Primo PianoCinema e Streaming

Napoli e il caffè: storia di un amore a prima vista

“Io, per esempio, a tutto rinuncerei tranne che a questa tazzina di caffè, presa tranquillamente qua, fuori al balcone, dopo quell’oretta di sonno che uno si è fatta dopo mangiato. E me la devo fare io stesso, con mani.”

Così diceva un certo Eduardo De Filippo, voce emblematica di Napoli.

Il caffè, nella cultura napoletana, è sempre stato il “re” incontrastato delle bevande, un vero e proprio rito quotidiano e un particolare aspetto dei costumi sociali del napoletano.

Ma da dove nasce quest’usanza così radicata nella cultura napoletana?

Le leggende sulla storia dell’ingresso della bevanda a Napoli sono molte.
Una di queste narra la vicenda di un musicologo romano, Pietro della Valle, che nel 1614 si stabilì a Napoli. Successivamente, l’uomo si trasferì in Terra Santa, dove trovò l’amore e visse per dodici anni.

Della Valle mantenne i suoi rapporti epistolari con Napoli, in particolare con il medico, grecista, arabista e poeta Mario Schipano. In una delle sue 56 lettere, l’uomo accennò al kahve, una bevanda scura che si otteneva dalla bollitura di certi chicchi in dei contenitori particolari e che si beveva durante le conversazioni; perciò non è impossibile che il caffè sia stato importato da lui.

Un’altra leggenda (la più accreditata, oggi) è quella di Maria Carolina d’Asburgo Lorena che portò con sé a Napoli il rito del caffè da Vienna, sua città d’origine, in seguito al matrimonio con Ferdinando di Borbone. Si dice anche che sia stata lei a introdurre l’usanza di accompagnare il caffè con il cornetto, usanza consigliatale da Maria Antonietta di Francia, sua sorella.

Qualunque sia la versione originale dei fatti, da allora il caffè ha acquisito sempre più importanza nella quotidianità dei napoletani.

La bevanda è rimasta per poco tempo rinchiusa a corte, si è subito diffusa tra il popolo. Dai primi bar, nei primi dell’800, siamo passati alla famosa “cuccumella” (o caffettiera napoletana), arrivata nelle case dei napoletani. Fino a giungere alla più recente moka, caffettiera che da sempre accompagna i salotti pomeridiani.

Che sia al banco o al tavolo, dopo una siesta o durante il lavoro, con un amico o con l’amore della tua vita: a Napoli, se dedichi il tempo di un caffè, dedichi una parte del tuo cuore.

Antonio Alaia

Antonia Di Leva

Sono un ossimoro e una scrittrice. Amo qualsiasi tipo d'arte. La poesia è la mia preferita: ne scrivo, la leggo, la vivo. Studiare è il mio diletto prezioso: quasi laureata in Lettere Moderne.
Back to top button