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Il corsetto da Caterina de Medici, a Bridgerton: l’indumento femminile che ha fatto la storia

Se avete visto Bridgerton e avete osservato bene tutti i particolari (non solo quelli del duca di Hastings) non può non avervi colpito la bellezza dei costumi.

Nonostante la serie non abbia convinto proprio tutti, la scelta dei costumi ha catturato l’attenzione anche dei più scettici, tanto da riportare alla ribalta una moda assopita ormai da tempo: il corsetto.

Basta fare un giro sui social e nei profili che trattano di vestiario e accessori per rendersi conto che sono in molte ad essere a caccia del corsetto perfetto. Molti shop online stanno cavalcando la cresta dell’onda creando corsetti di svariati colori e fantasie.

Si sta, inoltre, diffondendo a macchia d’olio il “corset training”, che rientra nella categoria del Body modification e consiste nell’indossare un corsetto con stringhe rigide e allacciato 2-3 centimetri (o anche di più) in meno della propria vita, varie ore al giorno per ridurre i centimetri del girovita (comodo, eh?).

La pericolosità della pratica del corset training non è da sottovalutare: dico pericolosa perché a causa di un uso troppo prolungato di un corsetto molto stretto, senza un adeguato allenamento muscolare, la muscolatura addominale e quella posteriore perdono forza e così la loro funzione di sostegno, con gravi pericoli per la schiena e per gli organi interni.

Tale pratica, però, non si è diffusa in seguito al successo di Bridgerton, ma sono state le foto condivise sui social dalle sorelle Kardashian a riportare in auge la vita stretta.

Ma, prima di Bridgerton e delle malsane abitudini delle Kardashian, qual è stata la storia del corsetto?

Il corsetto si è diffuso in Europa a partire dal XVI secolo, raggiungendo l’apice della sua popolarità in epoca vittoriana. Il primo corsetto è nato per volere di Caterina de’ Medici nella Francia del 1500, dove fu immediatamente adottato dalle donne della corte francese, considerato “indispensabile per la bellezza della figura femminile.”

Il compito del corsetto era quello di appiattire il ventre e spingere il seno verso l’alto e dunque accentuare la scollatura del vestito, non c’era ancora l’intento di voler stringere il punto vita.

Questi corsetti erano fatti di tessuto stratificato, irrigidito con colla, e allacciati con stringhe.

Poco più di mezzo secolo bastò per rendere il corsetto un capo indossato comunemente dalle donne europee e britanniche.

Gradualmente cominciarono a presentare i “busk”, le famose stecche di osso di balena o legno cuciti all’interno del corsetto per mantenere la sua forma rigida.

I corsetti furono usati per più secoli senza mai cadere nell’oblio? La risposta è no. Ad esempio, durante il regno di Luigi XV furono sostituiti dalla voglia di maggiore comodità e dinamicità.

La comodità durò poco, infatti nel resto del XVIII secolo i corsetti furono utilizzati nuovamente, anche se nelle situazioni informali erano preferiti quelli in semplice tessuto senza stecche.

È, invece, nell’Ottocento che il corsetto diventa un capo più impegnativo, fino a modificare perfino la posizione degli organi delle donne.

Il busto vittoriano è in assoluto quello più costrittivo, pensate che le stecche venivano anche realizzate in acciaio.

Sul finire del secolo sempre più medici cominciarono a discutere sul fatto che le allacciature strette e le stecche rigide facessero male alla salute, specialmente in gravidanza, tanto che le donne che si ostinavano ancora ad indossarli in questo modo iniziarono ad essere guardate con disprezzo.

Ovviamente, indossare un corsetto stretto poteva causare indigestione e costipazione, ma non aveva nulla a che fare coi sintomi di cui i corsetti furono accusati, fra cui l’isteria femminile.

Fino al Novecento si alternarono diversi corsetti meno dannosi in lana, pelle e altri invece ancora pericolosi come quello ad “S” che non stringeva più il ventre ma la schiena, in modo da spingere il sedere indietro (i danni, questa volta, colpivano la schiena e le anche).

A partire dal 1908 la moda iniziò a preferire la naturalezza e i corsetti iniziarono a cadere in disuso, nonostante fossero ancora molte le donne ad utilizzarli.

Il vero declino si ebbe poco dopo l’ingresso degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale nel 1917, quando gli Stati Uniti chiesero alle donne di smettere di comprare corsetti per liberare metallo per la produzione di armi belliche. Vennero liberate circa 28.000 tonnellate di metallo, abbastanza per costruire due navi da guerra.

Se per far estinguere i corsetti all’inizio del Novecento c’è voluto uno scontro mondiale, chissà cosa servirà per debellare il fenomeno “vita stretta alla Kardashian”!

Vedi anche: Mindfulness: l’importanza del momento presente

Catia Bufano

Laureata in Lettere Moderne, studia attualmente Filologia Moderna presso l’università di Napoli Federico II. Redattrice per La Testata e capo della sezione Fotografia. Ama scrivere, compratrice compulsiva di scarpe, non vive senza caffè. Il suo spirito guida è Carrie Bradshaw, ma forse si era già capito.

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