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Canta che ti passa… la guerra

«Canta che ti passa», oltre a essere un brano degli The Zen Circus uscito nel 2019, è uno dei modi di dire più diffusi nella lingua italiana colloquiale.

Il significato non necessita particolari delucidazioni sul tema, è proprio ciò che si pensa: si tratta di una esortazione a non lasciarsi intimorire da eventi e preoccupazioni, ma anzi a lasciar curare i propri timori dalla melodia del canto. 

Canta che ti passa la paura, la tristezza, la voglia di lasciarti andare. Canta che ti passano i brutti pensieri.

Pare che il merito dell’espressione si debba a un soldato senza nome, forse un romantico, che l’avrebbe incisa sulla parete di una trincea durante la Prima guerra mondiale.

A parlarne per primo fu, però, l’ufficiale Piero Jahier nella sua raccolta di poesia Canti del soldato, dove la frase fu utilizzata come epigrafe, specificando che si trattasse di un «buon consiglio che un fante compagno aveva graffiato nella parete della dolina».

D’altra parte, già gli aedi cantavano per raccontare le gesta degli eroi e le vicende di dei e uomini, per il gusto dell’intrattenimento. E se il canto è apprezzato nei momenti di svago, non c’è mistero nel capire quanto sia invece necessario nei periodi di sconforto.

Non siamo un po’ tutti quel soldato senza nome nascosto dietro una trincea? E cantiamo, che magari ci passa.

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La Redazione

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