La voce degli invisibili
Non c’è giorno in cui non pensi a te, il tuo dolore è stato il mio,così come la gioia, anche i tuoi momenti di rabbia erano una fonte di vita, persino quando erano rivolti a me essendo io la sorella che si prendeva cura di te .
Presentato alla 82° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Venice Production Bridge, ‘La luce nella crepa’ porta in scena il tema della malattia visto però da un’ altra angolazione, quella del caregiver.
Scritto da Manuela Jael Procaccia e diretto da Anselma Dell’ Olio, il cortometraggio racconta la storia di Luisa una donna, madre, nonna che smette di essere tale per ricoprire esclusivamente e in maniera totalizzante il ruolo di assistente di sua sorella, malata oncologica.
Luisa ha la mania del controllo, desidera il bene di Carla, forse in maniera piuttosto eccessiva elaborazione inconscia di un dolore misto a rabbia, un senso di ingiustizia difficile da gestire.
Emozioni complesse, fatte di un quotidiano alle volte asfissiante che non lascia tregua.
Una mente che continua irrefrenabile a pensare non solo al presente ma al futuro, incerto e spaventoso che li attende.
“Luisa è la luce che filtra da ogni crepa” proprio così la definisce sua sorella Carla nella storia.
Luisa è la forza, quel filo a cui aggrapparsi, quel filo sul quale poter ‘gravare’ , quella luce che si apre di continuo di fronte agli intralci di medici, burocrazia, terapie non sempre favorevoli e diritti spesso non riconosciuti.
Nato da una idea di AnnaMaria Mancuso, Presidente di Salute Donna ODV che ha vissuto in prima persona l’ esperienza di caregiver, assistendo il fratello Tonino – destinatario dell’ opera audiovisiva- colpito da un tumore.
Questo racconto offre lo spunto per una riflessione non personale, ma oggettiva e realistica sul piano nazionale.
In Italia infatti sono 7 milioni circa i caregiver familiari, che si prendono cura di una persona con disabilità o non autosufficiente.
Secondo dati ISTAT tale cifra è destinata a crescere arrivando entro il 2043 a 26,9 milioni.
Le classi maggiormente impegnate a fornire tale esistenza sono quelle tra i 45 e i 54 anni (24, 9%) e tra i 55 e 64 anni (26,6%) di cui è utile rimarcare il divario di genere; quasi il 30% è costituito da donne che vede il 23, 4% solo degli uomini.
Ancora poco conosciuto e riconosciuto il contributo dei caregiver non solo sul piano familiare, ma sociale ed istituzionale, considerando che in Italia la normativa a loro tutela risulta frammentaria.
Non è ancora presente una legge organica utile a disciplinare in modo specifico il caregiver, ma dato l’aumento della fascia di popolazione anziana, e di disabili, non si potrà ‘nascondere la testa sotto la sabbia’ ancora per molto.
Prevenire, incoraggiare, tutelare, riconoscere restano i doveri fondamentali di uno Stato che tuteli tutti i suoi concittadini.
Marika A. Carolla
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