Guerre silenziose: il Sudan

“Perché manifestate per la Palestina e non per il Sudan?”. Quante volte abbiamo sentito questa domanda, forse proprio da chi è inchiodato sul divano, pronto a puntare il dito sugli altri. Eppure, c’è un fondo di verità dietro questo quesito.
Qualcosa sta succedendo in Sudan, una cosa gravissima, l’ennesimo genocidio sotto i nostri occhi. Il 15 aprile 2023 le Sudanese Armed Forced, forze armate del paese, e le Rapid Support Forced, forze paramilitari, hanno iniziato un conflitto interno.
Il luogo in questione è la regione di Darfur, teatro di massacri e abusi sui civili.
Da quel giorno, sono circa 150.000 i morti e 13 milioni gli sfollati, oltre alla distruzione di economia, sanità e diffusione di fame e epidemie.
Le Forze Armate Sudanesi controllano la parte est del paese, mentre i paramilitari, l’RSF, il lato ovest, quindi il Darfur.
Ma perché questa regione?
Come in tutte le guerre, anche questa ha scopi economici, in questo caso legati alle miniere d’oro nel paese. Gli Emirati Arabi e la Russia, la quale ha mercenari in Sudan per recuperare il prezioso minerale, finanziano le forze paramilitari.
Insomma, più di 25 milioni di persone stanno subendo gli effetti di questa guerra, specialmente i bambini che rischiano una grave malnutrizione.
Nonostante i crimini di guerra, violenze e abusi, il conflitto prosegue e nei paesi cosiddetti “civilizzati” se ne parla pochissimo, compresa l’Italia. Qui, infatti, è come se questa guerra non stesse avvenendo.
Prima di tutto, perché ad ognuno interessano le questioni del proprio paese, infatti il Sudan è molto lontano, sia geograficamente che culturalmente, da noi. Altro motivo è che il conflitto non ha influenza ideologica e, di conseguenza, non fa audience sui social.
In definitiva, per rispondere alla domanda iniziale, tutte le guerre dovrebbero interessarci in quanto siamo cittadini del mondo. Quello che sta accadendo in Sudan è gravissimo ed è necessario parlarne ed informarsi, ma anche manifestare per far sentire il proprio dissenso.
Nel 2025 non è possibile accettare una violazione così grave dei diritti umani, e se il governo e le istituzioni non vogliono ascoltare, allora grideremo più forte!
Martina Maiorano


