Ciò che Armani ci lascia

L’ultima sfilata primavera/estate 2026 di Giorgio Armani è sembrata un testamento silenzioso.
Niente effetti speciali, solo l’essenza di ciò che ha sempre incarnato: sobrietà, misura, coerenza.
Blu profondi, beige polverosi, toni neutri che parlano sottovoce. Giacche destrutturate, pantaloni fluidi, trench che accompagnano il corpo invece di costringerlo. Una femminilità e una mascolinità che dialogano, più che contrapporsi.
Non era una collezione per stupire, ma per riaffermare un principio: l’eleganza non ha bisogno di clamore, vive nei dettagli. È questa la trama invisibile che Armani ci lascia, e che continuerà a respirare anche dopo di lui.
Forse la vera eredità di Armani non sono gli abiti che indossiamo, ma la certezza che l’eleganza, come l’amore, non ha bisogno di urlare: basta saperla riconoscere quando la incontri.
Francesca Lutri
Illustrazione di Francesca Lutri
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