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Romy Schneider e Alain Delon, una storia di amore e di tormenti

Tutti conoscono la meravigliosa Romy Schneider, la giovane attrice che ha interpretato la beneamata principessa Sissi.

Nel ruolo fu così iconica che i volti delle due risultano ora coesi, inscindibili.

E lo stesso numero di persone conosce Alain Delon, il celeberrimo attore noto ancora oggi come sex symbol senza tempo.

Ciò che forse è un po’ meno noto è che i due ebbero una travolgente relazione, degna di un film che avrebbero potuto interpretare assieme, dal finale, però, che poco si addice alle rom-com odierne.

Ormai nota al grande pubblico per la saga che l’ha resa la sempiterna Sissi, Rosemarie Magdalena Albach-Retty, questo il vero nome di Romy Schneider, prese parte a un altro film. Si trattava de L’amante pura, pellicola che la vedeva protagonista assieme a un giovane allora sconosciuto: Alain Delon.
Durante il corso delle riprese di quella pellicola così sentimentale e romantica, i due si innamorarono perdutamente.

Da quel momento amore e carriera procedettero a gonfie vele per gli artisti patinati, che divennero simboli di talento, fascino, bellezza e carisma estremi. Ruoli su ruoli caddero sui due innamorati, dei quali anche l’Europa si innamorò. Il loro candore e il loro sentimento affascinarono nazioni intere, che vivevano tramite la coppia un film romantico oltre i film.

Finché, un giorno, la cantante Nico dei Velvet Underground annunciò di essere incinta del bell’attore. Quest’ultimo, nonostante la straordinaria somiglianza con il bambino venuto al mondo, ne negò la paternità.

A ciò però seguì il vero cataclisma: il flirt con l’attrice Nathalie Barthélémy. Il womanizer decise allora di lasciare l’innamorata Romy dopo sei anni di relazione e la promessa di diventare suo marito. E lo fece in un modo davvero poco coraggioso. Decise infatti di lasciarle un biglietto e di scappare. E le scrisse: «Mi dispiace. Ti farei soffrire, meglio lasciarci Puppelé. Parto per il Messico con Nathalie. Ti auguro ogni bene.»

Romy Schneider fu perciò pervasa da una forte umiliazione e da una ancor più profonda sofferenza. E cercò di soffocarla mediante un matrimonio improvvisato, quello con l’attore Harry Meyer, col quale non fu mai felice, ma dal quale ebbe un figlio, David.

La carriera della donna si interruppe, ma venne risvegliata proprio da quell’amore mozzato. Alain Delon infatti pretese la sua presenza in un film, La piscina, che li rese ancor più immortali agli occhi del cinema.

Tramite questo nuovo incontro i due si legarono nuovamente l’uno all’altra, in un rapporto ricco d’amore, ma tramutato in una natura che ne escludeva la passione, al punto tale che Romy sostenne: «L’uomo più importante della mia vita resta Delon. È sempre pronto a tendermi la mano. Correrebbe in mio aiuto in qualsiasi momento. Alain non mi ha mai abbandonata a me stessa, né oggi né ieri.»

Le loro vite sentimentali però continuarono separate. Alain fece coppia con Mirelle Darc. E Romy si risposò, stavolta col giornalista Daniel Biasini, dal quale ebbe una figlia, Sarah.
Seguirono altre storie burrascose per la donna, che non ritrovò mai un amore profondo.

Nel mentre, Romy e Alain si rincontravano sul set, rifocillando quell’affetto mai estinto.

Un giorno cupo, però, arrivò quando il figlio di Romy ebbe un incidente scavalcando un cancello e morì a soli quattrodici anni. E quell’avvenimento segnò l’inizio della fine.
La depressione colpì la donna così profondamente da peggiorarle dei problemi di salute sopravvenuti. E la debole e giovane fanciulla si ridusse in fin di vita a soli quarantatré anni.

Delon corse perciò al capezzale di quella che poi definì l’amore della sua vita, restando al suo fianco fino all’ultimo respiro. E le scrisse proprio lì una lettera, che recitava: 

«Ti guardo dormire. Sono accanto a te, mia Puppelé. E penso che sei bella, e che forse non lo sei mai stata così tanto. Per la prima volta nella mia vita – e nella tua – ti vedo serena, in pace. Come sei calma, come sei bella. Sembra che una mano abbia dolcemente cancellato dal tuo viso tutte le angosce. Mio Dio, come eravamo giovani, e come siamo stati felici. Poi la nostra vita, che non riguarda nessuno se non noi, ci ha separati. Mia Puppelé, ti guardo ancora e ancora. Voglio divorarti di sguardi. Riposati. Sono qui, vicino. Ho imparato un po’ di tedesco, grazie a te. Ich liebe dich. Ti amo. Ti amo, mia Puppelé.»

Giovanna Iengo
Vedi anche: Come si vestivano gli hippie?

Giovanna Iengo

Giovanna Iengo, appassionata di serialità televisiva statunitense e di streamer globalizzati. Si affaccia all'intersezionalità nei panni di alleata e prova a scoprire il mondo, tra un approfondimento e un po' di attualità.

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