Sirene: le origini di un mito

“A colui che ignaro s’accosta e ascolta la voce delle sirene, mai più la moglie e i figli bambini gli sono vicini, felici che a casa è tornato, ma le sirene lo incantano con limpido canto, adagiate sul prato: intorno a un mucchio di ossa di uomini putridi, con la pelle che raggrinza”.
Metà donna e metà pesce.
Nell’immaginario comune le sirene sono descritte come creature meravigliose che ammaliavano i marinai con il proprio canto per farli schiantare sugli scogli e mangiarli.
Nel tempo, la loro immagine è cambiata, in maniera positiva, arrivando alla celebre Ariel, la piccola sirenetta innamorata di un umano.
Ma come nasce questa leggenda? Andiamo a scoprire insieme il meraviglioso mondo mitologico e come questa creatura è arrivata fino a noi.
La parola sirena ha un’origine incerta. C’è chi la fa derivare dal latino o dal greco, con il significato di “legare” o “incatenare”, ma anche “trascinare”.
Probabilmente dalla loro caratteristica di ammaliare con il proprio canto e portare i marinai alla morte.
Le prime sirene sono molto diverse da come le intendiamo noi oggi, descritte metà donna e metà uccello, in particolare un rapace. Si trattava di spiriti degli inferi, che portavano gli uomini nell’aldilà.
Il primo a scrivere sulle sirene è proprio Omero che, nell’Odissea, ci racconta di Ulisse durante il suo ritorno ad Itaca. Le creature abitavano sull’isola rocciosa e, il valoroso eroe, tappò le orecchie di tutti i suoi marinai con la cera, per evitare di farli morire. Lui, però, si lega all’albero maestro della nave perché voleva a tutti costi ascoltarle.
Si narra, inoltre, che una delle tre sirene, proprio Partenope, affranta per non aver incantato Ulisse, morì proprio sulle rive dell’isolotto di Megaride, dove oggi si trova il Castel dell’Ovo. Ed è proprio da lei che i partenopei hanno coniato il nome.
Ma andiamo avanti nel nostro racconto. Secondo la mitologia, infatti, le sirene furono trasformate in mostri proprio da Demetra, per non aver protetto Persefone dalle grinfie di Ade.
Con l’arrivo del medioevo cambia anche la percezione di queste creature, infatti, è proprio con il Cristianesimo che le sirene si tramutano in metà donna e metà pesce, probabilmente perché, avendo le ali, erano troppo vicine alla figura degli angeli.
Con il tempo le sirene sono diventate immagine della bellezza e dell’eleganza, meravigliose creature dalla voce incantevole. Questo soprattutto grazie alle fiabe nelle quali sono protagoniste.
Insomma, che sia con le ali o con le pinne, la mitologia non ha mai considerato a fondo la figura delle sirene, da sempre ritenute crudeli e assetate di sangue.
Forse, nei tempi odierni, hanno avuto la fama che meritavano.
Martina Maiorano