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Pensavo fosse affetto invece erano affettati

Cosa scrivo, di cosa parlo, cosa ometto?

In fondo, quanta gente salta i pasti o non mangia carboidrati o va avanti con le barrette della Pesoforma. Che sanno di segatura.

In fondo, cosa sarà mai non mettere niente nello stomaco per due giorni di fila? Insomma, ormai ci scrivono anche i libri sui digiuni. Dicono faccia bene.

Ed io voglio stare bene. Perché, in realtà, nulla sembra andare bene.

Non mangi e non va bene. Mangi troppo e non va bene. 

Se sei fuori corso, laureato, disoccupato, sposato, hai figli, i capelli blu, i tatuaggi o semplicemente respiri, non va bene.

Ma va bene non andare bene.

Accettarlo e convivere con questa idea, è complicato.

Perché in fondo io sto bene.

Che sarà mai quel senso di nausea che mi attanaglia lo stomaco ogni volta che guardo il piatto? Il terrore di salire sulla bilancia e l’ansia di non riuscire più ad entrare nei jeans taglia trentaquattro?

Questo pensavo quando ho smesso di mangiare. Perché è successo ed è stato terribile. 

Non tanto per me, perché io stavo bene ma per le persone che mi sono state accanto.

Perché magari tu non te ne accorgi nemmeno, ti viene naturale: non ho fame, non mangio.

Perché non mangi? Non lo so, non ho fame. Non ho voglia di mangiare, voglio che tutto ciò che sento dentro faccia silenzio e allora mi concentro su un dolore solo: quello dello stomaco che si contorce.

È sopportabile, poi passa. Come passa la fame.

Ma cosa devi dimagrire? Sei già così magra! Ma mangia che sembri una mazza di scopa. 

No, no. Non mi interessa dimagrire, semplicemente non ho fame.

Non mi vanno i carboidrati, le proteine, gli affettati. Io voglio l’affetto.

È la mia fame di vita che deve essere saziata, non lo stomaco. 

È la mia fame d’amore, di riscatto, di traguardi raggiunti che voglio soddisfare. 

Al pane e alla pasta ci penserò dopo.

E poi non ci pensi più.

E i giorni passano e i numeri sulla bilancia scendono e gli sguardi di commiserazione aumentano.

Allora poi inizi a pensare che anche questa volta non va bene.

Che, mai come questa volta, davvero è tutto sbagliato.

Allora ti fermi a pensare se non sia il caso di fare i conti con qualcosa che hai dentro. In fondo, che colpa ne hanno le verdure se non riesci a fare i conti con i tuoi demoni?

Pensaci bene. Ma per pensare hai bisogno di energie e concentrazione che non hai, allora forse è il caso di mettere qualcosa sotto i denti.

Per ragionare. Per ritornare.

Stop. Rewind. Un respiro e ricomincia.

Un boccone alla volta e tutto sembra tornare a funzionare.

Anche tu. 

Maria Rosaria Corsino 

Foto in copertina di Giovanni Allocca

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Maria Rosaria Corsino

Maria Rosaria Corsino nasce a Napoli il 26 Dicembre 1995 sotto il segno del Capricorno. Laureata in Lettere Moderne, si accinge a diventare filologa. Forse. Redattrice per “La Testata”,capo della sezione di grafica. Amante della letteratura, della musica, dell’arte tutta e del caffè.
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