Ceramica greca: recipienti per oli profumati e unguenti

I greci utilizzavano recipienti in ceramica sia nella vita di tutti i giorni che come ornamento.
Elaborarono una vasta tipologia di vasi in ceramica specifica per ogni uso e finemente decorata.
Analizziamo le principali forme vascolari che ci sono giunte e che possiamo incontrare nei musei e siti archeologici.
Le tipologie vascolari più diffuse legate all’ambito della cura del corpo, utilizzate prevalentemente per contenere oli profumati costosi ed unguenti, sono l’Alábastron, la Lékythos, l’Askos, la Pisside e l’Aryballos.
L’Alábastron è di origine orientale e fu diffuso in Grecia circa nel VII secolo a.C, con le produzioni degli artigiani corinzi che lo realizzarono in ceramica, ma prodotto anche in ambiente attico fino al IV secolo a.C ed esportato nella civiltà Etrusca. Il nome deriva dall’alabastro un minerale con cui questi contenitori erano prodotti in oriente. La sua funzione era quella di contenere oli profumati ed unguenti raffinati per il corpo, appannaggio in particolare della classe benestante.
Questo vaso è di ridotte dimensioni, di forma allungata e tondeggiante, piriforme senza piede per l’appoggio, in quanto tondo nella parte inferiore, era impiegato un sostegno in metallo sul quale posizionarlo dopo l’utilizzo, oppure in alcuni casi vi sono dei fori per appenderlo. Presenta uno stretto collo, pancia più ampia tonda e un orlo piccolo, la maggior parte possiede una piccola ansa laterale, alcuni ne sono privi.
Finemente decorati con motivi del mondo animale e vegetale, come l’Alábastron corinzio, conservato al museo di Gela, con dipinti dei leoni, attribuito al Pittore del Delfino oppure possono esserci elementi geometrici, scene di donne e uomini, talvolta atleti intenti in attività.
La Lékythos è una forma vascolare molto antica, risalente probabilmente al periodo miceneo e che subisce vari cambiamenti di forma nel corso del tempo, ma è in particolare nel VI secolo a.C che avrà una forte diffusione per opera dei ceramisti attici. Presenta un corpo tondeggiante ma allungato, quasi cilindrico, con piede di appoggio, collo stretto e sottile ed ansa a nastro, in un secondo momento in prossimità della spalla il vaso sarà caratterizzato da uno spigolo e non più da una linea continua morbida. Conteneva oli profumati e unguenti, ma aveva anche la funzione di segnacolo sopra le tombe. Particolari sono le Lekythos a fondo bianco diffuse dal V secolo a.C.
L’Askos è un recipiente tondo e basso, con una grande ansa sovrastante collegata ad un lungo collo con orlo, talvolta le aperture erano due. Usato per liquidi profumati o oli per lampade, era spesso decorato con motivi geometrici o figure del mito, ma esistono esemplari a forma di animali, tra i più famosi vi è l’Askos a forma di anatra a figure fosse, oggi al Museo Archeologico di Firenze, oppure quello a forma di gallo di provenienza etrusca, oggi al Metropolitan di New York.
L’Aryballos è un contenitore globulare di piccole dimensioni, mediamente compreso tra 8 – 10 cm, presenta una sola ansa a nastro e stretto collo con bordo largo, talvolta anche piriforme, con pancia ampia e base stretta, con piedino di appoggio, prodotto soprattutto nel periodo protocorinzio. Ebbe il suo sviluppo per opera dei ceramisti corinzi ed anche questo recipiente conteneva oli e unguenti. Decorati con motivi geometrici oppure del mondo animale e vegetale, esistono esemplari realizzati a forma di animali o con volto di donna come collo del vaso. Tra i più famosi l’Aryballos con sembianze di civetta, oggi al Louvre oppure e quello con testa di donna con folta chioma a onde di epoca protocorinzia, oggi al Louvre.
La Pisside è una sorta di scatola in ceramica di forma cilindrica, talvolta squadrata, che può presentare un piede oppure senza, sempre dotata di coperchio spesso con manico figurato. Conteneva oggetti personali per la cura del corpo, gioielli, unguenti. Celebre è la Pisside di epoca geometrica rotonda, ornata con motivi geometrici e coperchio con sopra quattro cavalli fittili.
Beatrice Gargiulo
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