Sociale

Il COVID-19 dentro di me, la Guerra Civile Siriana sopra di me

Mentre l’Italia intera è in quarantena in seguito agli sviluppi della questione COVID-19 – il temutissimo virus arrivato dalla Cina che sta terrorizzando l’Europa – la questione siriana imperversa in Medio-Oriente e sta vivendo un nitido e terrificante flashback del grande esodo del 2015.

Cosa è successo?

Non posso biasimarvi, la psicosi da COVID – dapprima eccessiva, adesso fisiologica – vi tiene lontani dal mondo, confinati in quattro mura, sotto il continuo attacco dei notiziari che non fanno altro che riportare ossessivamente il conteggio dei contagiati e dei caduti in questa guerra virologica che, quando finirà, ci avrà cambiati profondamente.
Purtroppo, e ripeto, purtroppo, nel mondo si continua a morire e le variazioni degli scenari geopolitici, adesso congelati agli occhi di tutta l’Europa, continuano ininterrottamente con nuove terrificanti svolte.

Oggi ci concentreremo su quello che è successo – e sta succedendo –  in Siria e sulle sue frontiere. I protagonisti di questa storia sono: la Turchia di Erdogan, l’esercito siriano di Assad, la frontiera della Grecia e, ovviamente, l’Unione Europea.

– 28 Febbraio: La Siria attacca le truppe turche in territorio siriano, 36 morti.

Recep Tayyp Erdogan, che mantiene il controllo della zona di Idlib, nord-ovest siriano, riporta l’uccisione di 36 soldati turchi a seguito di un bombardamento da parte delle forze siriane di Assad, in una già drammatica situazione di escalation militare che vede in campo le forze russe, in favore del regime siriano, e le milizie ribelli sostenute dalla Turchia.

Al capo di stato turco proprio non è andata giù la storia del bombardamento e, ancora rancoroso per il mancato appoggio dell’UE alla sua operazione Spring Shield, ha deciso di ricominciare la serie di minacce alla superpotenza europea.

Di che minacce parliamo?
Beh, vi invito a fare mente locale e recuperare l’importante evento sociale e geopolitico del 2015: il grande esodo dei profughi siriani in Europa.
Centinaia di migliaia, forse anche milioni di rifugiati che con qualsiasi mezzo invasero l’Europa senza sosta, passando per la Grecia e raggiungendo anche – e soprattutto – il belpaese.

Quell’anno le forze di centro-destra di tutta Europa si opposero a gran forza, sfruttando il populismo più becero sulla popolazione sospettosa e impaurita dal grande esodo, tanto da costringere l’UE a stringere accordi informali con la Turchia – roba di miliardi di euro, come sempre – per militarizzare i confini e impedire che i profughi raggiungessero la Grecia.
Quindi ora…


“Abbiamo aperto le porte. Non chiuderemo quelle porte. Perché? Perché l’Europa deve mantenere le promesse”

“Da quando abbiamo aperto i nostri confini, il numero di migranti diretti in Europa è di centinaia di migliaia. Presto sarà nell’ordine di milioni”.


-Erdogan


– Quindi ora in Grecia cosa succede?

La polizia di frontiera della Grecia ha iniziato ad usare le misure forti contro l’orda di profughi che  che cercavano di entrare nel Paese dalla Turchia.
Fonti dei migranti (agenzia di stampa DPA), affermano anche che i greci hanno usato pallottole vere e lacrimogeni, armi che hanno portato alla morte di due persone e ferendone altre, tra cui due bambini piccoli che sono rimasti intossicati dai gas.

Il numero degli sfollati in marcia non è ancora chiaro; secondo quanto riferito dall’Ufficio Onu per il coordinamento umanitario (Ocha) sono 950mila i civili siriani sfollati nella regione di Idlib e donne e bambini compongono l’81% dell’intera comunità di sfollati siriani in marcia.

Antonio Alaia

Antonio Alaia

Antonio Alaia, o semplicemente ALAIA, nasce contro la sua volontà intorno al 1998. Da allora si trascina tra licei, università e uffici in attesa della fine; nel frattempo scrive di cinema, sociale, politica e tutto ciò che ritiene sia interessante e che possa avere anche il minimo impatto sulla società che lo circonda.
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