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Chi è Abdulrazak Gurnah, Nobel per la Letteratura 2021

È lo scrittore Abdulrazak Gurnah il vincitore del premio Nobel per la Letteratura 2021.

L’accademia di Svezia ha deciso di conferire il riconoscimento al romanziere africano per “la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel golfo tra culture e continenti”.

Ripercorriamo insieme la sua storia letteraria!

Anche quest’anno il verdetto è stato tanto inaspettato quanto apprezzato: ad essere premiata è una scrittura che ha un suo peso sociale e politico.

Al centro dei romanzi di Abdulrazak Gurnah ci sono, infatti, la migrazione e lo spostamento, in particolare dall’Africa. L’appartenenza, la memoria e il colonialismo sono i temi più ricorrenti delle sue opere.

I suoi romanzi rifuggono dalle descrizioni stereotipate e aprono il nostro sguardo su un’Africa orientale culturalmente diversificata e sconosciuta a molti in altre parti del mondo.

Anders Olsson, capo del comitato del Nobel

L’interesse per questi argomenti nasce dalla sua esperienza di vita: nato nel 1948 a Zanzibar, Gurnah all’età di diciotto anni scappa dai conflitti in corso sull’isola per rifugiarsi in Gran Bretagna. 

È in Inghilterra che ha iniziato a scrivere, in una terra straniera a cui ha richiesto asilo. L’autore è il primo immigrato dei suoi libri e ha vissuto in prima persona l’esperienza dello spostamento, con il conseguente trauma di doversi costruire una nuova identità per adattarsi ad una realtà diversa.

Professore universitario di Letteratura Inglese e Postcoloniale, il premio Nobel deve la sua fama a diversi romanzi tra i quali ricordiamo Paradiso (1994), Sulla riva del mare (2001) e Il disertore (2005).

Gurnah ha voluto sottolineare quanto sia importante per l’Europa accogliere i rifugiati dell’Africa. “Molte di queste persone che vengono, fuggono per necessità e anche, francamente, perché hanno qualcosa da dare” e quindi sono una vera ricchezza, secondo lo scrittore.

“Il mondo è molto più violento di quanto non fosse negli anni Sessanta, per questo ora c’è una maggiore pressione sui Paesi più sicuri” ha poi continuato.

Il ringraziamento di Abdulrazak è stato, dunque, un inno all’ospitalità e all’accettazione dell’altro, nella consapevolezza e nella speranza di una profonda solidarietà tra gli uomini.

Maria Paola Buonomo

Clicca qui per scoprire la storia e i lavori del premio Nobel per la letteratura del 2020.

Maria Paola Buonomo

Laureata in Lettere Moderne, filologa in fieri, scrivo per sperimentare e accrescere il mio ego. Tra un esame e l’altro, mi cimento ai fornelli come piano b per il futuro (ma qual è il piano a?!). Sono una fastidiosissima ritardataria cronica, ma non è certo un difetto, anzi, è il mio punto forte: vivo con calma… Nel sangue mi scorre indecisione mista ad incoerenza. Il caos è il mio spirito guida. Rispetto la natura e ogni forma di vita, tranne gli esseri umani. Condivido il cuore con il mio cane.

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