SocialePrimo Piano

A far l’amore comincia… a settant’anni!

È opinione comune che tutto ciò che concerne la sessualità abbia una data di scadenza.

Accade spesso che ci sia un’ombra di vergogna o di disagio intorno a tale argomento e si pensa che la terza, o anche la quarta, età rappresentino la tomba degli istinti e dei piaceri.

I recenti studi hanno confutato queste ipotesi, ebbene sì: anche gli anziani hanno diritto alla loro sessualità, senza vergogne né remore. 

Se dapprima gli studi che riguardavano la tarda età, se così vogliamo definirla, si focalizzavano su aspetti quali l’impatto fisiologico dell’invecchiamento e le disfunzioni sessuali, ad oggi ci si concentra su altro. Al centro della discussione vi è una ricerca sul benessere sessuale nella terza e nella quarta età, difatti è stato scoperto che soltanto una minoranza della popolazione vive situazioni di disagio a causa dei problemi fisiologici che prima ho citato. 

L’unico, reale, limite è negli occhi di chi guarda. Il sesso tra anziani è un immagine che i più fanno ancora fatica a normalizzare, come se il sesso fosse prerogativa di chi è giovane, forte, bello e attraente.

Salvatore Capodieci, psichiatra e sessuologo, docente di Sessualità umana presso la facoltà di Psicologia dello IUSVE, con i suoi libri La vita sessuale nella terza età e L’età dei sentimenti ha dato, nel corso degli anni Novanta, un importantissimo contributo riguardo la sessualità negli anziani in Italia, argomento di cui, come potrete ben immaginare, si parlava poco.

Capodieci sostiene fermamente che esista un vissuto gerontofobico che fa sì che ci sia lo stigma, il rifiuto e la ridicolizzazione della sessualità negli anziani. Questa avversione ha radici ben più profonde di quanto possiamo credere. È diffuso un pregiudizio, vecchio come il mondo, che vede l’anziano libertino che corteggia l’attraente giovane donna che si fa beffe di quest’ultimo o, dall’altro lato, la vecchia signora ancora, potremmo dire, “in tiro” che cerca di sedurre il giovane avvenente. Chiaramente la sessualità negli anziani non ha nulla a che vedere con tutto ciò e gli studiosi stanno cercando, con le loro prove, di accantonare tali pregiudizi.

Come ho accennato prima, oggi del sesso in tarda età si parla molto di più. Ma da quando? Innanzitutto, dobbiamo tener presente che l’aspettativa di vita si è di gran lunga prolungata rispetto al passato e questo è un dato da tenere ben presente. 

Ricordiamo poi la scoperta degli inibitori della fosfodiesterasi 5, che ha preso piede nel 1998 con il celebre farmaco Viagra, che ha rappresentato, almeno socialmente e culturalmente, un punto di svolta. Sono farmaci molto gettonati che hanno procurato maggiore serenità nella vita di molti anziani, non affetti da patologie fisiche o psichiche chiaramente, che hanno donato la possibilità di vivere una sessualità completa fino ad età piuttosto avanzate. 

Non tutti conoscono la bizzarra nascita di tale pillola blu, ideata dalla casa farmaceutica Pfizer per curare i disturbi cardiovascolari. Il trattamento della disfunzione erettile non era, infatti, l’obiettivo iniziale del farmaco. Il Sildenfil, principio attivo del farmaco, aveva il compito di dilatare i vasi sanguigni del cuore bloccando la proteina PDE-5. Accadde, invece, una vicenda molto singolare: dopo la somministrazione del farmaco (rivelatosi poco utile per i problemi cardiovascolari che avrebbe dovuto curare), le infermiere, durante le loro visite ai pazienti, trovarono molti di loro a pancia in giù… provavano imbarazzo per le erezioni che il farmaco aveva provocato! Questo perché i vasi sanguigni dilatati non erano quelli del cuore, il Viagra aveva provocato sugli individui che lo avevano assunto un effetto inaspettato.

Da un errore non previsto, la casa farmaceutica Pfizer ha assunto un ruolo predominante in tutto il mondo e un nuovo farmaco ha regalato a molti anziani una vita sessuale spensierata e libera. 

E diciamolo: è ora che il sesso venga normalizzato, che non sia tabù per nessuno. L’amore è uno dei piaceri della vita (insieme a carboidrati e vino), non saranno certo la terza e quarta età a fermarci!

Catia Bufano

Vedi anche: BODYSUITS: un sé più profondo della pelle

Catia Bufano

Laureata in Lettere Moderne, studia attualmente Filologia Moderna presso l’università di Napoli Federico II. Redattrice per La Testata e capo della sezione Fotografia. Ama scrivere, compratrice compulsiva di scarpe, non vive senza caffè. Il suo spirito guida è Carrie Bradshaw, ma forse si era già capito.
Back to top button