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Guida semiseria per scrivere una lettera a Babbo Natale

Con stile e ironia, impariamo a scrivere una lettera al signore barbuto più famoso del Polo Nord, Babbo Natale. 

Quest’anno, puntuale come l’odore di panettone, arriva il fatidico momento di scrivere la letterina a Babbo Natale. Un rito che sa d’infanzia, ma adatto a piccoli e grandi. È bene iniziare con un saluto classico: è possibile passare dal “caro Babbo Natale” al “ehi babbo, come va in Lapponia?”; l’unica regola da rispettare è essere gentili: Babbo Natale sarà pur un uomo buono, ma è sempre meglio non rischiare. 

Proseguiamo poi con una piccola presentazione: anche se lui già sa tutto di noi, un piccolo aiutino non guasta! Segue poi il momento della verità, la parte della lettera in cui sveliamo se durante l’anno siamo stati o meno bravi: l’approccio può essere di diverso genere, onesto, strategico o creativo. 

Anche se con qualche piccola bugia, l’importante è fargli capire che le grandi e piccole cattiverie non erano intenzionali. La parte più attesa per lui e sicuramente anche per i suoi elfi contabili – la grande crisi è arrivata anche al Polo Nord -, è la lista dei desideri. Non una lista infinita come le fatture per il 730; scegliete qualche regalo realistico, e perché no aggiungete un desiderio non materiale. 

Alla fine, congedatevi, ringraziandolo e ringraziando le renne e gli elfi – che in questo periodo hanno fatto gli straordinari -. Un piccolo saluto finale, augurando a lui e a quella befana della moglie, un Buon Natale. Ricorda che per la letterina non importa l’età e la calligrafia: a Babbo Natale interessa lo spirito con la quale la si scrive.

Per l’invio della lettera vi consigliamo Poste Italiane attraverso il servizio “La Posta di Babbo Natale”.

Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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