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Di donne, di uomini e dell’innamoramento: quando è tutta una questione di biochimica


“Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere.” 

Mai frase fu più vera.
Socialmente uguali, biologicamente diversi
.

E quando si tratta di amore, c’è da dirlo, sono davvero su due pianeti distanti anni luce.

Ciò che ci rende così differenti gli uni dalle altre risiede in primis nelle aree del nostro corpo che si attivano durante la fase dell’innamoramento.
Se nel primo contano la percezione visiva e l’eccitazione sessuale, nella seconda entrano in gioco la memoria e l’attenzione, rendendo evidente in quest’ultime la volontà di una conoscenza meno superficiale e palesando uno dei cliché più conosciuti nella storia dei film strappalacrime.

Una piccola precisazione.

Ci sono tanti fattori che portano due persone ad innamorarsi, non si può fare di tutta l’erba un fascio, ed ogni caso è dettato dalla personalità della coppia e dal loro background.
Ciò non toglie che è interessante riuscire ad individuare un minimo comune denominatore che accomuna molti tipi di comportamento catalogati, scientificamente, come tipici maschili e femminili, che tendono a ripetersi nell’antica arte del corteggiamento.

In un TEDx Talks del 2016 (qui il video completo), la biologa Dawn Maslar ha parlato di tali differenze dettate dagli ormoni presenti nel nostro organismo e dal loro sottile e ben bilanciato equilibrio.


La Maslar, affascinata da questo processo e dagli studi condotti sulle arvicole – adorabili e romantici roditori conosciuti per essere una delle poche specie animali monogame – ha confermato le sue ipotesi sulla diversità biochimica che sussiste fra uomo e donna, evidenziandone gli aspetti più significativi.

La sua indagine parte dal riconoscimento della dopamina come elemento cardine per l’innamoramento. Questo neurotrasmettitore, oltre ad altre funzioni, svolge il compito di controllare la sensazione del piacere.
Come stesso la biologa ci tiene a sottolineare, però, questo benessere può essere provocato da molti fattori, non sempre legati al sentimento amoroso. Dunque, solo l’aumento di dopamina non basta affinché avvenga la magia.

Nelle donne, il responsabile di molti cuori infranti è l’ossitocina, chiamato anche cuddle hormone. Quest’ormone “delle coccole” è strettamente legato alla maternità, in quanto stimola la contrazione dell’utero al momento del parto. Si è notato come, quando una donna è interessata a qualcuno, l’ossitocina aumenti ben del 51%. Ecco cosa porta l’individuo dotato di cromosoma XX ad invaghirsi.


E per soggettoXY?
Sarebbe troppo facile se funzionasse tutto nello stesso modo, vero?
Anche gli uomini possiedono l’ossitocina, ma questa viene inibita dalla presenza del testosterone.
Maslar ha quindi dedotto che bisognasse cercare un ormone con formula simile al cuddle hormone, trovando nella vasopressina il perfetto candidato.

Quindi eccoci, trovati gli estremi dell’equazione.
Ma perché si dice che le donne tendano ad innamorarsi più facilmente degli uomini? Leggenda metropolitana?
Pazienza, fra poco tutto comincerà ad avere un senso.

Nella donna è un continuo costruire. Dopamina ed ossitocina aumentano lentamente, fino ad arrivare al momento dell’orgasmo con l’altra persona, quando improvvisamente ogni fibra dell’epidermide si rende conto di essere sciaguratamente ed inevitabilmente innamorata. Quella che avviene è senza dubbio un’esplosione alla quale non c’è ritorno.

Nell’uomo… beh. Non arrabbiatevi, maschietti, nessuno vuole dipingervi come spregevoli e senza cuore, qui si parla solo di fatti pratici e scientifici.
Dicevamo, anche nell’uomo, durante il corteggiamento, la vasopressina aumenta, ma a differenza della donna, una volta avvenuto l’atto sessuale, crolla. Interesse 0, KO del rapporto.


Marziani e Venusiane si trovano quindi ora a fronteggiare due idee e sensazioni totalmente differenti, che sicuramente li lascerà perplessi per un po’.

E sembrerebbe sia tutta colpa del povero testosterone!

Sì, perché uno studio condotto dall’Università di Harvard, prendendo in esame soggetti maschili single, sposati e fidanzati, ha scoperto che il livello dell’ormone in coloro che erano in una relazione stabile, ufficializzata dalla legge e non, fosse meno alto rispetto agli scapoli.
E cosa abbiamo detto prima sul testosterone che annulla l’ossitocina?
Questo dato è stato fondamentale per decifrare il momento in cui un uomo sembrerebbe innamorarsi effettivamente, ovvero quando decide di prendere un impegno.

Scontato? Andatelo a spiegare alla malcapitata in lacrime a causa del pischello di turno che è tutta una questione biochimica e che un’arvicola ha prospettive sentimentali più rosee delle sue.
Si aprono scommesse sul tempo impiegato per mandarvi a quel paese.


Ilaria Aversa

Vedi anche: Philofobia: l’amore qualche volta ha paura

Ilaria Aversa

Classe 1996, Ilaria Aversa nasce a Sorrento in un lunedì di giugno. Fortemente convinta che la pasta sia il suo unico credo, si è laureata in Storia dell'Arte, dimostrando di sapersi concentrare ed impegnare seriamente, ogni tanto. Ama prendersi poco sul serio, infatti la sua massima più ricorrente è "Almeno sono simpatica". O, almeno, lo spera.

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