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No Sleep Till Shengal: niente di nuovo sul fronte Orientale

Zerocalcare ha già toccato molte delle principali città italiane con la sua nuova graphic novel. Il tour di presentazioni si concluderà a Bologna il 24 ottobre.

Uscito in anteprima il 3 ottobre in contemporanea a Roma e Milano per la Bao Publishing, il nuovo libro del fumettista Zerocalcare racconta del suo viaggio in Iraq, fatto a giugno dello scorso anno, dopo le vicende di “Kobane Calling”, pubblicato nel 2014.

Il titolo ricalca una canzone degli Stiff Little Fingers (“No Sleep ‘till Belfast”), rimarcando la mancanza di sonno di Zero mentre si recava a Shengal. Protagonista è la resistenza degli Ezidi, minoranza irachena che ha sofferto i massacri dell’ISIS, una storia legata per eventi e contesti storici a quella dei curdi. Per chi non ha letto “Kobane Calling” niente paura: nella sua nuova opera, che sembra quasi un sequel del reportage a fumetti dopo la passata esperienza in Siria, Zerocalcare fa un “riassuntone” anche per chi lo ha scoperto da poco. Il consiglio che sento di dare, tuttavia, è quello di leggere prima cosa è successo a Kobane, per avere un quadro completo e approcciarsi ad una storia che, presa da sola, potrebbe lasciare spaesati se si hanno poche e confuse nozioni sulla situazione in Medio-Oriente.

Come Michele stesso ricorda, infatti, scrivere un saggio di geopolitica sugli Ezidi (e annoiare chi legge) non è il suo scopo. Ma è importante e fondamentale sensibilizzare su guerre che, poiché “lontane”, sembrano sempre interessare poco l’Occidente, responsabile dell’indifferenza generale che aleggia attorno a problemi rimasti irrisolti a distanza di un anno.

L’autore stesso, infatti, nella postfazione datata luglio 2022 afferma che a Shengal persone ed eventi non hanno trovato alcuna pace. Il territorio iracheno ancora non riconosce la autonomia degli ezidi, minoranza decimata nei massacri del 2014 e che Michele è riuscito ad incontrare e poi raccontare in questo libro, richiesto dalla comunità curda in Italia come testimonianza di quanto sta accadendo in Iraq.

Ed è proprio a partire dai principi della rivoluzione curda che si basa il confederalismo democratico degli Ezidi, che mette al centro e la partecipazione delle donne nella società, l’autodifesa, la libertà, elementi fortemente osteggiati e vittime di bombardamenti e repressioni.

Nulla di tutto questo può lasciare indifferenti. E dargli voce, anche a chilometri di distanza, deve essere il primo passo. Le storie di vita e di morte, di disperazione e voglia di libertà riassunte in queste 190 pagine testimoniano e rendono testimoni di quanto succede a Shengal, dove il cielo resta “avvolto da una cappa di dolore, che nessun vento riesce a portare via”.

Elena Di Girolamo

Elena Di Girolamo

(Madda)Elena Di Girolamo, classe ’96, si laurea troppo presto in Filologia Moderna, quando non sa ancora spiegare alla nonna a cosa servono i suoi studi. A mangiare è troppo lenta, ma è ingorda di libri, musica, fumetti, film e serie tv. Oscilla tra la convinzione di poter scrivere un best seller e la consapevolezza che mettere “leadership: 10” sul CV non le farà avere un posto da manager in Mondadori.
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