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SAMO SAVES IDIOTS: Basquiat, il James Dean dell’arte moderna

“Una notte stavamo fumando erba ed io dissi qualcosa sul fatto che fosse sempre la stessa merda, The Same Old Shit. SAMO, giusto? Immaginatevi: vendere pacchi di SAMO! E’ così che iniziò, come uno scherzo tra amici, e poi crebbe.”

Classe 1960, Jean Michel Basquiat nasce a Brooklyn il 22 dicembre 1960 da padre haitiano e madre statunitense di origini portoricane. Nel 1975 ha quindici anni quando, a seguito del divorzio dei suoi genitori avvenuto quando Jean-Michel aveva solo sette anni, scappa di casa e va a vivere in strada. L’anno seguente inizia a frequentare la City-as-School di Manhattan. 

È il primo artista di colore ad acquisire fama a livello internazionale. Nelle sue opere risultano evidenti i riferimenti alla tradizione iconografica afroamericana e la volontà di riscatto sociale in un’ottica di superamento di qualsiasi discriminazione razziale e forma di segregazionismo.

L’immagine icastica di Basquiat affonda le sue radici in un mosaico di personalità della blackness: dal sassofonista Charlie Parker a Miles Davis, fino ai campioni della box come Cassius Clay e Joe Louis. Il self-made man presenta al mondo dell’arte nel 1978 quando si iniziano a leggere le poesie per le strade di New York, firmate SAMO

SAMO è il sodalizio tra Basquiat e Al Diaz, giovane graffitista che operava sui muri della Jacob Riis a Manhattan. I due iniziano a fare uso di LSD portando al culmine la sperimentazione psichedelica in campo artistico, non a caso nel 1987 con la morte di Warhol, Basquiat sarà vittima di una forte tossicodipendenza che toccherà il vertice con la sua morte, avvenuta il 12 agosto 1988, a soli ventisette anni, per overdose di eroina. A tal proposito la giornalista Phoebe Hoban, autrice di Basquiat. A Quick Killing in Art, ci lascia una testimonianza del ritrovamento da parte della ventiduenne Kelle Inman del corpo inerme dell’artista al 57 di Great Jones Street la sera del 12 agosto 1988 e della celebrazione privata del funerale presso il Green-Wood Cemetery di Brooklyn, suo quartiere nativo. 

Sarà in un ristorante di SoHo che avverrà il fatidico incontro tra Basquiat e il re della Pop art, al quale riuscirà anche a vendere alcune delle sue opere. Jean-Michel inizia a frequentare i club più esclusivi della scena newyorkese del tempo, intrattenendo talvolta rapporti con gli omosessuali incontrati nei club per guadagnarsi da vivere.

Verrà lanciato nel panorama artistico del tempo da Annina Nosei, nota gallerista italiana con sede a New York, che in occasione dei 50 anni dalla nascita dell’artista, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Vanity Fair nel 2010: 

“Era molto vivace intellettualmente ed emotivamente tormentato. Molto entusiasta, ma anche molto sensibile. E soprattutto era un artista geniale, tormentato dalla stupidità del mondo. Io non sono una psichiatra, non so come si sviluppa un giovane che ha questi contrasti dentro di sé. Ma so che le droghe che lo hanno ucciso le ha prese per questo. Forse era il solo modo in cui poteva andare. Basquiat l’ho inventato io. Appena ho visto i suoi lavori ho capito che era un genio. Ero la sua gallerista, ma aveva 19 anni e in certi momenti il nostro rapporto diventava quasi materno. Quando sono andata a trovarlo per la morte del suo grande amico Andy Wahrol piangeva disperato, e mi disse: “Ora sono solo, non ho più nessuno con cui parlare”. Per lui era scomparsa una persona in grado di capirlo, e non erano molte.”

La sua prima mostra si terrà al Times Square Show nell’80, retrospettiva organizzata da un gruppo di artisti, tra i quali figurerà Keith Haring, suo grande amico fino alla morte. Le sue opere raggiungeranno ben presto cifre esorbitanti, del resto il trinomio arte-donna e sostanze psichedeliche lo accompagnerà per tutta la vita.

Il suo fascino risulta irresistibile a molte donne, tra cui figurerà Madonna come sua amante fissa, anche se il rapporto tra i due sarà destinato a durare solo pochi mesi. 

Il film Basquiat del 1996, diretto da Julian Schnabel e basato sulla vita dell’artista mette in scena l’intera vicenda biografica del genio tormentato: 

Denise Bossis

Fonte immagine: https://www.teahub.io/viewwp/ixTiJix_jean-michel-basquiat/ 

Denise Bossis

Anticonformista costantemente in controtendenza, chitarrista all’occorrenza e tanto nostalgica dei mitici anni Ottanta da portarmi dietro un walkman mal funzionante. Sono Denise, ho 18 anni e un pò troppi capelli rossi. Attualmente frequento il Liceo Classico. Tra i miei vinili ho tanti sogni sparsi nel cassetto, tra cui quello di indossare magari un giorno il camice bianco.

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