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Jago e il miracolo della creazione artistica a Sant’Anna Dei Lombardi

“Mentre realizzo le mie cose, faccio esperienza della creazione: come una madre che si deve dedicare a se stessa nel momento della gravidanza. Non c’è un giorno in cui può dimenticare di prendersi cura di se stessa, nella misura in cui attraverso quella cura si prende cura del feto, no?”

-Jago, 19 giugno 2021

Roma, 1499.
Un uomo ha appena terminato una delle opere più commoventi e, allo stesso tempo, più complesse di tutta la scultura occidentale.

La presenta al Papa. Il Santo Padre la pone nella Cappella di Santa Petronilla e il popolo accorre. Il marmo viene subito accolto come un capolavoro, ma ancora non è chiara la paternità di una creazione così eccelsa.
Ecco che l’uomo, allora, incide: MICHAEL.A[N]GELVS BONAROTVS FLORENT[INVS] FACIEBAT”.

In quel momento, Michelangelo Buonarroti consegnava la Pietà di San Pietro – e il suo nome – alla storia.

Così, oggi, presso il meraviglioso Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardigrazie a ParteNeapolis, Società Cooperativa Sociale del Consorzio Proodos, gestore dei servizi museali del complesso monumentale – un altro tassello è stato aggiunto al mosaico della storia
dell’arte universale: l’artista Jago ha presentato due sculture, Muscolo Minerale e Reliquia.

Muscolo Minerale

Gallery: Jago, oggi e per un anno a Sant’Anna dei Lombardi di Giovanni Allocca

Reliquia

“In questo periodo il Comitato di Gestione è particolarmente impegnato nella promozione e valorizzazione degli oratori di città che contengono opere d’arte tramandate dai nostri padri nei secoli. Il nostro obiettivo primario è aprire e rendere fruibili al territorio questi nostri monumenti, al servizio dei turisti e degli abitanti della nostra città.”
– Presidente del Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate, il Sac. Salvatore Fratellanza.

Ha così dichiarato il Sac. Salvatore Fratellanza, in occasione della presentazione delle opere presso Sant’Anna dei Lombardi. Un momento questo organizzato da ParteNeapolis, la cooperativa che gestisce i servizi museali del complesso monumentale, un evento di grande spinta verso la riapertura di un settore sensibilmente danneggiato dalla sciagura della pandemia.

Il museo ha accolto il grande flusso di amatori dell’arte, turisti e semplici curiosi da Napoli e dintorni.
Sono accorsi ora, così come circa 500 anni fa fecero per la Pietà, per accogliere le nuove creature artistiche posate nel ventre del centro storico di Napoli.

Lasciamo ad altri le speculazioni: Muscolo Minerale e Reliquia, come molte altre opere dell’artista, fanno già parte della storia dell’arte contemporanea e faranno discutere i posteri. Noi, per adesso, manteniamo il velo di mistero sui messaggi segreti delle opere e ci concentriamo sulla mano, sull’uomo: Jago.

Affrontiamo i temi della genesi artistica, da dove parte la scintilla creativa che muove la mano di un uomo nella creazione di un’opera d’arte di una tale finezza tecnica ed emotiva; l’arte secondo Jago.

Cos’è per te la creazione artistica?

«Guarda, è quello che faccio ogni giorno. Ogni giorno mentre creo, mentre realizzo le mie cose, faccio esperienza della creazione: come una madre che si deve dedicare a se stessa nel momento della gravidanza. Non c’è un giorno in cui può dimenticare di prendersi cura di se stessa, nella misura in cui attraverso quella cura si prende cura del feto, no?
Quindi io faccio la stessa cosa. È semplicemente amor proprio, preoccuparmi di me nella misura in cui io posso tradurre quell’amor proprio in una forma – perché è una traduzione, in fondo – di un concetto, di un pensiero, di un sentimento, di un’emozione che assuma un peso specifico, vada a finire in un luogo e diventi la “scusa” per sottolineare una bellezza che già esiste, come quella che troviamo qui.»

Non ci darai una spiegazione delle opere, vero?

«La vedo come una cosa abbastanza inutile. È molto più interessante raccontare la storia che c’è dietro e di come siamo arrivati a fare questo, perché altrimenti oltre a utilizzare un’opera finita che ha un linguaggio – il linguaggio dell’arte, della scultura, che quindi se è un linguaggio deve poter dire delle cose – io devo tradurre ulteriormente. Quando devi rispiegare qualcosa c’è un problema: io ho detto già delle cose.

Allora è molto più interessante che ci sia la libertà dell’altro di vedere quello che vuole.»

L’arte è un continuo furto di idee, concetti e tecniche. Quale pensi sia il legame tra il processo di interpretazione e quello di creazione artistica?
Cosa pensi di avere di diverso da un Michelangelo?

«Come si evolve un linguaggio? Tu inizi dalle parole di qualcuno per trovare le tue, quindi con i tempi del linguaggio stesso che deve sedimentare nel contesto culturale. Poi riprendendo e facendo leva con quello che è il contenuto tradizionale, diventa tuo, lo ascolti e poi, con la tua personalità, lo interpreti e aggiungi quella parolina.

Il linguaggio di oggi, infatti, è fatto di tante parole che sono state aggiunte ogni tanto. Quando Bernini va in Francia dal Re Sole, c’è un momento della storia in cui una parola entra in un’altra lingua: la parola è “caricatura”, che da un decennio veniva utilizzata a Roma per indicare un gioco, cioè il realizzare velocemente ritratti enfatizzando dei tratti caratteristici di un personaggio in modo scherzoso, peggiorativo.
Non gli lasciavano vedere il re per fargli fare il ritratto, allora disse: “questi uomini vedono il re ogni giorno e non me lo lasciano per mezz’ora, sono tentato di fargli una caricatura”. Nessuno lo capì, ma la parola era entrata in quella lingua.

Noi siamo fatti di tramando. Anche io entro a Sant’Anna dei Lombardi e mi lascio condizionare da una lingua che non è morta, anzi, continua a parlare e può ancora comunicare un messaggio, che io posso prendere e riutilizzare oggi, per i contemporanei.»

Perché è importante che queste due opere siano proprio qui, a Sant’Anna dei Lombardi?

«Non c’era un’idea precisa, le cose accadono e accadono nel modo più giusto, evidentemente. Quindi se è importante ora, chissà quanto lo sarà dopo.

Quelle opere, posizionate nel deserto, avrebbero detto una cosa. Qui mi comunicano altro e qui possono dire cose che non avrebbero detto altrove.»

Jago, Napoli, 19 giugno 2021.


Foto di Giovanni Allocca

Gallery completa: Jago, oggi e per un anno a Sant’Anna dei Lombardi


http://www.midaticket.it/eventi/santanna-dei-lombardi

https://jago.art/it/opere/

https://www.santannadeilombardi.com/it/

Antonio Alaia

Antonio Alaia, o semplicemente ALAIA, nasce contro la sua volontà intorno al 1998. Da allora si trascina tra licei, università e uffici in attesa della fine; nel frattempo scrive di cinema, sociale, politica e tutto ciò che ritiene sia interessante e che possa avere anche il minimo impatto sulla società che lo circonda.

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