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Space-Out Competition, quando rilassarsi diventa uno sport

In una società che diventa sempre più veloce e che insiste nell’essere performativi 24 ore, 7 giorni su 7, la Corea del Sud ha deciso di investire in uno sport in cui bisogna non fare nulla per 90 minuti. Sto parlando dello Space-Out Competition.

La Corea del Sud, un Paese in continua e veloce evoluzione soprattutto nell’ultimo decennio, ha inventato uno sport in cui non si deve fare nulla per 90 minuti per combattere lo stress

Questo sport si chiama Space-Out Competition, dove Space – Out si può tradurre letteralmente con “distanziarsi”, “prendere le distanze” anche se è meglio tradurlo con “alienarsi” in questo specifico contesto ed è stato inventato dall’artista Woopsyang per sfidare lo stigma associato al riposo.

Space-Out Competition: in cosa consiste questo sport

La Space-Out Competition è una vera e propria protesta pacifica contro il ritmo frenetico ed impossibile da seguire con cui si muove la società contemporanea, lasciata a Seul nel 2014 e che ricorda alle persone che prendersi del tempo in cui si gode il dolce far niente è utile e benefico.

Ogni anno da undici anni il governo sudcoreano organizza questa gara in cui resistere 90 minuti senza lavorare e senza controllare il proprio smartphone, affinché si riesca a superare l’ansia da performance che ormai è diffusa nella nostra cultura.

Ogni persona che partecipa a questa competizione ha dei dispositivi che monitorano la frequenza cardiaca di ognuno, che serve a capire chi si addormenta e chi no ma soprattutto chi è che si sta realmente rilassando. La persona con la frequenza cardiaca più stabile, quindi con uno stato di calma assoluta, vince.

Nell’edizione di quest’anno della Space-Out Competition, l’imprenditore e musicista indipendente Byung-jin Park con la sua band ha battuto ben 100 concorrenti, che ha dichiarato: “Con il passare del tempo, ho iniziato a dimenticare dove mi trovavo. Mi sembrava che il mio corpo fosse scomparso”.

L’imprenditore 36enne ha usato una strategia che gli è stata vincente: respirazione addominale lenta, concentrazione su un unico punto e lasciar andare i pensieri. 

Questa tecnica dimostra che un’abilità semplice come “evadere mentalmente” possa essere trasformativa: “Evadere mentalmente non risolverà tutti i vostri problemi ma sentirete i vostri pensieri trasformarsi. È estremamente rigenerante” ha affermato.

Staccare la spina fa bene alla salute: lo dice la scienza

L’Università della Virginia ha condotto uno studio nel 2014 in cui ha scoperto che molte persone preferivano lievi scosse elettriche invece che rimanere sole con i propri pensieri anche solo per 15 minuti. 

Ma la scienza consiglia fortemente di “staccare la spina”, in quanto attiva ciò che i neuroscienziati chiamano default mode network, cioè la rete di default del cervello, collegata alla creatività, all’elaborazione delle emozioni e alle risoluzioni dei problemi.

Hanson Park, psichiatra e professore associato presso il Dipartimento di antropologia dell’Università nazionale di Seul, afferma quanto segue: 

“In una società moderna iper-stimolata, prendersi il tempo per riflettere sul proprio io interiore e sulle proprie emozioni può consentire alle persone di controllare i propri pensieri e le proprie azioni. Questo processo può ridurre gli ormoni legati allo stress e, a lungo termine, può anche essere efficace nell’alleviare l’ansia o la depressione”.

Irene Ippolito

Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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