SocialePrimo Piano

Guerra Ucraina – Russia: facciamo il punto della situazione

È ancora in corso la guerra tra l’Ucraina e la Russia, iniziata con l’invasione russa il 24 febbraio.

L’escalation verso la guerra è, però, cominciata già il 21 febbraio. In un lunghissimo discorso tenuto alla nazione, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato in diretta nazionale il riconoscimento delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk.

Da quel momento, l’Europa e gli USA reagiscono. 

Nel suo discorso alla nazione, il 21 febbraio, Putin disconosce l’indipendenza dell’Ucraina, considerandola, al contrario, come una parte integrante della Russia. L’Ucraina, sostiene Putin, è stata creata ad hoc da Lenin, ed è attualmente un fantoccio dell’Occidente. Altro punto fondamentale del discorso del presidente russo è il sostenere che un’eventuale entrata dell’Ucraina nella NATO sarebbe una minaccia per la Russia. Con l’obiettivo, annuncia Putin, di demilitalizzare e de-nazificare l’Ucraina, la Russia attacca quest’ultima il 24 febbraio. 

Non si fecero attendere, all’epoca del discorso, le dure parole di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, la quale ricorda che: “Il riconoscimento dei territori separatisti in Ucraina è una palese violazione del diritto internazionale, dell’integrità territoriale dell’Ucraina e degli accordi di Minsk. L’Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione in solidarietà con l’Ucraina”. Si accodarono, in sostanza, alle parole della presidente i leader europei. 

Nella notte del 24 febbraio, si sentirono forti esplosioni nelle città ucraine di Odessa, Kharkiv, Mariupol, Leopoli e Kiev. Nella capitale Kiev il panico scoppiò immediatamente, ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiese a tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni di non abbandonare il paese e lottare, difendendosi dalla Russia. 

Avanzando in Ucraina, la Russia ha conquistato la città di Kherson e la centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupando anche quella più conosciuta di Chernobyl. Il 4 marzo alle ore 18 l’Ucraina ha cercato di chiarire la situazione, riportando anche che, secondo le stime, sarebbero morti più di 9.100 soldati russi. L’obiettivo ancora in atto, sempre secondo l’Ucraina, sarebbe quello di accerchiare Kiev. È stato anche riportato che i russi si sono ritirati dall’aeroporto di Gostomel e da Bucha

Il punto della situazione del 4 marzo riferisce anche che l’accerchiamento della seconda città ucraina, Kharkiv, continua. Per quanto concerne il fronte orientale del Donbass, i russi hanno circondato la città di Mariupol. Il 2 marzo, i russi hanno preso Kherson, città nella costa meridionale ucraina e sarebbero pronti anche allo sbarco di truppe nelle città di Chornomorsk e Zatoka. La paura è rivolta, adesso, verso Odessa. Quest’ultima è la città (ed un grande porto) che ancora non cede alla Russia, ma si teme per un attacco russo nei suoi confronti.    

Si discuteva di sanzioni già nel 22 febbraio, poco dopo il discorso di Putin alla nazione russa ma col tempo si sono inasprite, e sono di diverso tipo.

Le sanzioni sono contro gli oligarchi russi, ma riguardano (in misura straordinaria) perfino Vladimir Putin e Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo. Lo stile di vita lussuoso, tipico dell’oligarca russo, è messo seriamente alle strette: sono stati sequestrati yacht russi da vari paesi europei, yacht dal valore di centinaia di milioni di dollari. 

Un’altra tipologia di sanzioni è quella riguardante il divieto di sorvolo di tutti gli aerei russi su Stati Uniti ed Europa, o ancora: il divieto di esportazione in Russia di varie tecnologie che concernono il settore dei microprocessori, quello di varie tecnologie militari e il settore della raffinazione e la fornitura del petrolio. 

Poi ci sono le sanzioni che minano il settore finanziario. Queste sanzioni hanno il compito di rendere poco accessibile alle più grandi banche russe il rapporto con i mercati finanziari dell’Occidente. C’è poi il blocco del sistema SWIFT – sanzione pesantissima per la Russia – che permette di identificare la banca del mittente del pagamento e del destinatario, identificando anche il paese di provenienza del pagamento. 

Non solo lo SWIFT: la NATO ha annunciato anche il blocco totale delle transizioni della Banca centrale russa, fondamentale “riserva-fortezza” del paese, in quanto accumula al suo interno più di 640 miliardi di dollari. 

Il mondo dello spettacolo e dello sport, in più, ha assunto dei provvedimenti contro la Russia, la quale sarà esclusa dall’Eurovision Song Contest, dalle competizioni di FIFA e UEFA, e il Gran Premio di Russia di Formula 1 (che avrebbe dovuto tenersi a Sochi tra qualche mese) è stato cancellato.

Inoltre la stampa russa ha molti vincoli ed è sottoposta a forte censura. Questo lo sa bene Anonymous, il collettivo di hacker informatici dalla maschera di Guy Fawkes (V per vendetta, per intenderci). Il 24 febbraio Anonymous ha dichiarato la guerra informatica contro la Russia, schierandosi apertamente con l’Ucraina. 

In cosa consistono gli attacchi informatici del gruppo (la cui identità non è conosciuta)? Il collettivo ha attaccato alcuni giornali russi, tra cui Russia today, i siti delle agenzie di stampa statali RIA Novosti e TASS.
Il 26 febbraio c’è stato poi l’attacco alla tv di stato russa, inserendo le reali  immagini dell’invasione russa in atto in Ucraina in diretta nazionale. 

Attaccato anche il sito della Duma; il sito dell’azienda di armi bielorussa Tetraedr; ma soprattutto il sito dell’Istituto di Sicurezza Nucleare di Mosca, ottenendo tramite l’attacco ben 40mila documenti riservati.

In una situazione in cui i civili sono quasi del tutto impotenti, ci si potrebbe chiedere se esista qualcosa che si possa fare in sostegno all’Ucraina. La risposta è sì. Osservare le manifestazioni di solidarietà dei vari popoli (europei e non) riversati nelle piazze è un segno di dissenso, e in più, alcune organizzazioni sono tuttora attive nel sostenere l’Ucraina. 

UNICEF, UNHR, Croce Rossa Italiana: si può donare tramite il numero unico 45525.
WeWorld (organizzazione che da anni si occupa della difesa dei diritti di donne e bambini nel mondo) permette la donazione di 2 euro, con sms, al numero 45597; 5 euro chiamando allo stesso numero da rete fissa PosteMobile, Convergenze, TWT, anche 10 euro dalla rete fissa Tiscali, Fastweb, Vodafone, Wind Tre, TIM. 

Aurora Scarnera

Leggi anche: Si assomigliano tutti, gli sbagli degli uomini

Aurora Scarnera

Classe 1998, frequenta il primo anno di Filologia Moderna presso l’Università di Napoli Federico II. Giornalista pubblicista dal 2020 e cantante occasionale, scrive articoli dai tempi del liceo. Curiosa del mondo, crede fermamente nel valore dell’informazione e nella forza del suo veicolo trasmissivo.
Back to top button