Terremoto in Afghanistan: gravi problemi per tutti, ma niente soccorso per le donne

Nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre 2025, un violento terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito l’Afghanistan.
Migliaia sono le vittime e i feriti, tra questi, moltissime donne che non possono essere salvate.
Un bilancio terribile quello del terremoto che ha colpito meno di un mese fa l’Afghanistan. La prima scossa risale alla notte tra il 31 agosto e il 1° settembre, una notte di fine estate che per molti sarà impossibile da dimenticare. Nei giorni successivi, ci sono state varie scosse di assestamento, fino alla più violenta, registrata il 4 settembre, di magnitudo 6.3
Ad una situazione già terribile, si aggiunge un’altra piaga della società: la discriminazione di genere. Nell’Afghanistan dei talebani, le donne non vengono soccorse, vengono lasciate indietro. Moltissime donne non ricevono aiuto e così muoiono tra le macerie, ma perché? La risposta è purtroppo chiara e dura: ogni contatto tra uomini e donne che non abbiano un legame di parentela, è proibito. L’unico modo per soccorrerle è tirare le donne per i vestiti, ma questo raramente basta, e così mentre si rispettano le regole di una società che ha il più alto tasso di emarginazione femminile al mondo, migliaia di vite si spezzano.
A denunciare ciò è il New York Times, che riporta testimonianze da Kunan, la regione più colpita. Tra le testimonianze c’è quella di Aysha, abitante di Andarluckak, che con grande coraggio e forza racconta come uomini e bambini maschi abbiano subito ricevuto il soccorso necessario dalle squadre di emergenza, mentre lei, tutte le altre donne e le adolescenti, sono state dimenticate, messe da parte e nessuno ha rivolto loro la parola. «Le donne e le ragazze saranno ancora una volta le più colpite da questo disastro, quindi dobbiamo garantire che i loro bisogni siano al centro della risposta e della ripresa», è quanto afferma Susan Ferguson, rappresentante speciale di UN Women Afghanistan.
Inoltre, alle donne è vietato viaggiare senza un accompagnatore, spesso non possono lavorare e sono escluse dalle organizzazioni umanitarie e non profit. Per quanto riguarda l’istruzione, la situazione non è migliore: le ragazze possono frequentare la scuola solo fino al sesto anno di elementari. Come affermano le nuove leggi, alle donne non è consentito parlare in pubblico, la voce è considerata privata e quindi persone che non fanno parte della famiglia non possono ascoltarla leggere ad alta voce, cantare o recitare. I gruppi per i diritti umani parlano di un’apartheid di genere escludendo donne e ragazze dalla vita pubblica.
Tornando al terremoto, questo ha procurato inquantificabili danni a case, infrastrutture e persone e per quanto gli aiuti umanitari diano soccorso, c’è qualcuno che non può riceverlo, c’è qualcuna, o meglio, tutte, che in mancanza di un parente devono farcela da sole, e se non riescono, per molti sembra non essere un problema.
Marianna Russo
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Immagine generata con AI



