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Ti presento Serge e Yasmina Reza!

Sei alla ricerca di una lettura stimolante, che non sia fuori dal mondo? 

Ho per te un consiglio di lettura che non ti deluderà: Serge dell’autrice Yasmina Reza.

Yasmina Reza è l’autrice contemporanea, irriverente e pronta a farci sorridere amaramente quando ci mette di fronte la realtà in cui siamo immersi.

Serge è il romanzo che racconta della storia della famiglia Popper, attuale e disfunzionale, dal punto di vista del fratello mezzano Jean.

A farla da padrone sarà l’ironia tagliente e politicamente scorretta, che non risparmierà stereotipi culturali o di genere, aspettatevi a chiare lettere “al ristorante abbiamo optato per cenare all’aperto. Un italiano senza l’ombra di pasta”. E via dicendo.

L’idea di base era quella di costruire una narrazione sul turismo di massa, ma sarà sfruttato l’artificio romanzesco di una visita ad Auschwitz per ripercorrere lo sterminio che hanno subito alcuni dei propri antenati e anche in questo caso a Serge non mancheranno occasioni per riflessioni sarcastiche e scomode.

Tutta la visita si trasforma in uno sfoggio social, in una sorta di Disneyland dal filo spinato.

Allora cosa vuole dimostrare il punto di vista di Serge

Sorge spontaneo chiederci cosa ne facciamo della memoria dell’olocausto, come la affrontiamo se si passa da una foto delle camere a gas al muro delle fucilazioni, commentando con semplici “è terribile”. 

Serge è la voce di chi pur dovendo onorare la memoria dei parenti di origine ebraica, vive il contrasto di chi non capisce se trova più claustrofobici gli ambienti dello sterminio o il trovarsi in questa folla di visitatori in tenuta balneare, infradito e abitini a fiori, che proseguono la visita guardando solo da dietro l’obiettivo della proprio fotocamera.

Reza finge quasi di avvicinarci con compassione verso questi personaggi superstiziosi, irascibili, che vivono nell’impero dei nervi; ma la realtà è che le pagine ci accompagnano in una società obbligata alla civilizzazione e costretta ad una tolleranza costante. Quando questa tolleranza della società postmoderna prende il sopravvento, si svela la bestia sotto l’uomo e le parole adottate saranno durissime, evidentemente orientate a farci deridere e riconoscere allo stesso tempo.

L’autrice vincitrice del Premio Molière è capace di cogliere le sfumature più ridicole dell’animo umano e senza cerimonie pone tutto nero su bianco. Provare per credere!

Alessandra De Paola 
Copertina ufficiale del libro

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Alessandra De Paola

Ciao! Mi chiamo Alessandra De Paola e sono nata il 25 gennaio 1996, sono dell'Acquario e vi risparmio la fatica di fare calcoli: ho 24 anni mentre vi scrivo. Studio Lettere Moderne e sono redattrice per la Testata Magazine, mi piace indagare vari aspetti della vita così da trovare le mie inclinazioni. Ne ho contate 62, nessuna legata a quella precedente.
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