Primo PianoArte & Cultura

Le macchinazioni: uno specchio tra fantasia e realtà

Le macchinazioni è il nuovo libro di Magarian Baret, uno scrittore anglo-armeno, pubblicato con Ensemble edizioni.

Sono in biblioteca avvolta dai libri inventariando “Manoscritti economici e filosofici” di Marx, finisco di scrivere l’Ibsn, battendo l’ultimo trattino e quel numero 2 guardo l’orologio.

Per quanto tempo è per sempre?

A volte, solo un secondo.”

Cavolo, è tardi – penso fra me e me – devo chiamare Magarian.

TU-TU-TU-TU…

  • Pronto?
  • Salve, sono Federica, la redattrice de La Testata, testa l’informazione
  • Ah sì, ciao, posso darti del tu?
  • Ma certo!

Una voce amichevole, solare, accogliente mi arriva dalla cornetta e l’ansia di quel “TU-TU-TU-TU…” si placa in un solo respiro.

Come ti avevo anticipato avevo intenzione di parlare del tuo ultimo romanzo, ci racconti come è nato?

Ho avuto quest’idea mentre viaggiavo su un pullman da Londra a Oxford, stavo pensando ad un’opera famosissima “Tenera e la notte” di Francis Scott Fitzgerald, dove la coppia protagonista ha uno scambio di energia. Lui aiuta la moglie e sforzandosi di darle energia vive un peggioramento; quindi mentre lei migliora lui degenera. Pensando a questo romanzo mi è venuto in mente il protagonista: Bloch, uno romanziere che inizia a stilare un racconto e successivamente, ciò che lui scrive, diventa reale.

Le due idee, nate su questo pullman, sono state una sorta di matrimonio, una fusione nel mio libro, così ho cominciato a scrivere un racconto breve, invece è cresciuto, si è sviluppato ed è diventato un romanzo.

Morale della storia: per essere scrittore devi viaggiare con un pullman da Londra a Oxford!

Ridiamo, queste pareti si assottigliano, quasi non mi sembra più essere tra i libri, con il computer avanti e la voce macchinosa dal cellulare inizia ad avere un tono più vicino, più umano.

Toglici questa curiosità, perché il titoloLe macchinazioni”?

Il titolo in inglese è “Fabrication”, poi Andrea Scirocchi che è un ottimo traduttore mi ha consigliato “Le Macchinazioni”. Il libro parla delle macchinazioni e l’autore vuole tenere tutto sotto controllo. Il lettore legge il racconto di Bloc e sa che è un racconto, invece, dopo, si rende conto che il racconto diventa reale. Il libro è molto ambizioso, parla anche di fama e celebrità ed è diventato specchio della realtà. La mia intenzione è stata quella di scrivere un romanzo attuale – non volevo scrivere giornalismo quotidiano – volevo avvicinarmi alla realtà ma senza farlo essere.

Sei uno scrittore anglo-armeno impiantato in Italia, quanto è importate ciò nella tua opera?

L’identità per me è una cosa molto importante, io ne sono alla ricerca. Quando scrivo sono alla ricerca delle mie radici, cerco di capire chi sono, da dove vengo; mi interrogo su me stesso. Poi il mio libro è anche satirico, l’identità al giorno d’oggi viene costruita, ad esempio in tv con i reality show, le persone hanno un’identità finta, così come i politici che mettono una sorta di maschera.

Sei riuscito a creare la tua identità o sei ancora alla ricerca?

La vita è sempre una rivelazione, tutti siamo fluidi, cerchiamo continuità, sì, ci sono persone che non hanno dubbi, vivono una vita concreta, non hanno bisogno di chiedersi “chi sono?”, lo scrittore non è così. Lo scrittore rischia di perdere la sua identità perché nel cercare nuovi personaggi dimentichi chi sei. Quando sei sempre uguale c’è il rischio di diventare uno zombie, è importante cambiare nella vita, provare diverse emozioni.

Tu sei ciò emerge anche nelle altre arti, infatti lavori in teatro e suoni il pianoforte. Quanto questo essere così poliedrico entra far parte nella tua opera?

La scrittura è il mio talento principale, suono il pianoforte, dipingo, ma non sono un pittore, non sono un pianista; mi piace provare, li faccio come una passione privata, non sono bravo, invece per essere scrittore ho studiato. Tutto il resto è per me una spinta creativa. Ogni cosa che uno scrittore fa, ogni esperienza, aiuta alla scrittura, ti fa diventare più ricco.

Lo scrittore è come una pianta, devi dargli sole e acqua.

Hai in programma altre opere?

Sto scrivendo, ho un altro romanzo che vorrei finire ma mi sono un po’ bloccato, però sicuramente lo finirò.

Cosa ti aspetti nel tuo futuro?

Mi piacerebbe fare interviste, eventi, spero di tornare in pubblico, vorrei promuovere il libro, non mi aspetto di avere successo, non mi aspetto nulla. Una persona che ha scelto di fare lo scrittore sa che non deve aspettarsi la fama. Lo fa per semplice passione. 

Vuoi dirmi qualcosa di te o delle tue poesie che senti di dover far emergere?

Compra il libro, questo è importante!

Le risate irrompono tra i manuali, tutto inizia ad avere il sapore della realtà.

A parte gli scherzi, i libri sono importanti, siamo in un momento difficile, leggere ti permette di non vivere in modo superficiale. I libri ti migliorano come persona, la mia vita è più ricca, sono una persona più vera e più profonda. La lettura ti dà la capacità di distinguere tra il vero e il falso, il cattivo e il buono.

I libri ti aiutano a renderti vivo.

Concludo con questa affermazione, i libri aiutano a renderti vivo.

Per questo oggi consiglio vivamente la lettura de “Le Macchinazioni” di Magarian Baret dove con un gioco di specchi, la fantasia incontra la realtà.

Federica Auricchio

Vedi anche: Correte tutti al “Sogna! Teatro Film Festival”

Federica Auricchio

Sono Federica Auricchio e mi definisco Napoletana dalla nascita, perché nel mio sangue ribollono la musica, la poesia, la bellezza, il comunismo e la felicità. Filologa da un paio di anni combatto le discriminazioni sociali con il sorriso e la penna, amo seminare in campi incolti perché è bello, poi, veder germogliare fiori rari.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button