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Maestro Raffaele Ciotola: la lotta civile a colpi di pennelli

Maestro d’arte pluripremiato, Raffaele Ciotola si è fatto conoscere dal mondo non solo per il suo talento con il pennello, ma anche per la carica provocatoria che i suoi dipinti emanano.

Il suo impegno nella lotta civile contro ogni forma di discriminazione ha sempre animato la sua produzione artistica.

Raffele ci ha parlato un po’ di sé e del suo lavoro!

Cosa significa essere un artista oggi, nel nostro paese? C’è spazio per l’arte?

«Essere un artista oggi è difficile se non hai un supporto da parte dei genitori o di chi crede nelle tue capacità. Nel mio caso mia madre è stata davvero molto disponibile e lei, avendo notato che da quando avevo 10 anni amavo la pittura, mi è stata di grande aiuto sostenendomi finanziariamente.

Rispetto a ciò che succede oggi, mi sento di dire che si danno meriti artistici a chi non li merita. Questa nuova moda delle performance sminuisce il vero lavoro che un artista dovrebbe dimostrare attraverso la genialità, utilizzando come mezzo artistico d’espressione la pittura, la scultura, la fotografia, la danza, ecc.

Signori cari, parliamo di lavoro, non di dame statuarie o soggetti che spogliandosi nudi credono di rappresentare chissà quale arte sublime. Si uccide l’Arte, ecco cosa succede! I giovani artisti devono sapere che solo attraverso il lavoro e la ricerca sperimentale possono arrivare a sublimare la propria essenza artistica, e forse a poter emergere davvero. 

[…] Tanti che voi chiamate grandi artisti, io invece li definisco “attori mancati”, che non hanno potuto realizzare il loro sogno come teatranti.» 

Le sue origini e il suo legame con la città di Napoli hanno trovato espressione ne “ Il tesoro di Napoli”. Cosa c’è dietro quest’opera?

«“Il tesoro di Napoli” è tutt’altra cosa: è la raffigurazione del Santo che indossa una mitra sul capo e un abito cerimoniale ricco di gemme e l’ho voluto così per l’amore e il profondo rispetto che nutro per Lui e per la mia amatissima Napoli. Tanta ricchezza e tanto amore rappresentano gli smeraldi, i brillanti e i rubini che ho dipinto. Il Suo aspetto maestoso mi rende artisticamente felice.

Prima di realizzare l’opera ho chiesto al santo una mano, un aiuto, per poterlo rappresentare al meglio. Non sapevo che forma avesse realmente il suo viso, quali fossero i tratti somatici, quale fosse il colore degli occhi. Mi sentivo smarrito perché non sapevo cosa delineare sulla tela, non riuscivo a immaginare il suo volto. La paura invadeva la mia mente.

Ad un certo punto, però, una forza misteriosa, mistica, mi viene incontro. Non so descriverla bene, ma è così che ho iniziato a dipingere. È stato come se avessi perso il contatto con la realtà, come se fossi in un altro mondo, e la mia mano si muoveva libera senza sapere dove andasse a parare.

Dopodiché, eccolo lì: sulla tela era presente il volto di San Gennaro, come potete vederlo, e non nascondo che provai una sorta di timore reverenziale, era quasi soggezione, appena ebbi modo di fissarlo negli occhi.» 

Come nasce il movimento “Stop Homoph Art” e “La Madonna degli omosessuali”?

«Il movimento artistico Stop Homoph Art è stato fondato nel 2003 e si prefigge di diffondere la cultura del rispetto e della lotta contro l’omofobia. Da questa battaglia nasce “La Madonna degli omosessuali”.

Leggendo e rileggendo tutto ciò che riguardava le violenze subite dagli omosessuali, uomini e donne, mi fermai a riflettere come impietrito, tutto dentro di me ribolliva come una bomba in procinto di esplodere, tremavo, sentivo dentro di me qualcosa di nuovo.

Non riuscivo a non pensare al dolore di quelle famiglie, che avevano subito questa perdita, a causa di una discriminata omosessualità che non avevano scelto, e pensavo al momento in cui perdevano la vita a causa dell’omofobia ingiustificabile.

[…] Corsi nel mio studio, e guardando il cielo dalla mia finestra, mi sentivo spingere gli occhi verso l’opera incompleta, all’improvviso guardandola, mi appariva più bella, più nitida, più solare, non so come spiegare, non è facile.

Sentivo nell’anima domande e risposte: “cosa rappresenta Maria che tiene in braccio suo figlio, per te?” , “Una madre che ha sofferto un dolore immenso, per la perdita del figlio ucciso ingiustamente”. All’improvviso, paragonai inaspettatamente il dolore di tante madri con quello della Madonna, madre di tutti.

Mi si aprì il cuore e la mente, mi si chiarì tutto, sentii l’amore di Maria, madre indiscriminata di tutti e l’estro artistico mi disse: «e se fosse la Madonna degli omosessuali?» 

“Ingenuità ingannata” e “La reliquia” hanno letteralmente un “legame di sangue”. Le andrebbe di spiegarne il significato ai nostri lettori?

«In queste opere simboliche ho voluto consigliare a tutti i giovani di aprire gli occhi. L‘HIV è sempre in agguato, esistono solo cure ma non c’è un vaccino, siate prudenti anche quando il cuore vi acceca e vi fa vedere quello che non riuscite a vedere o non potete vedere per immaturità. 

Il soggetto dell’Ingenuità ingannata è proprio il virus dell’HIV circondato dai globuli bianchi, dipinto su tela utilizzando 24 ml del mio sangue diluito con 100 di olio di papavero, per dare colore al disegno. Ovviamente per la salute non rappresenta alcun pericolo.

Anche nella Reliquia faccio riferimento all’HIV, infatti ho sostituito il  sangue del Santo con il mio. Ho realizzato quest’opera per esprimere tutta la mia devozione verso il Santo e la speranza che possa debellare per il bene dell’intera umanità, il virus che ancora oggi esiste.» 

Tra le sue battaglie c’è anche quella contro il razzismo, rappresentata da “L’Italia contro il razzismo”. Alla luce del suo lavoro, spesso provocatorio, mi chiedo, l’arte funziona ancora come strumento di denuncia?

«Certo! Attraverso la mia arte esprimo le difficoltà che riscontro nella società. Purtroppo è una battaglia faticosa, primo perché non trovi le porte sempre aperte e, secondo, in questo periodo, il Covid-19 non ci permette di esporre le opere.

La soddisfazione più grande è stata la risposta del nostro Presidente Mattarella in cui esprime il Suo apprezzamento per la tematica dell’opera d’arte.» 

Maria Paola Buonomo

Le immagini dei dipinti sono state fornite dal Maestro Ciotola.

Maria Paola Buonomo

Laureata in Lettere Moderne, filologa in fieri, scrivo per sperimentare e accrescere il mio ego. Tra un esame e l’altro, mi cimento ai fornelli come piano b per il futuro (ma qual è il piano a?!). Sono una fastidiosissima ritardataria cronica, ma non è certo un difetto, anzi, è il mio punto forte: vivo con calma… Nel sangue mi scorre indecisione mista ad incoerenza. Il caos è il mio spirito guida. Rispetto la natura e ogni forma di vita, tranne gli esseri umani. Condivido il cuore con il mio cane.
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