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Respira, sei nel tuo tempo

Siamo sempre di corsa, cerchiamo di raggiungere l’obiettivo, arriviamo al traguardo e poi ci accorgiamo di non aver guardato neanche un attimo al paesaggio.

2025, corri per vincere e non vedi ciò che perdi

Una vita sempre di corsa. Nasci, cresci, impari a camminare e poi vai a scuola, vai alle elementari e inizi ad imparare le pagine di storia, di geografia, di scienze. Poi diventi adolescente, inizi ad uscire con gli amici, non dici mai di no, altrimenti potrebbero escluderti; ti prepari per l’esame di terza media ‘’è solo il primo dei tuoi esami’’ ti dice chi ti sta intorno ed effettivamente è così: in questa corsa al traguardo che è la vita, avrai così tanti esami da affrontare che non riuscirai più a contarli, che tu stia da un lato o dall’altro della cattedra, e sia chiaro che non parlo solo di scuola.

Corsa al traguardo, ma che traguardo? Una volta arrivato al primo ne troviamo subito un altro, un altro obiettivo da raggiungere perché non è mai abbastanza. Cresci ancora e vai alle superiori, a quattordici anni non sei in grado di decidere per il tuo futuro, i tuoi interessi non sono ancora completamente chiari, eppure in un modo o nell’altro scegli.

18 anni, sei maggiorenne, devi assumerti tutte le responsabilità, ora l’adulto sei tu, qualcuno ti dice ‘’è adesso che inizia la vita’’ mentre qualcun altro te lo ha detto il primo anno di superiori. La scuola è finita, ti sei diplomato, e adesso? Adesso inizia l’altra corsa, la corsa forse più complicata, quella in cui ti senti sempre indietro. Analizziamo due possibili scenari:

decidi di frequentare l’università, magari accade ciò che accade a migliaia di persone: scegli una facoltà per accontentare gli altri o perché ti consente di avere un futuro lavorativo più sereno e poi improvvisamente ti rendi conto che quel mondo non ti appartiene, rinunci e inizi tutto di nuovo, questa volta segui il tuo cuore e ti iscrivi ad una facoltà che senti tua, ami ciò che fai, e almeno questa volta ti senti a casa.

Inizi a studiare e a dare gli esami, ti impegni, qualche volta prendi il minimo e altre prendi il massimo, ma inizi a pensare: ‘’ho preso 20, me lo meritavo perché non ho studiato abbastanza, non potevo prendere di più.’’ Ma era un esame difficile, ti sei impegnato per avere quel voto, hai acquisito nuove conoscenze e sei stato bravo. Perché non lo riconosci?

‘’Ho preso 30, sono felice ma la realtà è che sono stato fortunato perché mi ha fatto le domande giuste.’’ E invece avevi studiato tutto, sei stato bravo, non fortunato. È diverso.

Inizia la sessione, studi, e studi ancora, trovi un lavoro, cerchi di avere una piccola indipendenza perché per la società non è normale che alla tua età non lavori. ‘’Sei grande e vaccinato’’ dicono, puoi fare tutto.

Corri, però non dimenticarti di uscire eh, devi avere una vita sociale, che fai il sabato a casa? Corri ancora, e stasera non vai a ballare? C’è una super festa, non puoi mancare, non perdere di vista l’obiettivo però, devi studiare e trovare un lavoro coerente con la tua laurea. Scusa nonna, non mi sono dimenticata di chiamarti, ma non ho avuto tempo. Ho studiato tutta la mattina, poi sono andata al lavoro e la sera ho visto un’amica, sì in questi giorni ci vediamo, promesso.

‘’Hai quasi trent’anni, i tuoi coetanei alla tua età si sono già sposati e hanno un figlio, quando ti muovi?’’

L’altro scenario è questo:

decidi di non proseguire con gli studi, sei confuso, non sai bene cosa fare e inizi a cercare lavoro. No, non prendere l’anno sabatico, ti rallenta. Devi capire? Ma cosa devi capire? Sei giovane e hai una vita per farlo, adesso devi pensare a sistemarti. Trovi un lavoro. Aspetta, sono stati pubblicati trenta bandi per i concorsi, falli, falli tutti, che importa se non ti piace, guadagni, non deve piacerti, deve essere utile. Non dimenticare il concerto, hai comprato i biglietti mesi fa.

Oh, X vive da solo, alla tua età ancora a casa con i genitori? Se il tuo stipendio non ti permette di vivere da solo è perché forse non sei abbastanza bravo, impegnati di più. La parola d’ordine è sempre la stessa: corri.

Tutti sempre a correre, anche Carlo Conti a Sanremo, eppure, cosa c’era da fare dopo?

Lettore/lettrice de La Testata, adesso mi rivolgo a te. Forse è la prima volta che leggi un mio articolo o forse no, ma in ogni caso, non trovi che sia pieno? Confusionario? Lo riconosco, un po’ lo è ed è l’effetto voluto. Veloce, di corsa, come la vita di ognuno di noi, chi più chi meno. Io non lo so cosa succede nella vita di ogni persona che frequento e non so cosa succede nella tua, e viceversa.

Probabilmente pensiamo la stessa cosa ‘’ha una vita perfetta’’ e invece sentiamo tutti le stesse cose.

‘’E semo pure stupidi. Perché se impuntamo a fa’ il confronto co le vite degli altri. Che a noi ce sembrano tutte perfettamente ritagliate, impalate, ordinate. E magari so così perfette solo perché noi le vediamo da lontano.’’

Zerocalcare, Strappare lungo i bordi

Come dice l’Armadillo in Strappare lungo i bordi, tutta questa fretta di fare le cose, ce l’ha messa il capitalismo. È così, nella nostra società siamo influenzati così tanto da non rendercene conto. Facciamo, riempiamo le nostre giornate, impostiamo la sveglia mezz’ora prima del necessario per arrivare prima dove dobbiamo andare, per fare tutto più velocemente, perché dobbiamo fare sempre, non importa cosa, l’importante è fare. Ma aspetta.

Non dobbiamo essere i protagonisti di un’opera futurista, non lo siamo. Viviamo per il futuro, un futuro che è stato presente ma non lo abbiamo vissuto. Siamo nel 2025, c’è l’avvento delle nuove tecnologie, il capitalismo che lascia un’impronta sempre più incisiva, il tempo che scorre.

Ma noi non siamo un orologio, non siamo neanche l’intelligenza artificiale, non siamo il nostro lavoro. Siamo carne, ossa, emozioni e sentimenti. Abbiamo parlato di alienazione durante la Rivoluzione industriale, la storia ci insegna sempre; non sembra stia succedendo la stessa cosa? In una società come la nostra in cui tutto è estremamente veloce, cerchiamo di rincorrere qualsiasi cosa, e poi nel silenzio, quando non riusciamo a dormire, ci accorgiamo di quanto sia necessario respirare a pieni polmoni.

Respira. Sei dove dovresti essere e non devi dimostrare niente a nessuno. Raggiungerai i tuoi obiettivi nel tuo tempo. Ridi, piangi, viaggia, canta, balla, leggi, dipingi, allenati, cucina, mangia.

Solo se ti rende felice.

Marianna Russo

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Marianna Russo

Marianna, classe 2003. Inguaribile romantica, innamorata dei girasoli e sempre ottimista. Quando scrivo scompongo il mio cuore su carta, la scrittura mi salva sempre. “Solo se ti rende felice.”
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