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Bestemmie dal mondo: la mordente satira di Hogre

La satira è la più alta forma di libertà, lo strumento che ci aiuta a capire la verità, che smaschera con il sorriso ipocrisie e bugie. 

“Bestemmie dal mondo” è un originale cortometraggio satirico creato dell’artista Hogre per il festival delle arti censurate Ceci n’est pas un blasphème. 

Pungente e riflessivo, questo cortometraggio ci mostra con schiettezza come la Chiesa censura costantemente ogni forma di espressione che possa mettere in dubbio il suo potere. 

Il reato di blasfemia, ancora presente in molti paesi, è incompatibile con la società democratica in cui viviamo, ed è una testimonianza di come i sistemi religiosi tentino di imporre il loro potere e la loro visione del mondo riducendo al silenzio artisti e attivisti. 

Emanuela Marmo in “Bestemmie dal mondo”

Come ha dichiarato a Fanpage.it Emanuela Marmo organizzatrice di “Ceci n’est pas un blasphème”: “Il sentimento religioso ha assunto un enorme valore come oggetto politico. Le lezioni che si verificano quando questo viene offeso sono di fatto ben più gravi delle provocazioni artistiche”. 

Perché è importante vedere “Bestemmie dal mondo”, indipendentemente se si è credenti o meno? 

Necessario è scindere la Chiesa creata e gestita dagli uomini, che ancora sostiene forme di pensiero fortemente ingiuste e discriminatoria, anche nei confronti delle donne e Dio.

Riflettere per capire e combattere le ingerenze delle istituzioni religiose nell’ambito culturale e nella sfera dei diritti civili quali ad esempio il diritto all’aborto, il diritto al divorzio, i diritti LGBTQ+

Helena Velena in “Bestemmie dal mondo”

Si discute spesso sul fatto che la satira in particolare, quella che sbeffeggia la religione, possa essere offensiva. 

Spesso può risultare eccessiva, in particolare per un credente, ma perché è così importante che si continui a farla? 

Il fine della satira è quello di mettere in luce le incongruenze, le ipocrisie, le storture, è fatta per colpire un potere, anche attraverso immagini forti che lasciano un segno nello spettatore, per creare una consapevolezza della realtà e scardinare regole e pensieri retrogradi che ancora oggi ostacolano la libertà. 

Nel momento esatto in cui qualsiasi forma di satira viene censurata si stanno perdendo le libertà fondamentali della democrazia, la libera espressione. 

Come disse Dario Fo: “La satira è un’espressione che è nata proprio in conseguenza di pressioni, di dolore, di prevaricazione, è un momento di rifiuto di certe regole, di certi atteggiamenti; liberatorio in quanto distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente”. 

Beatrice Gargiulo

Foto interne di Giovanni Allocca 

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Beatrice Gargiulo

M. Beatrice Gargiulo, studentessa di archeologia, ama l’arte, la storia e dedicare il tempo libero alla lettura.

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