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Roccella contro le gite ad Auschwitz: alimentano l’odio contro il Fascismo

La ministra per la Famiglia nella bufera dopo l’intervento al convegno Ucei al Cne. 

Scuola, università, politica, durante un convegno organizzato dalle comunità ebraiche italiane, la ministra delle Pari Opportunità e Famiglia Eugenia Maria Roccella ne ha per tutti; secondo la ministra, infatti, le responsabilità dell’antisemitismo sono diffuse proprio dal sistema scolastico che propone “gite”, se così si possono definire, nei cosiddetti luoghi della Memoria.

La scuola ma anche le università, che secondo la ministra sono stati i peggiori luoghi di non riflessione e la colpa è anche dei docenti, o come di chi, secondo la Roccella “Usa con gusto la parola genocidio”. 

“Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz a che cosa sono servite? Sono servite solo a ripetere che l’antisemitismo era una questione fascista e basta”. Ecco la sintesi del Roccella pensiero, illustrato dalla ministra della Famiglia e delle Pari opportunità al convegno dell’Ucei.

Dichiarazioni che hanno ovviamente scosso l’opinione pubblica e anche le istituzioni. 

“Aprire una nuova pagina è compito nostro e vostro”, sostiene la ministra che poi attacca gli studenti. “Non c’è mai stata una manifestazione di massa, di piena partecipazione, a difesa degli ostaggi, per esempio. O che dicesse ‘Hamas deve rilasciare gli ostaggi senza condizioni’

Le parole della ministra Roccella hanno suscitato una forte indignazione dell’opinione pubblica, riaccendendo lo scontro, ormai sopito tra il mondo universitario ed il governo.

Quei viaggi di istruzione da anni servono a raccontare l’orrore del Novecento, a mantenere viva la memoria di chi è stato vittima del genocidio ad opera del regime nazifascista.

Polemiche e sdegno da parte di tutte le opposizioni politiche, ma la reazione più dura è stata quella di chi in quei campi di concentramento ha perso tutto o di chi purtroppo ci ha vissuto. 

La senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah e testimone dei campi di concentramento nazisti, è intervenuta sulla spinosa questione, dichiarando:

Stento a credere a ciò che ha dichiarato una rappresentante della Repubblica italiana, che ha definito gite i viaggi di istruzione ad Auschwitz. 

Durante la seconda guerra mondiale, in tutta l’Europa occupata dalle potenze dell’Asse, i nazisti, con la collaborazione zelante dei fascisti locali – compresi quelli italiani della RSI – realizzarono una colossale industria della morte per cancellare dalla faccia della terra ebrei, rom e sinti e altre minoranze. La formazione dei nostri figli e nipoti deve partire dalla conoscenza della storia. La memoria storica della verità fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi”

la risposta della Senatrice a vita Liliana Segre. 

A proposito delle dichiarazioni, gravissime, della ministra Roccella, ogni strumentalizzazione sarebbe errata, quindi riportare testualmente le dichiarazioni dei vari partiti politici di opposizione è inutile. Dando spazio a quanto detto dai rappresentanti dei diversi schieramenti politici italiani, si rischierebbe di spostare l’attenzione dall’argomento principale della diatriba, che oltre ad essere politica è anche di stampo sociale e culturale. 

I viaggi ad Auschwitz non sono delle semplici gite, ma piuttosto percorsi della memoria, dove gli studenti possono vivere e vedere in prima persona ciò che dovettero sopportare i deportati nei campi di concentramento. Politicizzare una questione storica, non porta a niente, certamente crea scompiglio o forse può distogliere l’attenzione da aspetti più importanti che vengono accantonati. 

Dal punto di vista storico, è risaputo che il fascismo italiano abbia avuto un ruolo determinante nell’emanazione delle leggi razziali del 1938, come è storicamente dimostrato; infatti, tutte le politiche contro gli ebrei ideate e realizzate dal fascismo italiano sono partite, almeno nella loro fase iniziale, dalla volontà e dall’iniziativa di Benito Mussolini. Non esisteva, un antiebraismo, se non in fasce minoritarie e tutto sommato ininfluenti, nel movimento delle origini. L’iniziativa, a partire dal 1936, arrivò principalmente dal capo del governo e duce del fascismo, che scelse, e decise in piena autonomia, di scatenare una campagna di odio e di persecuzione contro una minoranza che, fino alla metà degli anni Trenta, era stata parte integrante della società e dello stato italiani.consapevolezza di Memori della consapevolezza acquisita negli anni, oggi le persone, soprattutto giovani, scendono in piazza per gridare “Mai più”. 

Gerardina Di Massa

Photo credits: Wikipedia

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Gerardina Di Massa

Gerardina Di Massa, sono nata ad Ischia e studio lettere e filosofia. Sono da sempre appassionata alla scrittura e anche alla lettura. Giornalista pubblicista, appassionata di politica e letteratura, “divoratrice di libri”, amo leggerne sempre di nuovi, senza stancarmi mai. Mi piace la scrittura in tutti gli ambiti, che si tratti di cultura o di arte, di argomenti letterari o di storia. Ogni cosa, ogni argomento può e deve insegnare qualcosa.
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