Cinque canzoni italiane che raccontano eventi di cronaca e di storia

La musica, come diceva Bob Marley, colpisce e non fa male. Però colpisce.
Siate curiosi.
Risveglio felice e lento, il mio. Oggi si legge e si fa la memoria. Ho la forza di vedere il bello. È incredibile come eventi storici e di cronaca rimangano impressi negli occhi e nella mente delle persone. Eventi che hanno letteralmente cambiato il volto del nostro paese. Un percorso, se volete chiamatela pure playlist, che racconta la storia. Ho fatto fatica a sceglierle. Solo per voi.
Alfredo | Baustelle
“Il cielo è un punto, non lo vedo più
L’uomo ragno m’ha tirato un polso
Si è spezzato l’osso ora
Dormo oppure sto sognando”
La canzone narra del tragico avvenimento di quarant’anni fa a Vermicino, quando il piccolo Alfredino Rampi cade in un pozzo dove lotta per la vita per sessantatré ore. La tragedia viene documentata in diretta dai media, e i vani tentativi di salvataggio del bambino portano la consapevolezza dell’esigenza di un servizio pubblico per la gestione delle emergenze: nasce così la Protezione Civile.
La nevicata del ‘56 | Mia Martini
“E Roma era tutta candida
Tutta pulita e lucida
Tu mi dici di sì
E l’hai più vista così
Che tempi quelli”
Mia Martini nel 1990 porta a Sanremo questa canzone aggiudicandosi il premio della critica. Nel testo si narra della grande ondata di freddo che colpisce l’Italia nel 1956. La nevicata della fine degli anni 50 viene ricordata come la nevicata del secolo e nelle parole della canzone vengono fuori tutte le emozioni e i ricordi di quel tempo, tradotti dalla grande interpretazione di Mia Martini.
La canzone di Marinella | De André
“Questa è la tua canzone, Marinella
Che sei volata in cielo su una stella
E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno, come le rose”
La canzone racconta un fatto di cronaca nera del 1953 che aveva catturato l’attenzione dei media. Sembra essere dedicata a una ragazza del sud emigrata a Milano e in cerca di lavoro, che per via di un amore folle lascia il lavoro di operaia ed entra nel mondo dello spettacolo, trovandosi in un giro di prostituzione che la porta alla morte. De André ha dichiarato: “Ho cercato di reinventarle una vita e di addolcirle la morte.”
Balla balla ballerino | Lucio Dalla
“Per la mia commozione
c’è una ragazza al finestrino
Gli occhi verdi che sembrano di vetro
Corri e ferma quel treno fallo tornare indietro”
2 agosto 1980, Bologna, stazione centrale. Ventitre chili di esplosivo fanno crollare l’ala ovest della stazione, muoiono 85 persone e ne rimangono ferite 200. Nel settembre dello stesso anno, Lucio Dalla pubblica Balla balla ballerino, una canzone che da un’immagine romantica e a tratti folle della strage. Un ballerino incitato a ballare costantemente e non fermarsi.
Pierre | Pooh
“E scusami
Se non ti ho riconosciuto però
Sotto il trucco gli occhi sono i tuoi
Non ti arrendi a un corpo che non vuoi sentire”
Scritto nel 1976 da Roby Facchinetti e Valerio Negrini, resta uno dei pezzi più significativi del repertorio dei Pooh. Il brano è un inno contro i pregiudizi, l’omofobia e la transfobia. Un discorso delicato, all’epoca. Una presa di posizione matura e coraggiosa, che spalancava le porte all’apertura mentale dei giovani. Il testo parla di un ragazzo, Pierre, che ha un aspetto che salta subito all’occhio degli altri compagni, per diversità, per modo di essere particolare rispetto agli altri, e per questo viene discriminato.
Ripropongo. Siate curiosi. Sempre.
Francesca Scotto di Carlo
Vedi anche: Cinque canzoni d’amore che non conosci
A queste canzoni aggiungerei “Canzone per un’amica” (nota anche come “In memoria di S.F.”) di Francesco Guccini, pubblicata nel suo album d’esordio “Folk beat n. 1” del 1967. Questa canzone trae origine dal decesso di una donna, Silvana Fontana, la quale era una cara amica sia di Francesco Guccini che di Franco Ceccarelli (un membro della band Equipe 84 con cui il cantautore era solito collaborare). Infatti, quest’ultimo ha raccontato di aver ricevuto la notizia della scomparsa poco prima dell’esibizione dell’Equipe 84 al Festival dell’Unità di Ferrara: «Eravamo al Festival Nazionale dell’Unità a Ferrara. Pochi minuti prima di salire sul palco, qualcuno ci venne a dire che Silvana, una della compagnia del bar Grande Italia era appena morta, in un incidente stradale. Ma davanti a noi c’erano circa cinquantamila persone che ci aspettavano, e non sapevano che Silvana era una nostra cara amica, e che se n’era andata».
L’incidente stradale trattato in “Canzone per un’amica”, brano ricantato successivamente anche da Enrico Ruggeri (1995) ed i Nomadi (1968), è accaduto quasi un anno prima della pubblicazione del disco “Folk beat n. 1” del 1967 (2 agosto 1966). Sull’autostrada del Sole, a circa 10 chilometri dal casello di Reggio Emilia, l’automobile su cui viaggiavano la 24enne Silvana Fontana ed il suo fidanzato Augusto Artioli di 21 anni (una Rover 2000 TC) per cause incerte finì in una corsia opposta alla loro valicando un’aiuola spartitraffico e scontrandosi con una Fiat 1500, nella quale a bordo vi furono due bolognesi (il 52enne Giovanni Diomede e la 45enne Anna Maria Zana Boni) che spirarono sul colpo. L’amica di Francesco Guccini e Franco Ceccarelli, invece, morì tre ore più tardi a causa delle lesioni riportate dall’incidente stradale in un nosocomio della provincia di Reggio Emilia nel quale fu ricoverata assieme al fidanzato, il quale fu l’unica persona sopravvissuta.