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Eros e Thanatos: gli opposti che si attraggono

di Paola Palumbo

“Così come si provocano o si esagerano i dolori dando loro importanza, nello stesso modo questi scompaiono quando se ne distoglie l’attenzione.”

Nel corso della vita l’uomo cerca sempre di sentirsi appagato, di raggiungere uno scopo: la felicità; ma ci siamo mai chiesti se qualcuno ci sia effettivamente riuscito? Cos’è che impone ad un individuo di accontentarsi?

I limiti: quelli imposti dalla società, dalla natura, dalla cultura di un popolo e potrei continuare all’infinito. Ad esempio, l’amore è condizionato, nella nostra cultura, dalla monogamia, dalla fedeltà e di conseguenza non sempre l’uomo è libero di esprimere al massimo i propri stimoli quindi si sente in gabbia, represso e ciò fa scaturire tendenze autodistruttive che entrano in contrasto con il vivere.

La morte e la vita sono delle pulsioni in lotta perenne con la realtà.

Nella mitologia greca vennero identificate con Eros e Thanatos. Il primo, dio dell’amore, il secondo, la personificazione della morte. Insieme indicano i conflitti interni dell’uomo, ossia l’angoscia, il senso di colpa, e, ovviamente, non possono essere scissi poiché non c’è vita senza morte e viceversa.

Nonostante Eros ci inviti a “sfogare” queste pulsioni negative con la scienza e l’arte, esse prevalgono sempre.

Probabilmente ciò avviene perché gli uomini tengono a ricordare sempre un evento ostile vissuto e a ripeterlo costantemente sia a livello mentale che fisico. Ognuno di noi è condizionato da un qualcosa che ci ha segnato quindi non riusciamo a liberarci da questo peso e, molte volte, non ci proviamo nemmeno.

Questo è quello che lo psicoanalista e filosofo austriaco Sigmund Freud definisce come coazione a ripetere: l’uomo si sente quasi perseguitato dalla cattiva sorte, trovandosi spesso in situazioni difficili e/o dolorose.

Il fondatore della psicoanalisi, analizza tutti i fenomeni al di fuori della coscienza e comprende che gli uomini tentano di evadere dalla realtà per soddisfare dei desideri che nella realtà non riescono a realizzare.

Al di là del principio di piacere è il suo saggio, nel quale osserva e studia la persona affetta da nevrosi traumatica.

L’individuo in questione ritorna sempre all’esperienza che lo ha segnato, principalmente questo flashback avviene durante il sogno e, naturalmente, si presenta come un incubo ricorrente. Ciò, quindi, segna e influenza il presente. Infatti il paziente invece di parlare di tale evento, lo ripete in esperienze attuali.

Freud vede queste persone come perseguitate da un “fato maligno” e pone l’esempio di una donna che, sposatasi tre volte, subisce la perdita di ogni marito poco dopo le nozze.

Impossibile contrastare la sorte o le pulsioni. Bisogna vivere godendo a pieno ogni momento, valutando ogni piccolo gesto come un qualcosa di grande. Se ci soffermiamo a guardare il passato restiamo bloccati, fermi, quasi come ci trovassimo in un tunnel.

Ma anche qui, nelle tenebre più fitte, cerchiamo di trovare la nostra luce.

“Nell’impossibilità di poterci veder chiaro, almeno vediamo chiaramente le oscurità.” 

 

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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