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“Nelle sue ossa” tra misteri ed ironie

Nelle sue ossa è il primo romanzo dell’emergente scrittrice Maria Elisa Gualandris.

Una storia avvincente dove la protagonista-giornalista, Benedetta Allegri, con ironia affronta i misteri del lago.

Maria Elisa Gualandris, giornalista di cronaca nera e scrittrice, ha costruito un giallo ambientato nei pressi del lago Maggiore dove, in una villa, vengono ritrovate delle ossa e da qui tanti enigmi da scoprire spetteranno alla protagonista.

Non voglio però spoilerare nulla, perciò ho deciso di intervistare la frizzante e carismatica Maria per entrare ancora meglio nell’opera.

Com’è nato il tuo libro, a cosa ti sei ispirata?

«La storia è nata dal lago e le ville che ci sono nella mia zona, camminando lungo il lago ho pensato a quali segreti potessero contenere; avendo una passione per i gialli e i Cold Case la mia fantasia subito ha iniziato a prendere il volo ed è nato il mio primo romanzo.»

C’è qualche scrittrice a cui ti sei ispirata, dov’è nata questa passione per i gialli?

«Dalla lettura, mi piacciono i gialli. Una scrittrice che mi ha sempre affascinata è Camilla Läckberg, svedese; molti, inoltre, mi dicono che il mio stile assomiglia a quello di Alessia Gazzola, dicono che ho lo stile dell’allieva, questo è un complimento per me.

Effettivamente nel mio romanzo c’è la cronaca, l’ironia e anche una storia sentimentale. Poi, certo, io sono una giornalista, inevitabilmente la mia vita e il mio lavoro mi influenzano nella scrittura.»

Cosa ti ha spinto alla scrittura?

«Sicuramente la lettura. Fin da piccola ho sempre letto e mi è venuto quasi spontaneo, ho iniziato con dei racconti e poi ho scritto questo romanzo.»

Cosa significa, per te, scrivere?

«Per me scrivere è libertà totale, è un modo per rilassarmi, distoglie la mente dalla realtà e non pensi ai problemi quotidiani, è una cosa liberatoria.»

L’ironia che emerge dai libri è una tua caratteristica o è solo una prerogativa della tua scrittura?

«Sono anche io molto ironica, un po’ di leggerezza nella vita ci voglia, penso che non bisogna appesantire troppo le persone.»

Hai in programma altri libri?

«Sì ho già terminato il secondo, sempre la stessa protagonista, Benedetta Allegri, una giornalista precaria nel primo libro, in quest’altro, invece, vedremo il suo futuro lavorativo con il secondo caso da risolvere.»

Il sequel è nato dalla reazione del pubblico o lo avevi già in mente?

«Io avevo già voglia di scrivere un altro, però molte persone che hanno letto il libro mi hanno chiesto se ci fosse un sequel e questo mi ha spinta ancora di più a buttar giù le idee e le parole.»

Ci sarà anche un terzo libro?

«Mi piacerebbe molto scrivere anche un terzo libro ma non ci ho ancora pensato.»

Qual è stata la reazione del pubblico?

«Io sono un’esordiente, non mi aspettavo nulla, però fortunatamente ho avuto tutte reazioni positive, molte persone mi hanno detto che si sono affezionati al libro e si sono divertiti, spero ci saranno altri lettori che condividano il loro parere, mi piace sapere cosa ne pensano.»

Hai in mente qualche altro libro o vorrai continuare solo la storia di Benedetta?

«Sì, mi piacerebbe, anche qualcosa più sul noir, ma per ora è ancora presto.»

Questa emergenza sanitaria come l’hai vissuta da scrittrice?

«Nel primo lockdown scrivere è stato utilissimo, è stato un motivo per andare avanti e anche nella seconda parte, mi ha aiutato a riempire le ore in casa.»

Immagino sia stato difficile creare un legame con il pubblico, senza delle presentazioni in presenza o sbaglio?

«Sì, all’inizio non è stato semplice. Adesso abbiamo iniziato a fare qualche presentazione in presenza e spero che ce ne saranno altre. Anche per le presentazioni di altri scrittori, trovo fondamentale il contatto con il pubblico e con i miei colleghi.»

Cosa diresti a chi aspira a fare lo scrittore?

«Non arrendetevi, è dura scrivere e pubblicare, è difficile ma vi darà tanta soddisfazione, ce la potete fare.»

Se volete immergevi in un mondo misteri ed ironie vi consiglio vivamente di leggere Nelle sue ossa di Maria Elisa Gualandris.

Federica Auricchio

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Federica Auricchio

Sono Federica Auricchio e mi definisco Napoletana dalla nascita, perché nel mio sangue ribollono la musica, la poesia, la bellezza, il comunismo e la felicità. Filologa da un paio di anni combatto le discriminazioni sociali con il sorriso e la penna, amo seminare in campi incolti perché è bello, poi, veder germogliare fiori rari.

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