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San Pietro nella storia dell’arte: il martire a testa in giù

Il Santo del giorno ha una forza estetica particolare nelle sue rappresentazioni artistiche, perché è stato crocifisso al contrario.

Capo dei dodici apostoli, Pietro è uno dei santi più conosciuti sia dai credenti che non ed è considerato il fondatore della chiesa cristiana di cui è stato il primo Papa.

Un personaggio di tale rilievo non poteva che essere tra i più rappresentati e omaggiati nella storia dell’arte. In Italia, il più grande atto di riverenza è sicuramente la favolosa Basilica di San Pietro in Vaticano.

Considerata la chiesa più grande cristiana, sia in termini metaforici che pratici, è il luogo di culto in cui vengono svolte le principali manifestazioni della religione.

Sia per questo che per la sua eccellenza artistica, la Basilica di San Pietro ha ispirato numerose chiese importanti di tutto il mondo.

E ancora in Vaticano un altro importante omaggio al martire, l’ultimo quadro di Michelangelo, La crocifissione di San Pietro

Crocifissione di San Pietro di Michelangelo da Wikimedia Commons

Mentre tradizionalmente l’evento che ha scaturito la morte di Pietro viene inequivocabilmente rappresentato nella capitale, stavolta non ci sono riferimenti diretti alla città di Roma. 

Colori tenui e poco saturi scaturiscono la scena che non è offerta secondo i principi classici di prospettiva del rinascimento. 

La croce capovolta, su cui è già stato bloccato il Santo, non è stata ancora eretta e Pietro rivolge uno sguardo allo spettatore della scena. Insomma assistiamo al momento esattamente precedente all’atto della crocifissione del primo Papa

L’immagine è spietata perché l’intervento divino sembra completamente assente: il Santo è solo alla mercè dei suoi aguzzini.

Ma perché San Pietro è stato crocifisso al contrario? Pare sia stato lo stesso Santo a chiederlo perché non si sentiva degno di morire come Gesù.

La forte carica di drammaticità dell’atto è espressa in modo esemplare dal Caravaggio (vedi immagine di copertina dell’articolo).

Come in ogni opera di Caravaggio, sulla tela realizzata con colori ad olio, vediamo contrapporsi simultaneamente il realismo dei personaggi, ritratti volutamente in maniera antieroica, e la teatralità delle luci, caratteristica distintiva delle opere del pittore milanese.

Come sempre la plasticità delle figure è messa in risalto dal fondo scuro che mette in evidenza anche i dettagli spettacolari del quadro, come le venature del legno della croce.

Il taglio della scena è incredibilmente moderno, l’abitudine di eliminare dal ritratto parte dei personaggi infatti diventerà una moda solo alla fine dell’ottocento, con il taglio fotografico di Degas e degli Impressionisti.

Il primo simbolo di San  Pietro, il cui compito secondo i credenti era quello di fare da guida prima agli apostoli e poi alla comunità cristiana, è quello della cattedra, associata all’insegnamento il secondo, ancora più diffuso, è lo stemma pontificio con la tiara e le chiavi incrociate.

Il Santo, che prima di iniziare a seguire Cristo era un pescatore, è legato a San Paolo per molti motivi, tra cui il giorno della morte. 

Entrambi gli apostoli sono stati crocifissi lo stesso giorno: il 29 giugno dell’anno 67.

Sara Picardi
In copertina Il Martirio di San Pietro di Caravaggio da Wikimedia Commons

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Sara Picardi

Adoro la comunicazione e ho il privilegio di lavorare in questo settore, principalmente in ambito grafico. L’arte ed il gioco sono due delle mie più grandi passioni e trovo si somiglino: permettono di andare in profondità, in se stessi e negli altri in maniera leggera. Venero musica, natura e poesia come divinità pagane; pago loro i miei tributi allevando un gatto con poteri magici, scrivendo e suonando il basso in una band punk. Colleziono crepuscoli, segreti e nuvole delle forme più strane.
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