Il caso Astroworld e la mancanza di sicurezza ai concerti

Ogni concerto di Travis Scott è un vero e proprio evento. Eppure, quello del 5 novembre 2021 a Houston è passato alla cronaca per la sua tragicità. Netflix lo ha raccontato in un nuovo documentario.
La musica dal vivo, si sa, è un’esperienza unica nel suo genere. Il pubblico si può scatenare a ritmo della musica che, solitamente, ascolta in radio o attraverso delle cuffie. I concerti di Travis Scott, poi, sono considerati un’esperienza imperdibile, poiché l’artista è solito regalare show esplosivi e pieni di energia. Solo per rendere l’idea, nel 2017 è stato arrestato proprio per aver incitato il suo pubblico a scatenarsi, creando disordine pubblico.
Nel 2018, in occasione del lancio del suo terzo album “Astroworld”, l’artista ha deciso di realizzare un suo sogno nel cassetto: organizzare un gigantesco festival musicale in un parco divertimenti abbandonato di Houston, la sua città natale. Dal 2018 al 2021, a cadenza annuale, si è quindi svolto in Texas questo grande festival, in cui si sono esibiti grandi nomi, tra cui Bad Bunny e Marilyn Manson.
L’edizione del 2021, prevista per le giornate del 5 e del 6 novembre, ha portato con sé un’attesa trepidante e un pubblico in visibilio. Per la prima giornata di festival vennero venduti circa 50 mila biglietti. Tuttavia, una volta aperti i cancelli, il pubblico iniziò a correre per accaparrarsi il posto migliore. Ciò causò grande disordine, e diverse persone arrivarono a scavalcare i cancelli, entrando di fatto senza biglietto.
L’organizzazione della manifestazione, guidata dal colosso del settore Live Nation, aveva stretto un accordo con la polizia di Houston, al fine di garantire il massimo della sicurezza. Tuttavia, l’enorme mole di persone riversatasi all’interno del parco era solo il preludio della tragedia che stava per accadere.
Durante la giornata, infatti, gli artisti ospiti del festival si esibirono in diversi palchi dislocati all’interno del parco. L’esibizione di Travis Scott era invece prevista su un palco diverso, dedicato completamente a lui. Nei pochi minuti a ridosso dello show, più di 50 mila persone si affrettarono a raggiungere il palco principale, creando un’enorme calca. Diverse persone iniziarono a sentirsi male, facendo fatica a respirare a causa della mancanza di spazio. Inoltre, l’area in prossimità del palco, che sarebbe dovuta rimanere vuota per permettere il passaggio dei medici e della sicurezza, era stata riempita dal pubblico stesso.
Molte persone persero l’equilibrio, cadendo e creando un vero e proprio effetto domino. Ciò nonostante, gli organizzatori e Travis Scott non si accorsero di nulla, continuando di fatto lo show. Con il passare dei minuti, interi gruppi di persone iniziarono a chiedere aiuto, incitando l’interruzione dello spettacolo. L’artista stesso si accorse di alcune persone svenute, chiedendo ai paramedici di intervenire, per poi ricominciare a cantare. La situazione precipitò quando i soccorritori si videro costretti a rianimare alcune persone che avevano perso i sensi, pur non avendo a disposizione defibrillatori o kit salvavita.
Alla fine del concerto, il parco era ormai pieno di ambulanze ed elicotteri, che si precipitarono a trasferire i casi più gravi in ospedale. Il bilancio della serata fu estremamente drammatico: otto persone persero la vita quella sera stessa, mentre altri due spettatori morirono qualche giorno dopo. Chiaramente, la seconda serata dell’Astroworld Festival venne annullata.
Travis Scott ricevette fortissime critiche, soprattutto poichè venne accusato di non aver fermato il concerto quando si era reso necessario. L’organizzatore dell’evento, Live Nation, inoltre venne citato in giudizio come diretto responsabile dell’accaduto. Il documentario “Trainwreck: la tragedia dell’Astroworld Festival” (appena sbarcato su Netflix) ha ripercorso questa drammatica vicenda, analizzando tutte le anomalie organizzative che hanno causato questo disastro che, a tutti gli effetti, poteva essere evitato.
Inevitabilmente, questa dolorosa vicenda ci riporta alla mente anche la strage di Corinaldo, avvenuta nel dicembre del 2018 in occasione di un concerto di Sfera Ebbasta.
In questo caso, un gruppo di ragazzi spruzzò spray urticante sulla folla di una discoteca, causando il panico generale e la morte di sei persone, schiacciate dalla folla che cercava di uscire dal locale. Anche in questa circostanza, il luogo risultava sovraffollato, poiché nella discoteca erano presenti più di mille persone, a fronte di una capienza massima di circa 500 persone. Questi esempi, a cui si potrebbero aggiungere decine di altri, ci portano a riflettere su quanto sia importante garantire un’adeguata sicurezza nei luoghi pubblici. Non è accettabile che i concerti si trasformino da luoghi di divertimento ed aggregazione a luoghi dell’orrore. I controlli all’entrata, ma anche il rispetto delle misure di sicurezza e della capienza massima, dovrebbero essere la priorità.
Anche per questo motivo sono nati diversi comitati di vigilanza e tutela delle vittime, mentre lo stesso Travis Scott ha fondato un’associazione per il miglioramento della sicurezza nei concerti.
Stefania Berdei
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