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Dal vaiolo al tetano: i vaccini più importanti della storia – Parte prima

Mai come in questo momento storico si parla di vaccini.

Argomento più controverso, sembra strano dirlo, attualmente non esiste.

Con l’introduzione del vaccino anti-Covid19, la platea ne interpreta in modo contraddittorio l’utilizzo.

Non tutti, infatti, sono pronti a farsi somministrare un vaccino nuovo, per opinione diffusa non sufficientemente testato e dunque sicuro al 100%. I dubbi, per quanto comprensibili, rendono difficile un periodo di transizione molto delicato.

Cerchiamo di fare luce sulla nascita e la storia dei vaccini, proviamo a vedere chiaro in un argomento spinoso.

Come nasce il vaccino?

Il vaiolo

Il primo vaccino in assoluto ad essere scoperto e somministrato è stato il vaccino contro il vaiolo. Nel 1796, il medico di campagna britannico Edward Jenner fece la scoperta che avrebbe cambiato la storia della medicina mondiale. Osservando che i contadini che avevano contratto il vaiolo bovino restavano immuni alla variante umana della malattia (in inglese cowpox e smallpox), Jenner ebbe un’intuizione. Prendendo il campione di materiale da una pustola di vaiolo bovino e lo iniettò a James Phipps, un bambino di otto anni.

Dopo diversi mesi, l’azione fu ripetuta con materiale di vaiolo umano. Il ragazzo rimase perfettamente sano: non accadde nulla, l’immunità era raggiunta. La scoperta cambiò la storia: dal 1840 il vaccino divenne obbligatorio ed il virus del vaiolo è definitivamente debellato dal 1980.

Pasteur e l’antirabbica

Louis Pasteur, padre della batteriologia, nel 1885 divenne celebre in tutto il mondo per aver scoperto con successo un vaccino contro la rabbia. Pasteur pensava di poter ottenere un virus attenuato attraverso l’esposizione all’aria di midollo spinale di coniglio infettato. Ottenne risultati straordinari inoculando questa sostanza in alcuni pazienti morsi da cani rabbiosi, guarendoli completamente.

Robert Koch e la tubercolina

Grande rivale di Pasteur, nell’800, fu Robert Koch. Pasteur in Francia, Koch in Germania, furono i padri della medicina del primo Novecento.

 Koch è noto per averisolato, per primo, il “bacillo” della tubercolosi, ancora conosciuto come “bacillo di Koch”. Nonostante il suo tentativo si rivelò un fallimento ed il vaccino vero e proprio arrivò nei primi anni Venti del ‘900 con Albert Calmette e Camille Guérin, le sue scoperte furono insostituibili dal punto di vista dell’individuazione e la diagnosi della malattia.

Calmette e Guérin trasferirono un ceppo di batteri di tubercolosi bovina per 230 volte, lungo un periodo di circa 13 anni, in terreni di coltura costituiti da bile, glicerina e patata, ottenendo un germe non virulento che fu chiamato “Bacillus Calmette-Guèrin”.

Emil von Behring e Shibasaburo Kitasato, sieroterapia e antitetanica

Lavorarono con Robert Koch i due inventori del vaccino antidifterite e antitetanica Emil von Behring e Shibasaburo Kitasato. Vinsero il Premio Nobel per la Medicina nel 1901, grazie alle loro scoperte. Nel loro caso, l’immunizzazione non consisteva nell’iniettare germi attenuati attraverso qualche processo particolare, ma di sieroterapia. Le vaccinazioni avvenivano attraverso preparazioni di siero sanguigno di animali infettati che avevano sviluppato gli “anticorpi” alla malattia

Sveva Di Palma

Vedi anche: Mai abusare di un diritto. La stampa dopata ai tempi del covid

Sveva Di Palma

Sveva. Un nome strano per una ragazza strana. 32 anni, ossessionata dalla scrittura, dal cibo e dal vino, credo fermamente che vincerò un Pulitzer. Scrivo troppo perché la scrittura mi salva dal mio eterno, improbabile sognare. È la cura. La mia, almeno.

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