Halloween, un momento in cui tutto rallenta (e noi con lui)

Esiste un momento dell’anno, sottile come un filo di ragnatela, in cui l’estate svanisce completamente e l’inverno non si è ancora manifestato.
E’ un intervallo sospeso, composto da una leggera foschia, tè caldo e tramonti che profumano di legna ardente.
Questo periodo è Halloween. Non la celebrazione chiassosa fatta di costumi e dolciumi, ma quella quieta, percepita nell’aria, nei rami spogli, nel battito del cuore.
Quando la terra sussurra “prenditi una pausa”
Halloween ha origine da un’idea antica: anche la natura, proprio come noi, necessita di fermarsi.
Le foglie cadono, gli animali si ritirano, i giorni si accorciano. Tutto sembra morire, eppure, in realtà, tutto si prepara a rinascere.
È una lezione che tendiamo a scordare spesso: lasciare andare non equivale a perdere, ma a fare spazio.
E così, questa festività che molti vedono unicamente come “paurosa”, in realtà ci invita alla dolcezza del rallentare, alla riflessione, al piccolo lusso del silenzio. Forse celebrare Halloween significa anche questo: silenziare il telefono, accendere una candela e ascoltare il suono del vento contro i vetri. Niente paura. Solo presenza.
L’attrattiva dell’oscurità (e perché ne abbiamo bisogno)
Viviamo in un’epoca che teme l’oscurità: abitazioni illuminate, schermi accesi, rumori incessanti. Tuttavia, l’autunno ci ricorda che l’oscurità non è un nemico, bensì una madre.
Nell’oscurità i semi riposano, i sogni germogliano, e la riflessione diventa profonda.
Halloween, con le sue ombre e i suoi enigmi, ci invita a fare pace con quella parte nascosta di noi stessi.
L’oscurità, del resto, non ci richiede paura — pretende fiducia.
Non è necessario un rituale antico per percepire la magia di Halloween. Basta un gesto lento, carico di cura: Annota un desiderio autunnale su un foglio e interralo in un vaso di terra, diventerà il tuo seme per l’anno a venire. Decora con semplicità: una piccola zucca sul davanzale, alcune foglie secche, un libro aperto sul tavolo.
Fai spazio per la memoria: accendi una luce in onore di chi non c’è più, o per una parte di te che desideri congedare con delicatezza.
Sono piccoli gesti, ma insieme sono un modo per ricordare che la magia più genuina proviene da ciò che è semplice.
Halloween come invito alla gentilezza
In realtà, Halloween non è (solo) una notte di fantasmi. È una porta.
Un passaggio tra ciò che è stato e ciò che sarà. Un momento per guardarsi dentro, abbracciare il mistero e ricordare che anche l’ombra può essere dolce, se la osserviamo con rispetto. E probabilmente, proprio in questo bilancio tra luminosità e oscurità, ansia e sicurezza, si cela la più grande bellezza della stagione autunnale: la consapevolezza che ogni conclusione rappresenta esclusivamente l’avvio di qualcosa di differente. È un dato di fatto.
Mariele Imputato
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