Primo PianoSport & Benessere

Ben oltre le idee di giusto e sbagliato c’è… una croce? 

Amo la natura più di quanto io possa riuscire a spiegare; se son per troppo tempo lontana dalla mia terra e dalle mie montagne, esse cominciano a divenire parte integrante dei miei sogni e come in un film fantasy sono attirata come un marinaio dalle sirene e il destino mi conduce verso di loro nelle maniere più disparate.

Sono nata e cresciuta nel verde dei Monti Lattari e tale attaccamento è una costante nella mia vita di quasi trentenne. Ho frequentato le montagne attorno casa mia con i miei genitori, mio fratello, i miei amici, il mio compagno, le mie guide spirituali (i sacerdoti che nel corso degli anni si sono succeduti nella mia parrocchia di appartenenza).

La religione, (sono cristiana cattolica) ma in generale la mia ieraticitá nei confronti della bellezza della natura mi hanno sempre fatto avere un profondo senso di rispetto, e a volte anche timore, nei confronti di madre natura nella sua interezza. Ho seguito e continuo a seguire associazioni che organizzano uscite trekking per camminatori esperti e non, per ogni fascia di età e per ogni tipo di preparazione.

Leggo riviste e libri su quello che è l’attaccamento nei confronti della natura e in particolar modo della montagna, a qualsiasi altezza essa sia, e seguo le direttive dei manuali per un’uscita sostenibile e sicura. Ultimamente, la mia attenzione è stata attirata da un articolo (o forse è il caso di dire dalla miriade di articoli usciti sulle maggiori testate nazionali) nel quale si discuteva della possibilità di eliminare dalle vette i crocifissi, di qualsiasi materiale. Nel corso dei giorni mi sono documentata e ho potuto constatare come in effetti, così come nella stragrande maggioranza dei casi, i politicanti del nostro governo facciano “politica” e si comportino da mercenari su qualsiasi argomento gli finisca a tiro. Lo scrittore Marco Albino Ferrari, direttore editoriale e responsabile delle attività culturali del CAI, acronimo di Club Alpino Italiano, aveva sostenuto l’opportunità di non erigere nuove croci in cima alle montagne e di continuare con la manutenzione di quelle già esistenti (mansione che il Cai già svolge). 

Apriti cielo! Tale affermazione ha smosso gli animi putrefatti dei nostri “rappresentanti dello stato” (tra questi spiccano Matteo Salvini, Daniela Santanchè e Paolo Zangrillo) di destra, sinistra e tutto intorno: “io sono montanaro, sono cristiano” (mi avvalgo della licenza poetica); tutti ad inveire contro ‘sto cristo – come se l’unico problema dell’Italia fossero le croci sulle vette. Si è contestata l’identità di uno Stato, la sua cristianità – il primo comma dell’articolo 1 della Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica e laica” -, la sua storia (tutti questi termini in una sola frase fanno già ridere di per sé).

“Lasciare integre le croci esistenti, perché testimonianze significative di uno spaccato culturale, e allo stesso tempo evitare l’installazione di nuovi simboli sulle cime”, questo è quanto dichiarato; eppure, con il rischio di essere tacciata di ignoranza e di cattiva comprensione del testo, a me non pare si sia parlato solo di “croci”, bensì di simboli. Qualsiasi simbolo, anche tutta la monnezza che i grandi amanti della natura lasciano su ogni percorso/vetta, dovrebbe essere lasciato a valle. 

Proprio non riesco a spiegarmi come si possa essere così dannatamente ottusi, così sfacciatamente comici. La montagna non è mai stata per tutti, anche se i sempre più frequenti incidenti testimoniano il contrario. L’altitudine, gli animali in libertà, l’aria salubre e la mancanza di centri commerciali, ancora non hanno reso l’ambiente così appetibile ai più (ai nostri stessi politici, che non mi par di aver mai visto alzare anche solo una cartaccia da terra). E da amante della montagna e da cristiana, la presenza o meno di una croce – se non per una questione meramente tradizionalista – non muta quello che realmente mi spinge a salire sempre più su; qualsiasi cosa posta da un essere umano – croce, altare, bandierina, specchio, campana che sia – è una violazione della natura della natura stessa, è una spersonalizzazione di una realtà ben che radicata. Non lasciatevi ingannare dalle parole, dalla propaganda, dai tentativi di persuasione; la natura non è politicamente interessante: la nuova legge quadro sulla montagna 2022 ha mandato in pensione la legge Fanfani del 1962 – appena 60 anni per capire che qualcosa non andava, poteva andar peggio?- . 

“Non è il cervo che attraversa la strada, è la strada che attraversa il bosco”. 

Antonietta Della Femina

Leggi Anche : Estate in montagna: scopri le destinazioni italiane da non perdere

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
Back to top button
Panoramica privacy

Questa Applicazione utilizza Strumenti di Tracciamento per consentire semplici interazioni e attivare funzionalità che permettono agli Utenti di accedere a determinate risorse del Servizio e semplificano la comunicazione con il Titolare del sito Web.