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Napoli oltre Napoli: Giovanissimi di Alessio Forgione

Il 28 gennaio 2020, il secondo libro dello scrittore napoletano Alessio Forgione, Giovanissimi, è stato presentato alla Feltrinelli di Piazza dei Martiri. L’autore, anch’egli giovane, anche se non proprio giovanissimo, classe ’86, è un millennial appassionato di letteratura, uno dei celeberrimi “cervelli in fuga”.

Alessio vive a Londra da anni, sbarcando il lunario come molti altri nostri coetanei; lavora in un pub e nel frattempo si dedica alla sua passione assoluta, suprema: le parole, la scrittura e la lettura. Il suo primo romanzo, Napoli mon amour, è stato un successo di pubblico e critica, vincendo il Premio Berto 2019 e il Premio Intersezioni Italia- Russia. La Napoli da lui raccontata, descritta, è attualmente in fase di traduzione sia in Francia che in Russia.

Giovanissimi è un breve viaggio nell’adolescenza del quattrodicenne Marocco – così soprannominato per i capelli neri e ricci, la pelle olivastra – e della sua gang di amici. Scritto in prima persona, usa gli occhi ingenui e profondi ma al contempo scanzonati, “scugnizzi” e irriverenti di Marocco per indagare una micro-realtà napoletana, quella della zona di Soccavo, Fuorigrotta e via Epomeo.

Il calcio, giocato ed immaginato, tra allentamenti, giri dello stadio (sì, proprio il nostro San Paolo), partite, litigi ed amicizie è un personaggio vivente esattamente quanto Marocco ed i suoi compagni. Chi è cresciuto e ha sempre vissuto a Napoli, frequentandone le varie zone, potrà rileggersi e rivedersi, riconoscendo gran parte dei luoghi citati da Forgione. Tuttavia, il tono del libro non si limita a dire e sottolineare la napoletanità della storia, dell’ambiente: è una storia di crescita, di passaggio dall’essere ragazzini ad essere giovani uomini, è un processo universale calato in una realtà locale, ma senza per questo esasperarla.

Nella sua presentazione, Forgione ha tenuto a precisare quanto sia necessario – ai suoi occhi – portare Napoli ed i suoi luoghi nei libri senza forzatamente esacerbarne gli aspetti più crudi, popolari, degradati. Il linguaggio di Forgione ha quindi una funzione normalizzante nei confronti di una città che è largamente conosciuta per le esaltazioni ad essa connesse: la camorra, la monnezza, il sole, la pizza, ‘o mandolino e l’accoglienza.

La periferia napoletana, sembra volerci dire Alessio, non è altro che una tra le tante periferie, con i suoi aspetti tipici, unici, ma niente che debba essere demonizzato o sacralizzato. Siamo speciali, sì, ma come sono speciali tutti, come ogni città lo è in quanto agglomerato urbano e socio-culturale: non è possibile continuare a fomentare stereotipi antichi e soprattutto potenzialmente sterili, ormai utili solo ad ingabbiarci invece che a renderci riconoscibili e folkloristici.

Sottolineando questo aspetto, non passa in secondo piano il ritratto dipinto con precisione e stupore per il dettaglio di una piccola fetta di quotidianità di giovani che vivono tra spinelli, il bigiare la scuola, il calcio e varie sfumature di violenza. La sensazione che si prova è spesso quella di solitudine, di un’assenza del genitore in quanto autorità rassicurante e veicolante, garante di un bene e una sicurezza illimitata, inscalfibile.

I ragazzi descritti da Alessio sono soli, sono padri e madri di se stessi, si autodefiniscono attraverso le interazioni con i propri simili, introiettando lo spirito e la mentalità del branco. La scrittura è particolare, nuova, giovane ma anche consapevole, matura e personale. È una voce che non si perde in panegirici e autoreferenzialismi, ma che dice fedelmente l’animo e i colori dei personaggi, rendendone realisticamente ed efficacemente il mondo, esteriore ma soprattutto interiore.

Era importante – se non imperativo – avere per questa città qualcuno che sapesse scriverne così, con questa passione e questa verità, senza fronzoli e una profonda, capillare conoscenza. Vi consiglio vivamente una lettura stupefacente, ricca e intelligente, per riscoprire il nostro territorio e la nostra esistenza in esso. Grazie, Alessio!

 

Sveva Di Palma 

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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