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I trulli di Alberobello: le abitazioni dal tetto conico

Tra mandorli, ciliegi e viti sorge il villaggio dei trulli di Alberobello, la cui origine risale ad un passato agricolo.

La cittadina pugliese di Alberobello si caratterizza di due quartieri costruiti interamente da trulli: Rione Monti e Rione Aia Piccola, facendola così risultare dall’aspetto molto simpatico e curioso.

Ci chiederemo spontaneamente a quanto risalga la loro costruzione e soprattutto perché siano stati costruiti. Scopriamolo insieme!

Gli ideatori degli interessanti trulli in questione sono stati i feudatari del posto, ossia i conti Acquaviva di Conversano che autorizzarono i contadini a costruire un vero e proprio villaggio con abitazioni che si contraddistinguevano dalle solite, data la loro facilità nell’essere demolite. Questo, per evitare di pagare le tasse nel momento in cui sarebbe arrivato il delegato del re a riscuotere i pagamenti; mentre, il reale scopo iniziale di queste costruzioni – chiamate anche “casedda” nell’Alto Salento e in tutta la Murgia dei trulli – fu quello di edificare dei ricoveri temporanei in cui rifugiarsi o depositare gli attrezzi agricoli.

Il termine trullo deriva dalla parola greca trullos che significa cupola, perfettamente in riferimento alla forma di questa costruzione, edificata su una solida base su cui si innalza la dura muratura in pietra calcarea.

“Come avveniva la costruzione?”, ci chiediamo.

Innanzitutto, questa avveniva generalmente nella parte più rocciosa e, quindi, meno adatta alle coltivazioni. Infatti, questa zona della Puglia centro-meridionale veniva chiamata dagli antichi Apulia petrosa, centro di sviluppo della civiltà contadina che ha svoltato con sacrifici un’area poco produttiva.

Il contadino lavorava il terreno rimuovendo l’elemento roccioso per utilizzarlo come costruzione della base del trullo e dei muretti a secco.

Dalla roccia calcarea (tipica del posto) si ricavavano le “chiancarelle”, cioè delle pietre calcaree piatte che senza l’utilizzo di malta venivano posate a secco, l’una sull’altra, innalzandosi in cerchi concentrici fino a definire la volta conica grazie al loro graduale restringimento.

Caratteristica è la chiave di volta che spesso e volentieri veniva chiusa da un pinnacolo ornamentale assumente forme differenti: croci, sfere, stelle e altri simboli con motivi di carattere cristiano, scaramantico ed esoterico.

La loro disposizione avviene uno accanto all’altro, susseguendosi lungo vicoletti lastricati di “chianche” offrendo ai visitatori un’atmosfera irripetibile.

Ad Alberobello sono situate delle costruzioni che classificano determinati trulli come quelli più particolari: il trullo Sovrano caratterizzato di due piani; Casa Pezzolla che risulta un vero e proprio complesso di 15 trulli comunicanti tra loro, adibiti oggi a Museo del Territorio; infine, i trulli Siamese che con la loro particolare forma accoppiata dei coni richiama l’attenzione dei passanti.

Non mancano le leggende popolari ad innestare nell’immaginazione dei turisti la sensazione di percorrere con aria sognante una vicenda amorosa che racconta dell’amore di due fratelli per una stessa donna, la quale sposerà il primogenito – essendo predestinata a lui – restando, allo stesso tempo, follemente innamorata del fratello minore.

Stiamo parlando dei trulli Siamese che possiamo osservare su una roccia affiorante, percorrendo via Monte Nero.

Inizialmente, i sentimenti spinsero i tre protagonisti a vivere all’interno della stessa abitazione, fin quando il fratello maggiore, colto da una forte gelosia, esortò i due amanti a lasciare il trullo. Inoltre, il fratello maggiore pretese il diritto di primogenitura sulla proprietà, da cui il secondogenito non si lasciò intimorire e rivendicò la sua parte d’eredità.

Tutti e tre cuori incolleriti rimasero nell’abitazione che venne divisa creando anche due entrate su strade opposte.

I trulli Siamesi,da allora, divennero per gli abitanti della cittadina di Alberobello la dimostrazione che la vita può allontanare e condurre in direzioni diverse e lontane anche persone legate da una certa vicinanza fisica e parentela.

Tutt’oggi queste fantastiche costruzioni sono oggetto di continui studi da parte di esperti, rendendo Alberobello uno dei “Borghi più belli d’Italia”, visitabile a piedi in cui perdersi tra le sue stradine che costituiscono un vero e proprio labirinto, di cui è possibile respirare un’aria che lascia spazio all’incanto e al fiabesco.

Alessandra Lima

Disegno di Alice Gallosi

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Alessandra Lima

Sono Alessandra, classe 2001 e studentessa di lettere moderne all’Università di Napoli “Federico II”. Mi interessano la letteratura, l’arte e la fotografia, da cui quasi sempre traggo ispirazione per la scrittura che è, a sua volta, una mia passione. Rendo la penna un tramite per lasciare a chi mi legge la possibilità di comunicare col mio mondo interiore e i miei interessi.
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