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Un bassorilievo assiro e l’uso dell’otrì

Un guerriero nuota con una misteriosa sacca sulle spalle: qualcuno ha ipotizzato fosse una bombola di ossigeno, ma dietro questo bassorilievo assiro si nasconde la storia di un popolo che sapeva sfruttare la fisica dell’aria e dell’acqua.

Un piccolo malinteso può far diventare un reperto archeologico un vero e proprio meme. L’immagine in questione, su un’antica scultura assira, mostra un uomo intento a nuotare con un oggetto cilindrico sulle spalle. Il web è impazzito: il pubblico ha da subito ipotizzato che gli assiri possedessero sofisticate tecnologie di respirazione subacquea e che l’oggetto sulle spalle dell’uomo potesse essere un’antenata della moderna bombola d’ossigeno. 

Il bassorilievo assiro e la sua origine

L’opera, protagonista di questo disperato bisogno di attenzioni, proviene dall’antica città di Ninive, uno dei principali centri dell’impero assiro. Risalente all’VIII-VII secolo a.C., il reperto è conservato al British Museum di Londra. In questo bassorilievo sono raffigurati soldati attraversare un fiume: alcuni di essi trasportano sulle spalle un oggetto tondeggiante, legato al corpo con cinghie e corde. 

Un equivoco tutto moderno

Una piccola bufala creata ad hoc attorno a questo oggetto rappresentato nel bassorilievo; ma come spesso succede, c’è una spiegazione storica, ben più semplice e dotata di fondamenta: la sacca rappresentata al di sopra delle spalle di alcuni soldati non è altro che un otre di pelle gonfiato d’aria, usato anticamente, appunto come galleggiante per attraversare i corsi d’acqua. 

La sua presenza è stata documentata in epoche successive non solo in Mesopotamia, ma anche in altre regioni: questa sacca di pelle d’animale, spesso di capra, veniva riempita con aria e poi sigillata e usata come supporto per sostenere il corpo e il carico trasportato quando si attraversavano i fiumi. 

Una testimonianza quindi delle conoscenze di fisica da parte del popolo assiro: nessun sommozzatore con uso di metalli ad alta resistenza o sistemi di valvole. Il bassorilievo assiro, quindi, non racconta una storia in bilico tra il mito e la realtà, ma dimostra quanto i nostri antenati fossero uomini ingegnosi che usavano strumenti semplici per risolvere problemi complessi. 

Proprio come con la vita, anche la creatività e l’ingegno hanno bisogno di un po’ di aria per emergere! 

Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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