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Cromorama: come il colore ha cambiato il nostro sguardo

 “Il cielo non è blu e il mare è di molti colori”

Sembra paradossale, ma come si legge in Cromorama: Come il colore ha cambiato il nostro sguardo di Riccardo Falcinelli, si può intenderne il significato: il cielo di certo non è blu (pennarello) e non ha nemmeno un colore preciso, può essere infatti bianco, grigio, grigio scuro e minaccioso, celeste chiaro, screziato di rosa e di rosso.

Questo esempio è solo uno dei pochi che viene fatto in Cromorama per oltrepassare la “normale” percezione dei colori attraverso la narrazione di storie, curiosità ed usi, accompagnandoci nell’evoluzione nel tempo di ognuno di questi.

Ogni ragionamento porta però a una conclusione comune: il colore non è mai un mero attributo, ma è associato o è esso stesso un’idea o un archetipo. Questo vuol dire che le persone creano un modello mentale attorno ad esso, da cui derivano certe aspettative.

Il giallo industriale.

Questo colore è uno degli esempi più lampanti di quanto detto poco prima. La nostra percezione psichica dei colori deriva perlopiù dalla forma che hanno assunto durante l’industrializzazione. Pensate ad una matita: è gialla, giusto? ✏

La prima matita colorata viene lanciata nel 1893 all’Esposizione di Chicago dalla Koh-I-Noor, ma il motivo della coloritura era soltanto un tentativo di nascondere le imperfezioni del legno. Nonostante ciò, ad oggi i due terzi delle matite prodotte sono, appunto, gialle.

Il design è capace di creare rappresentazioni piuttosto che artefatti.

Il rosso unito.

Perché l’aggettivo “unito”? L’unità è uno dei principi su cui si basa il design moderno. Infatti, se pensate a un dipinto vecchio, la diversità e disomogeneità dei colori non è disturbante, anzi rende quel pezzo unico e una vera opera d’arte. Mentre, i principi dell’industrializzazione sono igiene, regolarità, e standard. Infatti, se vedessimo un lavoro della Pop Art impolverato, avremmo la forte sensazione che esso debba essere pulito.

In realtà la standardizzazione dei colori, più che una volontà, è inevitabile in quanto essi vengono appunto prodotti in serie.

Il nero articolato

Nonostante quanto detto prima, in realtà il mondo contemporaneo possiede ricchezze di tipo diverso. Esistono, infatti, molteplici tecniche per cui un lavoro di design può rimanere unico nel suo genere, per esempio mixando colori diversi o introducendo sporcare e texture. A tal proposito Falcinelli racconta un aneddoto: un suo professore di graphic design insisteva affinché, prima di mettersi al computer, gli studenti dovessero disegnare quanti più quadrati di neri diversi, per sottolineare come anche il nero non è una cosa data una volta e per tutte, può essere inerte, palpitante o tanto altro.

I colori che descrive Falcinelli sono tanti ma con questi primi tre si capisce il messaggio che poi continua e per cui vi invito a leggere il libro: per capire come il colore viene usato oggi, non solo nel design, ma nell’arte in generale, nel cinema o nel marketing, bisogna fare un passo indietro e non limitarsi a guardare ma collocare il colore nel suo contesto e chiedersi quali mondi e quali mentalità lo abbiano generato.

 

Carolina Niglio

 

 

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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