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Dito medio ad Auguste Renoir: storia breve di un pittore e dei suoi hater

“Renoir sucks”, questo il motto di un gruppo di ribelli che dal 2015 ha iniziato a far parlare di sé per un motivo alquanto improbabile: l’avversione inspiegabile e incoercibile per uno dei grandi maestri dell’impressionismo, il pittore francese Pierre- Auguste Renoir.

Povero Renoir. Se un aldilà esiste ed è connesso in qualche modo all’aldiqua, immagino che il suo gentile, romantico, gaio spirito sia in subbuglio nel vedere persone fotografarsi davanti ai suoi quadri mostrando all’obiettivo un fierissimo dito medio.

Si chiederebbe perché, cosa abbia mai fatto di male la sua pittura – oltre ad aver creato tante aspiranti Amelie Poulin nel mondo – per essere ridicolizzata e bistrattata in questo gesto brutale e scanzonato. Nato il 25 febbraio, del resto, il dolce Pierre-Auguste non poteva non ereditare da una immutata ed ancestrale tara astrologica la sensibilità tipica del suo segno zodiacale: i Pesci.

I Pesci sono conosciuti e riconosciuti come i romanticoni incalliti dello zodiaco, eterni fanciulli sognatori e vittimisti, completamente avulsi dalla realtà. Esatto, proprio come la ragazza di cui parla l’Uomo di vetro in “Il Favoloso mondo di Amelie”, quella del quadro “La colazione dei canottieri”, pensosa e distratta mentre la folla interagisce e banchetta. Tutta colpa di Renoir, le aspiranti Amelie, ve lo dico io.

I cori di “protesta” dei Renoir sucks, infatti, contestano la sua sdolcinata, languida malinconia color pastello con veri e propri cartelloni e manifesti di ribellione. “Give us Paul Gaugin” (“Dateci Paul Gaugin”), “God hates Renoir”, leggiamo sugli striscioni dei manifestanti che si accalcano all’uscita dei musei ospitanti mostre temporanee o permanenti dell’impressionista.

La loro presenza, tuttavia, non si limita ad una guerriglia a mano armata, ma si prolunga e trionfa su ogni piattaforma social, da Facebook, a Instagram, a Twitter, raggiungendo persino il nuovissimo TikTok. Non c’è pace per gli artisti, nemmeno postuma.

Max Geller, l’ideatore del movimento, ha chiaramente molto tempo a sua disposizione, per pensare, riflettere, studiare approfonditamente ogni linea e ogni pennellata delle opere del maestro, per fomentare l’odio e diffondere un urlo di dissenso che dice: “Auguste Renoir è sopravvalutato, melenso, vorrebbe rappresentare la realtà ma la rende melliflua, traboccante di miele e felicità. Insomma, che schifo Renoir”.

A me, fa parecchio ridere.

Questo grido di protesta contro un artista a noi ormai incomprensibile, perché relativamente contemporaneo ma ugualmente lontanissimo nel tempo, è l’immagine icastica della nostra modernità, della nostra levatura culturale e morale. Non intendo una cultura scolastica, nozionistica, che per qualche via sarà, probabilmente, passata anche per i Renoir sucks, ma una cultura che è educazione al pensiero; una alfabetizzazione della mente.

Antropologicamente, è un fenomeno di grande rilevanza sociale, dovrebbe essere oggetto di studio da parte di una task force, quasi fosse un virus. Un virus della mente, che serpeggia tra le masse. Masse di americani, soprattutto.

Voglia di celebrità? Un veicolo intelligente per farsi pubblicità e soldi facili con visualizzazioni e condivisioni? O fanatismo dovuto alla nullafacenza più pura?

O, ancora, per “coloro che ben pensano” – come li definirebbe il rapper Frankie hi-nrg – potremmo essere di fronte ad un messaggio più profondo, più puro, che si propone di fornire una visione dell’arte come forza rivoluzionaria e non dimostrazione sterile di una poetica delle emozioni e dell’animo, delle frivolezze della vita en plein air. Ma no, non credo. Forse voglio solo fornire una dietrologia, una spiegazione ideologica all’insensatezza e all’illogicità dell’uomo in questa fase della sua evoluzione.

In ogni caso, osservare l’uomo – quando non è deprimente – è sempre un’attività misteriosa ed affascinante.

Se odiate anche voi Renoir, o se siete semplicemente affascinati come me dalle peculiarità della mente, dalle sue sistematiche ossessioni, ecco un link divertente ed istruttivo sul movimento Renoir sucks. Enjoy!

Sveva Di Palma

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La Redazione

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