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Giocare, da sempre: le origini del gameboard

A rappresentarsi come degli ottimi alleati durante le festività o le serate in compagnia, sono loro: i giochi da tavolo.

Quest’intrattenimento non è spopolato nei tempi moderni, tant’è che le sue origini sono molto antiche.

Quindi, cosa aspetti a conoscerle?

Gli albori dei giochi da tavolo rischiarano l’Egitto e la Mesopotamia, culle della loro nascita.
Pensiamo al gioco del Senet, amato dai faraoni, strettamente legato al concetto di fortuna e coerente con l’importanza che il destino rivestiva nella cultura egizia. Confidando nella buona sorte, lo scopo del gioco era quello di guadagnarsi la protezione delle principali divinità egizie: Ra, Thoth e Osiride. Inoltre, nell’antica Mesopotamia sono state scoperte tracce di un gioco da tavolo, noto come The Royal Game of Ur, all’interno delle tombe reali della città di Ur.

Nel periodo romano fa la sua comparsa il Ludus Latrunculorum, un gioco strategico citato da Marco Terenzio Varrone, celebre autore della letteratura latina. Il Ludus Latrunculorum era un gioco strategico incentrato su tattiche militari e mostra una certa somiglianza con gli scacchi.
Ecco che siamo arrivati ad un gioco molto conosciuto e che non risparmia di avere un antenato, il Chaturanga. Si tratta di un gioco che conosce la sua origine intorno al VI secolo, in India, per poi diffondersi verso le aeree asiatiche e occidentali. Esistono diverse supposizioni in merito al nome scacchi che – per l’appunto – determina questo gioco:

  • Shaṭranj: ad opera dei Persiani
  • Xiangqi: di origine cinese

Inizialmente, sotto il nome di Shatranj, seguiva un andamento più lento e la scacchiera si presentava incolore. Il gioco degli scacchi ha subito diverse modifiche prima che venissero stabilite le regole del gioco moderno, cosa che è accaduta in Spagna e in Italia alla fine del XV secolo.
Data la diffusione che stava riscuotendo il gioco, andarono a crearsi delle organizzazioni dedicate al gioco degli scacchi, dove gli appassionati potevano riunirsi e sfidarsi con club di città diverse.

I gameboard o italianamente dicendo “il gioco da tavolo” spopolarono nel Medioevo e nel Rinascimento e si diffusero in tutt’Europa. Soprattutto gli scacchi, vennero giocati dai ceti nobili e dal clero per adoperare e sviluppare doti di strategia e riflessioni. Invece, nei salotti borghesi e nelle taverne si sceglieva di dare spazio al puro intrattenimento, optando per il gioco dei dadi e giochi di carte.

I giochi da tavolo assunsero una forma “diversa” – per certi versi – in epoca Illuminista. Non erano più considerati soltanto come forma di intrattenimento ma come dei veri strumenti educativi per insegnare scienza, morale ed etica.

Lo sviluppo dei giochi da tavolo è restato, per lo più, sull’intenzione di intrattenere. Cavalcando quest’onda dall’800 fino al ‘900, epoca in cui sono stati diversificati nelle categorie che tutt’oggi conosciamo.
Che si tratti di giochi strategici, investigativi o fantasy, essi rappresentano un’ottima occasione per stimolare la logica, l’intuizione e la creatività, oltre a favorire scaramucce divertenti e tante risate tra i giocatori.

Alessandra Lima
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Alessandra Lima

Sono Alessandra, classe 2001 e studentessa di lettere moderne all’Università di Napoli “Federico II”. Mi interessano la letteratura, l’arte e la fotografia, da cui quasi sempre traggo ispirazione per la scrittura che è, a sua volta, una mia passione. Rendo la penna un tramite per lasciare a chi mi legge la possibilità di comunicare col mio mondo interiore e i miei interessi.
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