Primo PianoSociale

Gaza city invasa: chi osserva senza agire diventa complice. 

Le notizie presenti sui giornali ci informano che Israele è entrata in Gaza city. Ma sappiamo bene che non è un semplice “ingresso”, bensì di un’invasione. 

L’Organizzazione internazionale per i diritti umani, l’Amnesty International, era stata chiara nel suo messaggio: se Israele non interrompe i bombardamenti su Gaza city e lo sfollamento di centinaia di persone, il popolo palestinese avrà solo sofferenza estrema e non vi sarà alcun ritorno ad una vita felice.

La comunità internazionale resta ferma a guardare e, di conseguenza, non esiste alcuna difesa reale per i civili. 

Sofferenza senza via di uscita

A Gaza City non ha più un luogo sicuro. Persone affamate, malate o con disabilità non hanno le condizioni adatte per poter affrontare trasferimenti.  

Dal 27 agosto, circa il 90% della striscia di Gaza era militarizzata o soggetta comunque ad ordini di sfollamento da parte dell’esercito di Israele. Il consiglio era di spostarsi verso Al -Mawasi, a sud, ma tale rifugio è comunque bersaglio di attacchi e non offre le condizioni adatte di sopravvivenza: tende sovraffollate, acqua insufficiente e, soprattutto, assenza di assistenza sanitaria.  

Possiamo ancora davvero rimanere indifferenti a tutto questo? 

Le accuse di genocidio

L’Onu accusa Israele di star commettendo un genocidio a Gaza, accusando dunque Benjamin Netanyahu, primo ministro, ed altri alti funzionari ad istigare ciò. Sono ormai passati due anni dall’inizio di tale guerra.

Qual è il crimine voluto? Distruggere il gruppo palestinese a Gaza. La cosa peggiore? La distruzione di una clinica per la fertilità, permettendo così il blocco delle nascite.

Israele con tutta sicurezza risponde definendo tale report come una diffamazione scandalosa, ma il report parla chiaro: si tratta di una strategia già pianificata, e non di un effetto collaterale.

E l’Italia?

Silenzio. La premier Meloni ha dichiarato più volte di voler salvare i bambini di Gaza, ma con le parole è tutto facile e sempre giusto. I fatti? Nessuna azione concreta, solo tanta ipocrisia

Ormai è chiaro che non possiamo certo tornare indietro o dimenticare cosa sia accaduto. Chiudere ancora gli occhi di fronte a queste atrocità è ancora più grave, in un certo senso ci rende complici.

Arianna D’Angelo






Arianna D’Angelo

Arianna, classe ‘98. Mi piacciono le arti visive e musicali. Per me scrivere è esternare il mio mondo interno raccontando ciò che mi appassiona. L’Arianna del mito greco liberò Minosse con il suo filo e io con la mia scrittura libero il mio mondo e ve lo racconto.
Back to top button
Panoramica privacy

Questa Applicazione utilizza Strumenti di Tracciamento per consentire semplici interazioni e attivare funzionalità che permettono agli Utenti di accedere a determinate risorse del Servizio e semplificano la comunicazione con il Titolare del sito Web.