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Torlball e Goalball: lo sport che unisce

Perché niente può fermare lo sport!

E una dimostrazione sono i giochi sportivi per non vedenti, come il Torlball e il Goalball.

Accettare le proprie disabilità e focalizzarsi su altri punti di forza è quello che fanno molte persone che cercano di andare avanti nonostante i problemi e gli handicap, che si impegnano nel fare qualcosa potenziando altre qualità.

Vi assicuro che vedere questi sport da vicino è davvero incredibile e trasmette tanta energia e forza, forza di andare avanti, sempre!

Ma come funzionano nello specifico?

Partendo dal Torlball.

Si fronteggiano due squadre da tre giocatori ciascuno, con tre riserve ognuna.

Ogni giocatore deve obbligatoriamente indossare una benda oculare per oscurare del tutto la vista e un tappetino come punto di riferimento.

Il campo da gioco è di forma rettangolare di 16 m x 7 m ed è diviso in due metà da tre cordicelle tese dotate di campanellini.

Lo scopo è di lanciare con le mani la palla nella porta avversaria, passando attraverso le corde e anche la palla deve contenere al suo interno dei sonaglini in modo da poter ascoltare la sua traiettoria. Se il pallone tocca la corda, si commette un fallo, che consiste nell’uscita momentanea del giocatore che ha effettuato il tiro e dopo tre falli, la squadra avversaria potrà tirare un rigore.

La partita dura 10 minuti ed è divisa in due tempi.

Fondamentale è che ci sia assoluto silenzio per permettere di udire la palla.

 La figura dell’allenatore è importante solo durante l’allenamento, in quanto nel momento della partita, non è consentito parlare proprio perché ogni minimo rumore potrebbe essere motivo di fastidio.

È un gioco estremamente utile per i ciechi proprio perché sviluppa fortemente la capacità di movimento e di coordinazione, oltre al tatto e all’udito, ovviamente. A livello umano, è un aiuto a socializzare e a collaborare, a fidarsi di sè stessi, delle proprie capacità, e a sensibilizzare verso l’importanza del rispetto delle regole e per questo motivo può essere svolto anche dai vedenti, in quanto tutti devono sono muniti di benda.

Cosa cambia nel Goalball?

Le regole sono fondamentalmente le stesse, ma la partita dura 24 minuti ed è divisa in due tempi di 12 minuti, il pallone è più pesante (1250 grammi contro i 500 grammi del torlball), non ci sono tappetini e corde e le azioni sono più complesse.

Nato per aiutare il processo di riabilitazione dei veterani ipovedenti della Seconda guerra mondiale, nel 1976, alle paraolimpiadi di Toronto, viene accolto come gioco dimostrativo che diviene poi sport paraolimpico ai mondiali svolti in Austria nel 1978, fino a far parte del programma paralimpico ufficiale a tutti gli effetti nel 1980, in Olanda, durante le paralimpiadi di Arnehm.

Il torlball, invece, non è entrato ancora a far parte nel programma dei giochi paraolimpici, nonostante sia molto diffuso, ma è riconosciuto come sport paraolimpico a tutti gli effetti. 

Nasce nel 1946 da tedeschi che cercavano un modo per aiutare persone divenute cieche a causa dell’avanzare dell’età o per incidenti o traumi attraverso l’educazione motoria.

In Italia, ci sono 3 categorie di torlball: seria A, B e C per quello maschile e A per quello femminile, che tra l’altro, conquistò la vittoria nel 2017 a Innsbruck, in Austria, al suo esordio!

La nazionale italiana di Goalball invece ha vinto una medaglia d’oro alle Paraolimpiadi di Barcellona nel 1992. Vengono disputati anche i Campionati mondiali, quelli europei e i World Gamese.

Giochi del genere permettono dunque di abbattere tutte le differenze nonchè le difficoltà e incidono positivamente sull’autostima.

E quindi…avanti tutta!

Alessandra Liccardi

Vedi anche: Arte e sport, sport e arte: curiosità da non perdere

Alessandra Liccardi

Alessandra Liccardi nasce a Napoli il 19 ottobre del 1995. Laureata in Lettere Moderne alla Federico II e laureanda in Filologia Moderna, ha la passione per i libri, che legge molto velocemente e la musica, infatti ha frequentato una scuola di canto e danze caraibiche. Svolge attività fisica regolarmente perché le piace stare in forma.

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