Whitespace Projects, Napoli abbraccia l’arte contemporanea

Se amate l’arte, studiarla e osservarla, il Whitespace Projects è il progetto adatto a voi! Nato dalla mente dell’artista visivo Pietro Costa, è un nuovo spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea che aprirà a Napoli ad ottobre di quest’anno.
Whitespace Projects è uno spazio dedicato all’arte contemporanea nato tra l’Accademia di Belle Arti e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, idea di Pietro Costa, visual artist che inaugura il suo nuovo atelier nella città di Partenope che comprende un project space adibito a progetti espositivi esterni.
Whitespace Projects come luogo di incontro e di scambio
Il Whitespace Projects, coordinato da Concetta Luise e curato da Alessandra Troncone, quest’ultima già curatrice dell’edizione 2025 della Quadriennale d’Arte di Roma, si situa come luogo di incontro e di scambio tra le città di Napoli e New York, il cui obiettivo è di creare connessioni tra linguaggi e culture.
Ma non solo.
Questo progetto va a promuovere ciò che è l’immersione degli artisti nella città tramite residenze e scambi, mutando l’assenza e lo spazio vuoto – cioè, lo “spazio bianco” – in un linguaggio artistico, un luogo di ascolto, interazione e creazione di nuove visioni.
Agnes Questionmark la prima artista del progetto
Ad inaugurare il Whitespace Projects sarà Agnes Questionmark, artista classe 1995 di Roma, che si divide tra performance, scultura, video e installazione.
Durante la sua permanenza a Napoli, lavorerà anche al suo progetto per la 18esima edizione della Quadriennale d’Arte di Roma Fantastica e alla prima mostrasite specific a Napoli. Sarà un progetto che collegherà i due eventi nell’autunno 2025 in perfetta realizzazione della mission dello spazio.
Pietro Costa racconta che scegliere Agnes Questionmark come prima artista ospite al Whitespace Projects è in sintonia con il progetto bloodwork che ha iniziato nel 1989, che “propone una ricerca sull’identità genetica e antropologica basata sull’utilizzo del sangue per realizzare ritratti e opere astratte”. Inoltre, dichiara che Questionmark “rappresenta perfettamente tutti coloro che spingono i limiti dell’arte beyond-human”.
Irene Ippolito
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