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Kabi Nagata, il manga come terapia e confessione

La vita è spesso difficile.

Lavoro con strette scadenze, salute mentale e fisica che non sempre sono al top, rapporti interpersonali difficili da mantenere…ma anche da iniziare.

Eppure, nonostante ciò, c’è chi riesce a trovare la propria dimensione nel mondo per continuare a dare il meglio di sé e andare oltre alle difficoltà.

Kabi Nagata è una mangaka giapponese che di difficoltà, nella vita, ne ha avute. Classe ’87, ha sempre disegnato nella sua vita. In quarta elementare ha letto il suo primo manga, iniziando Slam Dunk di Takehiko Inoue, continuando poi con altre serie di manga su Weekly Shonen Jump.

È nota per i suoi manga autobiografici, nei quali affronta tematiche molto importanti come la salute mentale, la sessualità e le difficoltà relazionali, utilizzando, in ogni tavola, dei disegni abbozzati e un tratto di colore rosa cipria oppure arancione, in base al lavoro.

Il suo manga d’esordio è La mia prima volta – My Lesbian Experience With Loneliness, inizialmente pubblicato su Pixiv nel 2016. In questo volume autobiografico vediamo l’autrice che decide, dopo una vita vissuta tra depressione, problemi alimentari ed autolesionismo, di affidarsi ai servizi di una escort per affrontare il primo passo verso un’esperienza che spera la faccia diventare una persona adulta. Una vera e propria ricerca della propria identità e accettazione della propria sessualità.

Grazie a quest’opera, Kabi Nagata ha vinto sia il Premio Harvey per il Miglior Manga che il Crunchyroll Anime Award, sempre per il Miglior manga.

Lettere a me stessa – Dopo la mia prima volta è la seconda opera, sequel de La mia prima volta e pubblicato nel medesimo anno, grazie al successo ottenuto con la prima pubblicazione. Tramite lettere rivolte a se stessa, Kabi Nagata ci racconta con una sincerità disarmante le proprie insicurezze riguardo alla decisione di andare a vivere da sola e al rapporto con i genitori che vuole recuperare, ignari del fatto che sono stati resi protagonisti del racconto. Ma non solo: l’autrice affronterà anche gli effetti della fama, le sfumature della solitudine e, soprattutto, l’importanza di accettarsi.

Nel 2019 arriva La mia fuga alcolica – Scappando dalla realtà. In questo terzo lavoro, l’autrice racconta dei suoi problemi riguardo al blocco creativo, che hanno aggiunto alla sua vita una dipendenza dall’alcol con conseguente pancreatite e ricovero in ospedale. Ricordando i giorni in cui era in convalescenza, racconta altri dettagli di sé nel modo più semplice e sincero possibile.

L’anno dopo, Nagata pubblica Diario di una guerriera single – Il mio matrimonio con me stessa, nel quale esplora ed approfondisce la sua voglia di sposarsi, di amare ed essere amata, nonostante non abbia avuto alcuna esperienza sessuale se non un paio di appuntamenti con escort.

I racconti sopra la propria vita di Nagata continuano nel 2021, con la pubblicazione del volume My Wandering Warrior Eating Disorder, nel quale l’autrice racconta del proprio disturbo alimentare e del rapporto che ha con il cibo.

Purtroppo, in Italia non è al momento prevista la pubblicazione di questo volume, anche se è alta la probabilità che venga fatto in futuro, ma si può tranquillamente recuperare in lingua inglese in formato ebook su Amazon Kindle.

L’ultimo lavoro pubblicato di Kabi Nagata è stato pubblicato nel 2022, intitolato Il mio povero pancreas – Eppure la mia vita è un po’ migliorata, nel quale vediamo la realizzazione dell’autrice che per lei è più facile “sentirsi adulta” bevendo.

Lo stress di dover affrontare tante novità, oltre alla tendenza a cadere vittima di dipendenze, le fanno consumare in modo eccessivo l’alcol, finendo costretta a ricoverarsi in ospedale. Sfortunatamente, smettere di bere è complicato soprattutto tra le difficolta e l’isolamento portati dalla pandemia di Coronavirus.

Irene Ippolito

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Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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