Natura & Scienze

Gli animali e la morte: 4 specie che osservano il lutto

Da quando Darwin ha introdotto nella comunità scientifica il concetto di “emotività animale“, biologi e ricercatori ne hanno cercato strenuamente delle manifestazioni. In particolare, i fenomeni più interessanti sono legati al concetto di morte, di cui alcuni individui animali sembrano avere percezione.

In molte specie si sono rivelate dimostrazioni di gioia, rabbia, dolore e, talvolta, peculiari abitudini rituali che lascerebbero presupporre una primordiale capacità morale e proto-religiosa.

L’elenco di queste specie è lungo e comprende primati, cetacei, animali domestici, ma anche uccelli, foche, felini selvatici e cavalli. Ecco i più sorprendenti:

ELEFANTE
Nel Naturalis Historia (VIII.1), Plinio scriveva: “L’elefante […] è l’animale che più si avvicina all’uomo […]. Ad un livello raro perfino tra gli uomini, possiede nozioni di onestà, prudenza, equità; ha un rispetto religioso per le stelle, e una venerazione per il sole e la luna”. Non poteva avere più ragione. Gli elefanti si sono mostrati, in innumerevoli occasioni, straordinariamente capaci di sensibilità e delicatezza, dimostrando premura, pena e dolore tanto per gli individui dello stesso gruppo, quanto per esemplari sconosciuti.

È noto l’episodio di Eleanor, un’anziana elefantessa collassata per la debolezza, subito soccorsa da un’elefantessa sconosciuta, Grace, che se ne occupò fino alla morte.

Ma ancora più stupefacente è il singolare rituale funebre degli elefanti. Ponendosi in cerchio attorno al cadavere, lo toccano con le proboscidi, visibilmente turbati ogni volta; poi lo coprono con foglie, rami e terra prima di allontanarsi. Talvolta, se il morto è un cucciolo, la madre addirittura lo solleva e lo trasporta in luoghi dove la vegetazione è più fitta, per una sepoltura migliore. Questa primordiale sepoltura è, finora, ancora l’unica nota in tutto il regno animale.

PAPPAGALLO
In quanto animale domestico comune, fenomeni di lutto nel pappagallo sono abbondantemente documentati. Dopo la morte dell’umano a cui sono particolarmente legati, alcuni pappagalli hanno mostrato segni di stress come rifiuto del cibo, tendenza a strapparsi le piume con il becco, aggressività, inattività.

L’ornitologa Joanna Burger ha raccontato il dolore del suo pappagallo Tiko in seguito alla morte della suocera malata. Quando il corpo fu portato via “Tiko passò la notte a gridare, non avendo mai emesso suoni simili fino ad allora”, passando i giorni successivi presso il letto vuoto della defunta.

È addirittura documentata la prescrizione per i pappagalli di antidepressivi come il Prozac.

DELFINO
I delfini ci danno tra le più peculiari dimostrazioni di lutto nel mondo animale. Denise Herzing ci ha fornito episodi esemplari come quello di Luna, una stenella maculata dell’Atlantico che perse il cucciolo scappando da uno squalo tigre. Herzing, che era in immersione e riconobbe il fischio di Luna, riporta: “non ho mai sentito voce materna più afflitta”. 

Ancora circa la perdita dei cuccioli, Maddalena Bearzi scrive: “[alla morte del cucciolo] una madre delfino in lutto si isola; in questo periodo, però, qualche esemplare del gruppo potrebbe andare a controllare come sta, come noi umani siamo soliti fare quando qualcuno affronta un lutto”.

Un diverso fenomeno è stato osservato in Giappone e presso le isole Canarie: gruppi di una ventina di esemplari circondano il delfino deceduto, talvolta per ore, e poi continuano a vigilare a distanza, accorrendo ad allontanare gli uccelli che vogliono cibarsi della carcassa. In qualche caso qualcuno ha tentato di sollevare il cadavere, generando insolite reazioni aggressive nei delfini, altrimenti pacifici.

SCIMPANZÉ
Che questi primati diano dimostrazioni di notevole intelligenza non è una sorpresa. Tuttavia questo non ci impedisce di commuoverci ancora di fronte alle loro esternazioni di empatia: episodi che spezzano il cuore, perché negli zoo è documentata la tendenza a formare coppie durature, che vengono rotte solo dalla morte di uno dei due individui. La reazione è quasi sempre la stessa: lo scimpanzé si rifiuta di mangiare per curare il corpicino malato o già morto, talvolta sistemandolo su giacigli morbidi che accomoda continuamente (è un esempio il caso di Daisy), piangendo e gemendo per giorni.

Un rituale diverso è stato osservato in mamme di scimpanzé, macachi e bonobi e consiste nel trasportare il cucciolo deceduto per giorni dopo la morte, curandone il corpo per rallentare la decomposizione quanto più a lungo possibile.

Maria Ascolese

Maria Ascolese è nata nel 1999 a Napoli. Le piace tutto e non ama niente: nonostante sia una perfezionista e una lavoratrice infaticabile, il suo sogno nel cassetto prevede solo una spiaggia assolata e tanti margarita.

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