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Fate – The Winx Saga: dalla generazione Y alla generazione Z

Winx Club, la serie d’animazione italiana creata da Iginio Straffi e prodotta da Rainbow, andò in onda per la prima nel 2004 su Rai 2, pensata per il pubblico infantile della generazione Y.

Fate – The Winx Saga è la serie distribuita da Netflix che riscrive e inserisce le fate nel nuovo universo della generazione Z.

Le nuove fate non solo smettono di rivolgersi alla generazione Y ma si dirigono dritte verso un’età successiva a quella prevista originariamente dal target del programma. Il pubblico pensato per Fate – The Winx Saga è sicuramente quello dei giovani adulti della generazione Z, non più i bambini a cui ci si era rivolti sedici anni prima. A dirlo non siamo noi ma il linguaggio utilizzato, i temi trattati e alcune scene che immergono le fatine di Alfea in un mondo più oscuro e pericoloso: quello adolescenziale, ovvio.

Sì, perché oltre ai mostri spaventosi e ai crimini di guerra attuati da personalità controverse e da una politica regale sicuramente poco cristallina, a rendere tutto più cupo e problematico è il focus molto più marcato sul mondo degli adolescenti, mondo identico a quello della nostra realtà ma sicuramente viziato dalla presenza della magia. Oltre al cambiamento dei temi e dell’atmosfera, c’è la riscrittura di alcuni personaggi e la sostituzione di altri.


Ma quella è Flora? Dov’è Tecna? Dove sono le Trix? Perché Musa non è orientale?

Queste sono state le reazioni all’uscita del trailer che sconcertò non poco i fan della serie animata che si aspettavano, giustamente, almeno la riproduzione fedele dei personaggi principali. Nonostante tutto, la serie uscita il 22 gennaio sulla piattaforma streaming, si è piazzata bene in classifica e risulta migliore di quanto ci si aspettasse.

La protagonista, portatrice della fiamma del drago, Bloom è sostanzialmente uguale alla versione animata: proviene dalla Terra e ha ignorato per sedici anni la sua vera natura. Mi è piaciuta molto l’idea di fare di lei una “changeling child” spiegando così il suo avvento nel mondo terrestre con una leggenda del folklore celtico.

Come sempre Bloom rimane un outsider sia nel mondo terrestre che nell’Oltre Mondo, almeno all’inizio. Non si farà scrupoli durante la ricerca delle proprie origini, rendendo questa sua trasposizione più egoista rispetto all’originale ma anche più reale perché viziata dall’egoismo adolescenziale e istintivo.


Stella è inizialmente controversa e apparentemente pericolosa, a causa del proprio ruolo come principessa di Solaria e pesantemente vessata dalla figura materna autoritaria, risulta un’esaltazione dei tratti più odiosi del personaggio originale. Un po’ frettolosa, la nascita del legame forte tra tutte le Winx sarà la sua redenzione. È il simbolo dei rapporti difficili con genitori autoritari che vogliono imporre il proprio credo.


Terra, come nella serie animata, è la cugina di Flora e qui ne prende ufficialmente il posto. Il rapporto difficile col proprio aspetto fisico introduce una nuova tematica del mondo adolescenziale e non solo.


Musa da fata della musica diventa fata empatica, capace di captare e catalizzare le emozioni degli altri. Rappresenta il difficile rapporto con le emozioni durante la giovinezza e la fuga dal resto del mondo tramite la musica.


Aisha
, la fata dei fluidi, anche qui sembra la più saggia o perlomeno quella che cerca di fare sempre la cosa giusta anche a discapito delle proprie amicizie.


Tecna non esiste ancora ma non è detto che non possa apparire in seguito. Anche se, mi chiedo, nel mondo smart in cui sono inserite ora, avrebbe ancora senso il suo personaggio?


Ma le Trix? Che fine hanno fatto?


In questo Oltre Mondo le uniche streghe menzionate sono le Streghe del Sangue, quelle che abitavano nel villaggio di Aster Dell e da cui sembra discendere Beatrix, personaggio controverso e difficile da inquadrare ma che sembrerebbe a tutti gli effetti uno dei villain principali della serie.


Sky e Riven, gli unici specialisti noti, mantengono sostanzialmente le proprie caratteristiche, ma, data la natura più matura del prodotto, molte vengono accentuate. Riven è sempre stato un personaggio complesso e non del tutto inquadrabile ma qui sembra propendere per il lato oscuro, come quando decise di passare dalla parte delle Trix.


Se le Winx originali erano criticate perché disegnate con curve e tratti longilinei che mettevano in risalto sederi e seni, e quindi considerate poco adatte al pubblico a cui erano rivolte, queste qui sono state criticate per l’eccessiva presenza dei tratti occidentali, dovuti all’eliminazione del personaggio latino di Flora e al “whitewashing” del personaggio di Musa.


Al netto delle critiche, nonostante io appartenga al pubblico originale, quello della generazione Y, ho accettato i cambiamenti di questa trasposizione leggera e godibile e con curiosità attendo la nuova stagione.


E voi? Avete apprezzato la nuova trasformazione delle fate di Alfea?

Maria Cristiana Grimaldi

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Mariacristiana Grimaldi

Maria Cristiana Grimaldi, classe ‘92, laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, scrive per “La Testata” e il collettivo letterario “Gruppo 9”. Docente di italiano e storia, è stata rapita dagli alieni e ha dato alla luce due gemelli eterozigoti, un maschio e una femmina, che presto domineranno il mondo.

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