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Cosa sono le barriere architettoniche?

Nonostante siano state varate diverse leggi dagli anni ’70 ad oggi per tentare di eliminare le barriere architettoniche in Italia, purtroppo il problema è ancora molto presente, che si tratti di piccoli paesini o grandi città.

Una barriera architettonica è un ostacolo, permanente o temporaneo, che impedisce e/o limita l’accessibilità e la fruizione in piena sicurezza di spazi, edifici e servizi a determinate categorie di persone: le persone disabili (in particolare con disabilità motorie) devono purtroppo farci i conti quotidianamente, ma non sono le uniche. Se pensiamo ad una persona che ha con sé un/una bambino/a nel carrozzino e non ha altro modo di raggiungere la propria destinazione se non con una lunga rampa di scale o ai parapetti “pieni” che impediscono la visibilità ad una persona di bassa statura.

Tipi di barriere

Le barriere architettoniche si dividono in tre grandi tipologie:

  • Barriere urbane: scale, sottopassaggi, attraversamenti pedonali, tratti troppo ripidi, accessi troppo stretti, spazi ridotti
  • Barriere di localizzazione: distanze fisiche elevate e scarsa organizzazione urbanistica che costringono l’utente a percorrere un lungo tratto a piedi
  • Barriere percettive: ostacoli che rendono scarsamente o del tutto irriconoscibile la localizzazione degli edifici pubblici, p.e. semafori privi di segnalazione acustica per le persone cieche 

A queste è importante aggiungere le barriere comunicative, ossia tutti i segnali che l’ambiente genera nei confronti dei propri fruitori che non sono sempre accessibili a tuttx, e le barriere virtuali, come alcuni siti internet non conformi agli standard di accessibilità.

Le barriere architettoniche (e non) generano un vero e proprio conflitto essere umano-ambiente; nel documento ICF del 2001 si legge:

“[…] quella serie di ostacoli e impedimenti, di forma temporanea o permanente, che impediscono all’utente di fruire in piena sicurezza di tutta quella serie di funzioni, attrezzature e servizi che lo spazio antropizzato dovrebbe garantire a tutte le categorie d’utenza”. 

Il quadro legislativo italiano

In Italia, la legge n. 13/1989 stabilisce i termini e le modalità in cui deve essere garantita l’accessibilità ai vari ambienti, con particolare attenzione ai luoghi pubblici. Il decreto n. 236/1989 invece esplora maggiormente la parte tecnica, individuando tre diversi livelli di qualità dello spazio costruito.

  • Accessibilità: possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruire di spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia.
  • Visitabilità: possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Vengono considerati spazi di relazione gli spazi di soggiorno dell’alloggio e quelli dei luoghi di lavoro, servizio e incontro, nei quali il cittadino entra in rapporto con la funzione ivi svolta.
  • Adattabilità: possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente e agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.

È proprio adattabilità la parola chiave. 

Non sono le persone che compongono la società a doversi adattare a ciò che esiste, ma è ciò che esiste a doversi trasformare per adattarsi alle esigenze degli utenti. 

Ciò che si chiede non è la rimozione di edifici, spazi e servizi esistenti; si chiede (e pretende, giustamente) che essi vengano trasformati per permettere a chiunque di usufruirne, perché ogni cittadinx ha il diritto di percorrere la propria città e vivere i suoi spazi in totale libertà, senza ostacoli che creano difficoltà fisiche e frustrazione psicologica. 

Fortunatamente negli anni sono stati fatti tanti passi in avanti. È in vigore la Norma Svizzera che contiene tutte le misure minime da rispettare nella progettazione e nella costruzione di nuovi edifici pubblici o privati ma accessibili al pubblico, affinché essi siano davvero accessibili per tutte le categorie: gli edifici devono essere costruiti con misure precisissime per le porte, gli ingressi, gli ascensori, i percorsi e locali sanitari. 

Estate…e spiagge accessibili!

La mobilità non deve essere causa di discriminazione, MAI!

Di anno in anno, sono sempre di più i lidi italiani a rendere le proprie spiagge accessibili, affinché l’esperienza di una spensierata giornata al mare con gli amici o con la famiglia sia davvero accessibile a tuttx. Qui una lista delle spiagge accessibili della Campania, con sedie JOBS o ausili propri:

  • Lido Belmare, Barano (Ischia)
  • Lido fratelli Mattera, Forio D’Ischia
  • Bagno bar Viola, Citara (Ischia)
  • Lido Il Galeone, piazzale di Citara (Ischia)
  • Lido Ippocampo, spiaggia S. Pietro
  • Bagno Di Leva, Spiaggia dei Pescatori, Ischia 
  • Sunset beach, Chiaiolella, Procida
  • Spiaggia di Marina Grande, Capri
  • Bagno Varca D’Oro, Via Orsa Maggiore, Castel Volturno
  • Bagno Montenuovo Beach,Via Milliscola, Pozzuoli 
  • Bagno Lido Capri, Via Sibilla 20, Pozzuoli 
  • Bagno Lido, Pozzuoli 
[per avere maggiori informazioni sull’accessibilità dei singoli lidi chiamare i loro numeri o controllare sui loro siti]

“Il livello di civiltà di un popolo e di uno Stato si misura anche dalla capacità di assicurare alle persone con disabilità inclusione, pari opportunità, diritti e partecipazione a tutte le aree della vita pubblica, sociale ed economica”

Sergio Mattarella, discorso, 2020.

Marcella Cacciapuoti 

Leggi anche: Nessuna barriera – Giornata internazionale delle persone con disabilità – La Testata Magazine

Marcella Cacciapuoti

Classe 2001. Laureata in lettere moderne e studentessa di filologia moderna. Scrivo, leggo, e sogno un dottorato in linguistica. Mi chiamo Marcella e sono in continua evoluzione. Innamorata delle parole e affamata di pace. Racconto le storie degli altri per trovare la mia.
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