei (il cui Re della Notte è stato ucciso da Arya in una scena dimenticabile) è durata poco, ed era anche… buia.

Insomma, le motivazioni che hanno spinto il fandom a considerare il finale di stagione piuttosto deludente, sono tante e valide. Il finale ha riscosso petizioni, la percentuale più bassa di gradimento tra le varie stagioni di GOT su Rotten Tomatoes, e rabbia dilagante esplosa soprattutto durante un episodio: il Comic-Con di San Diego. 

Durante l’estate del 2019, gli sceneggiatori Benioff e Weiss non si presentarono per rispondere alle domande dei fan riguardo all’ultima stagione, ottenendo per questo atteggiamento lo stupore di Seth Rogen, presente al Comic-Con per presentare la stagione finale di Preacher, serie da lui diretta. Rogen scelse, in quell’occasione, di rispondere alle domande dei fan, condividendo la loro scarsa considerazione riguardo al finale e all’ottava stagione in toto. 

E quindi, cosa è successo a questi due sceneggiatori? Dopo il successo della serie, dopo aver vinto grazie ad essa numerosi premi, gli sceneggiatori avrebbero dovuto curare la serie HBO Confederate, bocciata totalmente e naufragata prima di iniziare. E ancora, avrebbero dovuto lavorare per il franchising Star Wars, anche qui concluso nel nulla, così come per Lovecraft. 

Agosto 2019: Netflix contatta D&D offrendo loro un contratto multimilionario, del quale però non si è più saputo nulla, proprio poco dopo la disfatta del finale di GOT. Gli showrunners più richiesti del momento concludono la loro carriera con un pugno di mosche, soprattutto dopo una partenza più che promettente con GOT. 

Netflix affida, comunque, a D&D la regia dello spettacolo comico di Leslie Jones: Time Machine. In ogni caso, non è una certezza, ma i dubbi sovvengono nel momento in cui a Benioff e Weiss vengono affidati prodotti di Netflix poco apprezzati e contestati, o comunque cancellati, come The Chair, Origin, Metal Lords, Uighur muslims.

Nel 2022, uno dei produttori cinesi con cui Netflix stava lavorando per la serie Uighur muslims è morto, ed è morto ucciso da uno dei suoi colleghi. La produzione della serie è stata interrotta momentaneamente, anche per dissidi col governo cinese riguardo agli argomenti di Uighur muslims, minoranza islamica turcofona, sottoposta ad un vero e proprio massacro in Cina. Tuttavia, sembra che Uighur muslims abbia una produzione altalenante, che tutto sommato continua. 

Sfortuna, scelte sbagliate, interruzioni e cancellazioni hanno segnato inesorabilmente la carriera di Benioff e Weiss. Che il finale di stagione di Game of Thrones abbia davvero scosso profondamente la carriera di questi sceneggiatori, calante proprio dopo il 2019, è diventato, però, un dubbio sensato. 

Aurora Scarnera

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Aurora Scarnera

Classe 1998, frequenta il primo anno di Filologia Moderna presso l’Università di Napoli Federico II. Giornalista pubblicista dal 2020 e cantante occasionale, scrive articoli dai tempi del liceo. Curiosa del mondo, crede fermamente nel valore dell’informazione e nella forza del suo veicolo trasmissivo.
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